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October 25, 2011

This must be the place

Andrea Beggio

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=jzfPkV4LObQ

VOTO: 6

Inaspettatamente il vecchio cinema Eden, al quale sono affezionato soprattutto per l’ammirabile coraggio del suo gestore nel voler rimanere in vita all’ombra dei giganti che si dividono il business del cinema cittadino, propone l’ultima fatica di Paolo Sorrentino. La curiosità è molta, soprattutto per il cast e per l’originalità (almeno sulla carta) del soggetto.

Il regista, diventato famoso assieme a Tony Servillo per “il divo”, e forse nuovo talento al servizio del nuovo cinema italiano, come già accadde per Muccino decide, con questa delicata e malinconica storia, di conquistare il pubblico internazionale.

Non si può certo dire che questo lavoro sia scadente anche se per alcuni versi non convince in pieno. Il protagonista (Sean Penn) è una star della musica Dark anni 80 che trascorre una tranquilla e borghese esistenza in una lussuosa villa a Dublino.
Veste ancora i panni della rock star anche se la misera vita che conduce ricorda invece quella di un ricco ed annoiato pensionato. Come ogni Dark che si rispetti il suo umore è perennemente triste a causa della tragica morte di alcuni suoi giovani fans e motivo della prematura fine della sua carriera musicale. Solo l’improvvisa morte del vecchio padre porterà il nostro Cheyenne a raggiungere la propria famiglia e che sembra averlo dimenticato. Ed è qui che in perfetto stile road movie il protagonista compie un viaggio attraverso gli Stati Uniti alla ricerca del presunto aguzzino nazista che ha tormentato il padre quando era ragazzo. Come in ogni road movie il viaggiatore, alla ricerca di se stesso, tornerà cambiato e così sembra succedere anche al nostro gotico Peter Pan cotonato.
E’ con questi semplici e già più volte utilizzati ingredienti che Paolo Sorrentino confeziona il suo nuovo lavoro e che, forse per come ci aveva abituati nei suoi precedenti lavori, un po’ mi ha deluso. Quando infatti si muove in atmosfere tipicamente italiane, che deforma e trasfigura in modo molto abile ed intelligente, oppure quando rappresenta i miserabili personaggi tipicamente made in Italy, riesce a toccare le vette più alte del cinema italiano contemporaneo. Spostandosi invece in un ambito anglosassone, tutte quelle sfumature che riesce naturalmente a rendere , si affievoliscono non poco. Si trovano tracce del divo in questo anacronistico e surreale ex rockettaro, i modi di fare il suo bioritmo fuori fase lo ricordano spesso e questo per merito della grande capacità di Sean Penn.
Quello che manca in questo film, rispetto ad altri precedenti lavori, è la rappresentazione, deformata, surreale, della società e che nei lavori di Sorrentino costituiscono a mio giudizio un grande elemento di distinzione.
Il fatto di misurarsi con una storia più internazionale e quindi meno caratterizzata e folkloristica non gli permette di distinguersi come sa fare in maniera magistrale quando rappresenta mafiosi, politici o entrambe le cose insieme ;-) .

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There is one comment for this article.
  • Tessa Moroder · 

    Troppo generoso Andrea Beggio!! Stasera finalmente sono riuscita a vedere questo film dal quale mi aspettavo probabilmente troppo, e sarà anche per colpa del doppiaggio in tedesco, ma l’ho trovato quasi insopportabile.
    Il personaggio di Cheyenne è totalmente sovrarecitato da un pur bravo Sean Penn. Ci sono banalità sparse in qua e in la come fosse zucchero a velo su un panettone. Si parte dalla moglie amata da 35 anni che nonostante sia miliardaria fa il pompiere, il rapporto della rockstar bambina con la ragazzina e con il padre che non lo amava. Poi arriva la prevedibile disperazione per i fan morti suicidi, il “tu si che sei un vero artista, io non sono niente” e “non ho mai voluto figli ed ora è troppo tardi” fino ad arrivare all’olocausto e al nazista tormentato in mezzo al nulla.
    Mancano solo le ragazze madri di figli brutti e pure un po’ sfigati ma tanto teneri, che fanno le cameriere nei fast food e si innamorano del nostro improbabile eroe (ovviamente senza sapere che lui in realtà è una rockstar gazillionaria) e la frittata è fatta. Ma no aspetta, ci sono anche loro!
    Wow, Sorrentino, sarà che eri il mio cocco tra gli italiani ma questa te la potevi anche risparmiare VOTO 3–

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