Music

July 17, 2011

The Little White Bunny, Tour Diary, day n. 3

Yomo

Ieri la giornata è stata completamente dedicata all’autopromozione. Ci ha svegliati un intensa mattina di concerti, partendo con un gruppo metal (DLL) da premiare per aver trovato le forze di urlare come dei dannati mentre tutti stavano ancora dormendo. Seduti all’ombra del grande coniglio bianco abbiamo iniziato a preparare cd da regalare, man mano che il lavoro andava avanti piccole folle di curiosi si radunavano chiedendo spiegazioni sulla nostra musica, abbiamo rilasciato anche un intervista in cui noi 4 mascherati raccontavamo il verbo del coniglio.
Il mare poco distante ha fatto si che tutto il lavoro venisse alternato da esplosioni di acqua salata, così, a turni, si è cercato refrigerio passando attraverso i bagnanti del sabato.
Il pomeriggio è stato il momento più alto del festival fino ad adesso. Un buon gruppo di Padova, The White Mega Giant, ha portato un quantitativo eccellente di postrock su un palco che aveva offerto rock leggero e già sentito per la maggiore. Da nominare ancora la performance degli Yokoano, incredibili da non riuscire neanche a spiegarli, e i Fetish Cavalleras che, spogliandosi completamente, hanno compensato il calo d’attenzione che il sole stava facendo avere al pubblico.
Finite le band emergenti sono salite due band già affermate, prima la nuova formazione dei Quintorigo che, con il nuovo cantante, ha suonato brani tratti dal nuovo album. Il ragazzo è bravo ma il fatto che tutto sia restato più o meno lo stesso fa sentire la mancanza del De Leo, forse con un po’ di coraggio in più, ad esempio cambiando il nome o aggiungendo qualche nuovo strumento nella formazione, avrebbero fatto dimenticare i bei vecchi tempi passati. Successivamente sono arrivati gli Ex-Otago che hanno dato definitivamente il via alle danze. La loro musica è davvero semplice, basilare e tremendamente pop. Un po’ troppo incastrata nel filone della musica indipendente italiana ma hanno le idee giuste e sanno stare benissimo sul palco. Senza contare che vengono spesso citati come esempio di band capace di autoprodursi grazie al sostegno dei fan, elemento che ci fa capire quanto siano amati dal loro pubblico. Uno dei vari cantanti poi è un ex volto noto della tv trash della notte italiana, il coniglio rapper del Chiambretti Night. Non potevamo perdere l’occasione di fare una foto ad un coniglio famoso insieme al nostro coniglio teneroso e lui ha reso possibile questo desiderio.
Giusto il tempo di comprare 5 chili di carote per oggi e via verso un luogo dove mangiare fino alla sfinimento. La scelta del ristorante non è stata facile, come ogni cosa che deve essere scelta da 5 menti diverse nel minor tempo possibile, ma ci siamo fidati del buon Mike che, dopo averci fatto perdere nelle campagne leccesi, ci ha condotto alla trattoria da Nonno Pici. E qui è iniziata la nostra fine, il proprietario era un ciccione bonario ben disposto a raccontarci ogni pietanza con minuzia di particolari e noi eravamo passerotti che pendevano dalle sue scelte gustose. Dopo una serie di antipasti fra il fritto e il profano ci siamo dedicati a verdure e carni, salsicce e polipo, parmigiane e involtini. Ci siamo trovati talmente bene da perdere la cognizione del tempo, elemento che ha fatto si che saltassimo l’esibizione di Lou Reed, cosa che nessuno ha avuto la forza di rimpiangere date le dimensioni raggiunte dal nostro stomaco dopo quella cena.
Arriviamo allo stadio durante l’esibizione di un gruppo brasiliano di cui non ricordo il nome, una specie di Ramones di San Paolo. Sinceramente non ho capito perchè farli suonare dopo Lou Reed e prima dei Verdena ma vabbè, non è stata la prima scelta sbagliata di questo festival. Finiti loro ci siamo ricongiunti con amici scesi da Bolzano per venire in ferie in Salento e che hanno colto l’occasione per sostenerci in questo momento importante. Però fra questi amici dobbiamo nominare anche Dj Matt anni 80 che invece è venuto per sfruttare la nostra poca fama appena guadagnata per riuscire a diffondere meglio il suo progetto di una festa anni 80 ogni fine settimana in ogni città Europea.
I Verdena sono bravi, questo non glielo può togliere nessuno, sono diventati dei grandi anche se ancora incapaci di riempire uno stadio. Mi sono piaciuti, il suono era perfetto e si sentiva appena la voce così da rendere meno fastidioso quel loro grande problema, i testi. Nonostante io non sia un loro grande fan ho goduto dell’esibizione e forse li ho rivalutati, si dai, un gruppo come loro deve renderci felici di essere contemporanei di musicisti così capaci e veri.
Finisce tutto e via di corsa verso le tende.
L’ansia inizia a salire, la performance è prevista per oggi alle 15:30, il buon Vanja è riuscito ad andare a prendere il Pola appena atterrato all’aeroporto di Bari. Traffico permettendo saliremo in 5 sul palco, finalmente pronti a dimostrare il nostro valore in questa festival che ha bisogno di nuove sorprese.

Ps: cogliamo l’occasione per ringraziare Andrea Montali per il mega articolone fatto uscire ieri sull’Alto Adige dove racconta le nostre gesta e già che ci sono anche Franzmagazine, ma soprattutto Ermanno Zanella, per il video che ci ha aiutato a girare, video che viene citato da tutti come elemento di distinzione fra noi e le altre band qui presenti.

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