Music

September 22, 2011

Linea 77: prossima fermata Halle 28

Vanja Zappetti

Linea 77 a Bolzano, per la prima volta. Anche se va precisato che agli esordi una data ad Ora, in compagnia dei mitici No Choice di casa nostra l’avevano fatta.
Certo erano gli anni della gavettissima, prima dell’esplosione nello star system mondiale che li vide protagonisti a partire dal 2000. Anni di concerti a spronbattuto, ovunque possibile, divisi tra la fantomatica sala prove (che raggiungevano con l’autobus numero 77, sì) e piccole etichette indie progressivamente sempre più importanti, fino ad arrivare alla presenza al Beach Bum Festival di Jesolo, luglio 1999. “Lì ci notò un talent scout dell’Earache Records” dice Chinaski, al secolo Paolo Pavanello, chitarrista della band. La Earache. Bisognerebbe dedicare un servizio solo a questo. Ci limitiamo a sottolineare che si tratta di una delle etichette di alternative (principalmente metal e derivati) più influenti al mondo e che i Linea 77 sono gli unici italiani che mai abbiano avuto l’onore di farne parte.

“Ci emozionò non poco, sì. Avevamo già fatto uscire il primo disco (Too Much Happiness Makes Kids Paranoid), venne ristampato per la Earache e subito fummo chiamati ad un tour UK: tour bus e tanta strada, Scozia compresa.” Non male. Ricapitolando, a luglio il festival a Jesolo, a dicembre il raggiungimento dell’accordo con la Earache, con la primavera 2000 riediting del primo disco, Meat (primo singolo) in heavy rotation su MTV e tour promozionale. “Tutto alla velocità della luce – continua Chinaski – considera che direttamente dopo la fine del tour siamo stati catapultati in studio per due mesi, in Inghilterra. Ket.ch.up Sui.ci.de è nato così, praticamente on the road.” Fantastico, filosofia Husker Du, palco come sala prove, il massimo per ogni artista hardcore, e poi via a registrare. E qual è la differenza principale che hai notato tra il lavoro con base UK e quello in Italia?
“In Inghilterra s’è avuto a che fare sempre e solo con grandi addetti ai lavori, persone che sono nella musica per l’amore nei confronti della musica e con il rispetto totale delle volontà dell’artista. In Italia erano ancora gli anni di una classe dirigente di stampo sanremese, gente che poi venne sconfitta brutalmente dall’avvento trionfale dell’era Napster. Di là non ci si sogna di intervenire radicalmente sulla proposta di qualcuno. Se mi piaci sii come sei. Magari qualche consiglio, opinione, ma forzature mai. Vengono viste – a ragione – come controproducenti.”
Dunque Ket.ch.up Sui.ci.de, anno 2001. Il disco topico, per lo zoccolo duro dei fans. Il disco del quale si celebra il decennale quest’anno con tanto di tour dedicato. Ingresso diretto nella top ten di NME e Kerrang!, due singoli, addirittura un’intera trasmissione dedicata, Linea 77 Select, su MTV Europe, tour di due anni culminato con la presenza alReading Festival e terminato a settembre 2002.
“Fu devastante. Fisicamente proprio. Psicologicamente pure. In pratica furono 4 tour, quasi senza soluzione di continuità, toccammo ogni angolo d’Europa.”
E poi venne Fantasma, forse la canzone più famosa in Italia della produzione Linea 77, sicuramente una svolta forte, per la prima volta si puntava deciso sulla lingua italiana.
“Esatto. Fantasma è il condensato di tutto il lavoro e del sudore di quegli anni di continuo palco e tour. L’intensità di quel periodo. Tutto trasposto in una canzone e in un album (Numb, il terzo, 2003) decisamente differente rispetto ai precedenti lavori, per scelta. In qualche modo c’eravamo stufati dell’etichetta ‘nu metal’ che ci veniva affibbiata. Numb è un album volutamente strano, a partire dalla registrazione e per le collaborazioni inserite, Subsonica, Roy Paci”
Già, i Subsonica: si iniziò a dire che i Linea 77 si stavano ammorbidendo, perché suonavano con un gruppo dance. Mentre a parere di chi scrive il processo fu esattamente l’opposto, s’inasprì fortemente il suono di Samuel & co. piuttosto che il contrario, forse proprio a causa dei Linea.
“Alla fine è una cosa che ci dicono in molti, tra gli addetti ai lavori. Quello che dici tu, intendo, ossia che molti ci abbiano detto d’esserci subsonicizzati quando in realtà a molti altri pare il contrario. Io non so e non giudico, ci siamo divertiti, come sempre, e ne è venuto fuori ciò che volevamo. E quello che hanno fatto poi i Subsonica è tutto merito loro.”
Com’è il rapporto con la folta schiera della scena torinese?
“Ottimo, collaborativo e tinto di anche forti amicizie. Ci si incontra spesso per caso, perché molte volte si è in giro, ma quando capita è sempre bello e costruttivo. Samuel l’abbiamo ad esempio incontrato da pochissimo a Roma, lui per impegni suoi, noi per suonare, si è unito a noi sul palco ed è stato come sempre un bel momento.”
Dopo Numb un altro grande tour europeo e l’MTV Day bolognese davanti a 40.000 persone, prima apparizione a San Giovanni al concerto del 1° Maggio, e via a registrare il quarto album, Available For Propaganda, questa volta in USA: da questo album la EA Sport pesca Inno All’Odio per farne colonna sonora di FIFA 06, momento significativo di una carriera in un’epoca nella quale i videogiochi vendono più dei dischi. Poi un tour gigantesco coi Soulfly e varia altra ormai normale attività per una band che dopo otto anni di collaborazione lascia la Earache per passare ad una delle major più importanti in assoluto, quella Universal che si stima essere proprietaria di più di un quarto dell’intero mercato mondiale. Nel 2008 esce Horror Vacui seguito nel tardo 2010 da 10, prodotti niente di meno che da Toby Wright. Com’è stato passare ad una major?
“Nessun vincolo, nessuna pressione, semplicemente si tratta di trovarsi all’interno di un’organizzazione ancora più professionale, se possibile. I Linea 77 sono passati ad Universal ad un punto ormai adulto della propria carriera e comunque dai Nirvana in poi anche le major hanno imparato a non infilarsi in controproducenti rosai fatti di correzioni o tagli. Soprattutto se si ha a che fare con staff internazionale, vale il discorso fatto per la Earache: l’artista, forse soprattutto se a carriera già avviata, viene lasciato libero di produrre la sua arte.”
Ultime due domande con risposta a bruciapelo. Qual è il tuo disco preferito, qui ed ora?
“Mmmm…difficile..Panopticon degli Isis”
E il concerto dei Linea 77 che ti ricordi con maggior calore?
“Reading, senza dubbi”
Come dargli torto, Reading. Privilegio per pochi, non fa una piega. Ringraziamo Chinaski, dandogli l’arrivederci a prestissimo, venerdì, alla Halle 28, buon concerto!

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