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December 8, 2011

Bolzano-Trento: i teatri fanno sistema

Anna Quinz

Di questi tempi, uno dei temi più giustamente cari agli operatori culturali locali – ma non solo – è quello del fare rete, fare sistema. Un po’ perché la crisi porta all’unione che fa la forza, ma anche perché nell’ottica di candidatura del Nordest a Capitale della Cultura 2019, creare ponti tra istituzioni e geografie, è passo fondamentale per il successo. Un passo importante, non solo per la candidatura, ma per la cultura tutta sul nostro territorio, è stato fatto ieri, quando i presidenti del Teatro Stabile di Bolzano e il Centro Servizi Santa Chiara di Trento hanno firmato un protocollo di intesa triennale, che vede così la nascita di un vero e proprio sistema teatrale regionale.

Un passo importante, si diceva, perché unire questi due enti in una comunione di intenti e di progettualità, non può che fare bene alla nostra regione, che troppo spesso si pensa in province e non guarda abbastanza al di là e al di qua della Chiusa di Salorno. Unire, per crescere, per allargare il pubblico, per potenziare la produttività, per creare, appunto sistema. E vista la vicinanza delle due città, e la storia comune che condividono, pur con tutte le evidenti differenze, creare reti efficaci di collaborazione è più che importante, è indispensabile. Così ieri, un emozionato Marco Bernardi, direttore di lunga data dello Stabile, ha annunciato l’accordo, su cui da anni si lavorava, alla presenza di molti esponenti politici, sia dell’Alto Adige che del Trentino. Un bel momento per tutti, perché, come ricordava Giovanni Salghetti Drioli, presidente dello Stabile, ricreare un senso di comunità è importante, anche per portare poi la storia, e le ricchezze di questa comunità al di fuori del suo confine. E che il teatro sia un’eccellenza locale da esportare, lo si sa da anni. Così negli intenti proposti dal protocollo, si vuole sviluppare la produzione di spettacoli in collaborazione tra i due enti; razionalizzare il sistema distributivo; favorire progetti di formazione del pubblico, con attenzione particolare a quello giovanile; promuovere i talenti locali; far crescere la cultura teatrale della tradizione anche dialettale, per mantenere viva la cultura del territorio. Un progetto encomiabile, che se nei primi tre anni stabiliti dall’accordo, saprà mantenere le promesse, garantirà un notevole arricchimento al già ricco panorama teatrale regionale. E poi, certamente, un buon progetto strategico, come ricorda l’assessore alla cultura della provincia di Trento, Franco Panizza, lavorare insieme per lavorare meglio, è una strategia perfetta per creare un’immagine internazionale di questo territorio, dando attenzione alla pluralità culturale, ma anche e soprattutto guardando al di là, in un’ottica sempre meno provinciale e sempre più europea. Un matrimonio felice, sottolinea l’assessora alla cultura del comune di Bolzano Patrizia Trincanato, e anche noi, auguriamo, lunga vita agli sposi.

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There are 3 comments for this article.
  • Emilia Campagna · 

    Finalmente un buona notizia! Da roveretana che da qualche anno sente molto più vicina Bolzano che Trento (e vorrebbe geograficamente invertirli, o spostare Rovereto più a Nord…) non posso che leggere positivamente questo passo. Spero che una politica analoga di “regionalizzazione” si faccia anche per la musica, ambito in cui Bolzano, sui versanti opera, contemporanea, festival, è molto più dinamica di Trento.

  • Luca Sticcotti · 

    Quoto il commento di Emilia, con entusiasmo.
    E mi permetto anche di auspicare che il protocollo tra i teatri di Trento e Bolzano possa contagiare in qualche mono anche la provincia di Bolzano e… il Comune di Bolzano, così geograficamente vicini ma spesso ancora molto lontani dal punto di vista delle politiche culturali.
    Noi tutti abbiamo bisogno che quel dialogo progettuale, cruciale, faccia finalmente un salto di qualità.