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September 1, 2011

Cirkus Columbia, sguardo inedito sulla Croazia del 91

Fabio Gobbato

VOTO: 7

Bosnia Erzegovina, 1991, Divko Buntic (figlio di un ùstascia croato) dopo un esilio di 20 anni in Germania, torna nel villaggio dove è cresciuto, accompagnato dalla giovane fidanzata e un viziatissimo gatto nero. La sua arrogante presenza e le infinite possibilità offerte dai marchi accumulati gli consentono di comprare cose persone amicizie e potere. Riesce pure a corrompere il sindaco per sfrattare la moglie e il figlio abbandonati vent’anni prima.

 

In »Cirkus Columbia« Danis Tanović rappresenta in maniera inedita il lato umano di questa piccola comunità che, ancora legata alla repubblica socialista, dimostra tutta la sua fragilià di fronte alla nascente promessa costituita dal corrotto e spregiudicato modello occidentale, rappresentato appunto da Divko e dalla pletora di nuovi e servili amici comperati in offerta speciale a suon di marchi tedeschi.

In questa vicenda, basata su un romanzo di Ivica Djikic, la figura di Divko sembra essere la trasfigurazione degli interessi e delle corresponsabilità dei paesi occidentali nei conflitti balcanici. Anche la scomparsa del gatto nero a cui Divko è morbosamente legato e per cui l’intero paese si affannerà nella sua ricerca, ci indicano un destino infausto causato dalla sua presenza.
Quando i fedeli compaesani, non più interessati a ritrovare il gatto smarrito, indosseranno la divisa per dare il loro contributo alla folle guerra fratricida, sarà chiaro anche per Ditko che la situazione sta pericolosamente precipitando e che l’ epilogo della storia si perderà senza possibilità di recupero in quella ufficiale, drammatica  e inarrestabile che abbiamo seguito attraverso i telegiornali e che verrà studiata nei libri di storia.

 

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