Music

September 1, 2011

“Al Plan Folk Festival”, musica, cibo, relax, arte…

Marco Bassetti

Come trasformare un piccolo concerto di paese in uno dei festival più importanti della Provincia? Basta avere le idee chiare, la voglia di impegnarsi e la tenacia per farlo concretamente. Semplice? Tanto semplice non è. Però nel caso del “Al Plan Folk Festival” (San Vigilio di Marebbe, 2-3-4 settembre) il lavoro di squadra sembra aver portato i suoi frutti. Programma quanto mai ricco quello di quest’anno, musica per tutti i gusti ma non solo: cibi e bevande naturali, arte contemporanea, divertimento, relax all’aria aperta e tutela dell’ambiente. Sì, perché anche su questo aspetto il progetto è solido: festival ad impatto zero. Abbiamo scambiato due chiacchiere con Manuel Obwegs e Denise Castlunger del gruppo Certl Grup Atif, tra gli organizzatori della rassegna.

Siamo alla sesta edizione, come è nato il progetto e come si è sviluppato?

Manuel: Sei anni fa abbiamo organizzato un concerto in memoria di un amico che abbiamo perso, grande appassionato di musica. Un concerto ci sembrava il modo migliore per ricordarlo. L’anno successivo ci siamo ritrovati e abbiamo deciso di continuare con questa esperienza. Abbiamo deciso di spostare la manifestazione in centro al paese in modo da coinvolgere un po’ tutti e nel giro di pochi anni la manifestazione è cresciuta molto: da semplice concerto a festival di tre giorni. Un festival nato da un gruppo di ragazzi e che continua ad essere in gran parte autofinanziato.  A parte qualche sponsor, le spese vengono pagate con quello che produciamo con le nostre mani, cibo e bevande, tutto rigorosamente naturale. Quest’anno il menù è particolarmente ricco.

Denise: Siamo un gruppo di amici molto affiatato, in tutto siamo una trentina. Investiamo tutti molto impegno nell’organizzazione del festival e ci piace vedere come ogni anno venga fuori sempre qualcosa di diverso, certamente diverso dalle solite feste di paese. C’è una grande energia.

La manifestazione si chiama “Al Plan Folk Festival” ma, in realtà, il programma musicale è molto variegato e aperto ai diversi generi…

Manuel: All’inizio l’impronta folk era marcata, durante il primo concerto, sei anni fa, c’erano soltanto tre gruppi di musica folk. Dal secondo anno in poi abbiamo mantenuto questo nome, ma non tanto per indicare un indirizzo musicale del festival, quanto per mostrare l’anima popolare della manifestazione: una festa per tutti. Ecco allora che, dal punto di vista musicale, il festival abbraccia un po’ tutti i generi, eccezion fatta per il metal e la musica più dura. Siamo aperti a qualsiasi proposta.

Denise: Il nostro obiettivo è quello di mettere a confronto tradizioni, culture e generi differenti. In primo luogo cerchiamo sempre di promuovere band e artisti locali, ma poi estendiamo la nostra scelta anche al resto di Italia per offrire una proposta più ampia. La selezione non è facile, ognuno di noi lancia delle proposte e poi si procede alla votazione. Naturalmente si devono poi verificare disponibilità e costi. Anche dal punto di vista gastronomico cerchiamo di accostare tradizioni differenti, proponendo piatti tipici locali ma anche piatti come cous cous e chili con carne. E poi grande spazio all’agricoltura biologica!

Non solo musica e cibo, ma anche arte e fotografia.

Manuel: Cerchiamo di curare il festival in tutte le sue parti, ad esempio diamo molta importanza alle decorazioni. Quest’anno è stata allestita anche una mostra di arte contemporanea e una mostra di fotografia. Spazio sarà dato anche alle arti circensi, con l’esibizione di Ewan Colsell e Nespolo, e al teatro, con delle esibizioni a sorpresa.

Il festival è a impatto zero. Di cosa si tratta concretamente?

Manuel: La tematica della tutela ambientale ci sta molto a cuore e abbiamo deciso di impegnarci attivamente in questa direzione. Da soli non si cambia il mondo, ma piccole azioni possono aiutare a diffondere maggiore consapevolezza su certi temi. Con la collaborazione di LifeGate, advisor e network per lo sviluppo sostenibile, è stato stimato l’impatto ambientale generato dal Festival, considerando tutti gli aspetti: l’energia elettrica utilizzata, la mobilità dello staff e del pubblico, il materiale promozionale, di comunicazione e i rifiuti prodotti. Le emissioni di anidride carbonica generate dal Festival andranno quindi compensate con la riforestazione di un terreno in Costa Rica. Ovviamente tutto questo ha un costo, una parte dei nostri ricavi andrà a finanziare questo progetto.

Denise ci tiene ad aggiungere qualcosa… E come darle torto!

Il festival si svolge nel centro del paese, vicino alla chiesa, in mezzo alle case. Ma per questi tre giorni abbiamo il permesso di fare musica fino all’una di notte.

www.alplanfolkfestival.com

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