Music

August 18, 2011

Lisa Hunt in concert: una vita per la musica R&B!

Jimmy Milanese

Era il 29 agosto del 1989, una caldissima serata di fine estate, all’ippodromo di Merano arrivava un cavallo di razza: Adelmo Fornaciari, che tutti conoscevano col nome di Zucchero e per quel suo modo di muoversi alla Joe Cocker sul palco. Con lui, sbarcava in riva al Passirio una superband formata, tra gli altri, da David Sancious, entrato nella storia per l’Intro di New York City Serenade di Bruce SpringsteenClarence Clemons, compianto saxofonista appena scomparso e il bassista di Eric ClaptonPolo Jones.

Oro, Incenso & Birra era il quinto album di Zucchero, appena uscito in tutto il mondo, a tutt’oggi  uno degli album italiani più venduti di sempre. Tra di loro, una allora sconosciuta ragazzona di colore, alta più di tutti, dai capelli ricci e folti, una voce che faceva venire in mente Aretha Franklin, ma che ben presto sarebbe stata riconosciuta come quella di Lisa “sister” Hunt!

Diciotto anni accanto al re indiscutibile del soul italiano, duetti assieme a Ray CharlesJames Brown o Luciano Pavarotti, un viso pieno di vita, simpatia contagiosa e una voce che esce come l’acqua da una fontana. Da anni Lisa gira il mondo con la sua band e propone il repertorio Rhythm & Blues dell’etichetta americana Motown, di Detroit; città famosa per le sue fabbriche di macchine e per la musica Soul.

A Merano ci è tornata l’anno scorso col repertorio di colui che a metà anni ottanta la scoprì in modo del tutto casuale a Londra. Quel giorno, Zucchero aveva perso l’aereo per l’Italia, ma di li a poco, smaltita la rabbia, avrebbe trovato e messo sotto contratto una delle voci più incredibili degli ultimi anni. Quest’anno, Lisa ha portato con se al piazzale delle Terme il meglio della c.d. Black Music; quel miscuglio di sudore, passione, sofferenza e speranza che rende il Rhythm & Blues uno dei generi musicali moderni tra i più affascinanti. Nella sua voce, nel suo muoversi all’unisono al ritmo del basso e nelle sue labbra carnose si mischia tutta la tradizione afro-anglosassone, che ha generato gran parte della musica conservata nella Hall of Fame di Cleveland, Ohio, USA.

Un ferragosto decisamente freddino quello meranese, ma riscaldato, anzi surriscaldato dalla concomitanza di una serie di eventi musicali paralleli in giro per la città. Qualcuno sostiene che a Merano non ci sia molto da fare in estate, ma l’altra sera più di 2000 persone si sono radunate nel piazzale delle Terme e hanno cantato e ballato fino a quando i regolamenti provinciali e comunali prevedono il coprifuoco, sorprendendo la stessa Lisa che non sarebbe più scesa dal palco. Lei ha dato tutto quello che aveva nel suo corpo e nella sua anima, passando con estrema disinvoltura da Aretha Franklin a Whitney HoustonWilson Pickett, The Jackson 5, Otis Redding e tanti altri.

Una serata memorabile di grande musica, che speriamo possa essere replicata in futuro. Nel frattempo, abbiamo incontrato Lisa Hunt, gentilissima e disponibilissima, e ci ha raccontato qualcosa del suo passato che aiuta a comprendere quanto una passione possa diventare vera missione di vita: cantare, in qualsiasi occasione, dal duetto con un mito della musica a quello con un  perfetto sconosciuto, perché se cantare ti viene come bere acqua, allora proprio non ne puoi fare a meno.

Jimmy Milanese: Come è iniziata la tua carriera, Lisa?

Lisa Hunt: cantavo al Covent Garden a Londra. Un giorno Zucchero era li, aveva perso il suo aereo, per quello è tornato a fare un giro in città, mi ha vista e per un’ora intera mi ha videoripresa, cosa molto rara, perché di solito le persone stanno li per poco. Poi si è avvicinato e mi ha chiesto se volevo cantare con lui. Io non lo conoscevo, mi sono informata e ho visto che aveva un produttore famosissimo. Dopo poche settimane ero in Italia con lui a cantare e nel video “con le mani” ci sono quelle riprese al Covent Garden”. Era fatta!

J.M. La tua è una voce naturale o c’è anche uno studio dietro?

L.H. Ho studiato, ma ho una voce naturale. Ho studiato all’Università, mi sono laureata in voce, cantavo con i cori, con le chiese gospel, ormai è veramente tanto che canto.

J.M. Con chi ti trovi bene a cantare, dal punto di vista musicale, a parte Zucchero, con il quale hai collaborato per così tanti anni?

L.H. Fai il coro per Ray Charles, certo che ti trovi bene! Anche con James Brown, ad esempio, certamente parliamo di artisti di primo livello. Pensa che Zucchero faceva una turné ogni due anni. Si lavorava sei mesi, un anno, poi non andavo con lui e cantavo con i miei gruppi, ho fatto dischi a Londra, in Germania, insomma, dappertutto. Io canto, come corista, come solista o diva di disco dance, io canto, quello faccio, quello mi piace fare.

J.M. La tua cantante preferita?

L.H. Aretha Franklin, perché – non so se è vero per tutti i cantanti -  per tanti lei ha quella magia, quella voce, quella tecnica, quell’anima, che si trova poco in giro. Io spero che quando canto, queste cose escano, che si capisca che ho studiato, che ho le capacità, ma anche che metto dentro l’anima nel canto. Lei, quella musica, questo mondo è la colonna sonora della mia vita. Sono nata in quel periodo, ascoltavo la radio, era la musica con cui sono cresciuta e cantare quel genere mi viene come bere acqua.

J.M. C’è qualche collaborazione con qualche artista che ti piacerebbe sperimentare?

L.H. Francamente, no. Non c’è qualcuno con cui vorrei cantare. Potrei fare un duetto con Beyoncè o Lady Gaga, si, ma non ci penso. Io mi sono sempre lasciata trasportare dal vento, e questo mi ha portata in posti nuovi e situazioni interessanti, a lavorare con persone famosissime o sconosciute, oppure anche con produttori di musica techno. Io canto, canto ogni volta che posso, io canto, semplicemente.

J.M. Lavorerai ancora con Zucchero Fornaciari?

L.H: Abbiamo lavorato 18 anni assieme e mi fa piacere venire ogni estate in Italia per due mesi. Lavoro con la Oro, Incenso & Birra Band e mi emoziona la musica di Zucchero, che ho fatto per così tanti anni, quindi mi fa piacere continuare a farla, ma non come storia principale della mia vita, questo francamente no.

J.M. Sei già venuta a Merano l’anno scorso con la O.I. &B. Band. Cosa pensi di questa città, nella quale sei stata già nel 1989, all’epoca dell’album Oro, Incenso e Birra: un album tra i più venduti nella storia della musica italiana.

L.H. Si, certo, è vero, è vero. L’anno scorso sono ritornata a Merano, ma non con il mio spettacolo, ero con la O.I. &B. Band e ho trovato un pubblico che ascoltava molto, ha apprezzato e io ho capito che non era li per essere in piazza e ballare, ma ascoltava veramente. E come posto, è veramente bellissimo, vorrei mettermi in costume e fare un bagno alle Terme, altro che. Poi, di questo posto cosa puoi dire, ci sono tutte queste strade con alberi, in discesa, perché per me, andare in salita è un poco più pesante.

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