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June 21, 2011

Andrea Fustinoni: “Contemporaneo come rilettura del passato”

Marco Bassetti

Al via “La classe dell’arte”, rassegna dedicata a tematiche legate all’attuale sistema dell’arte. Tema del primo dialogo, questa sera ore 20.45 al Centro Trevi, “Mecenatismo e collezionismo: una pratica intima o una missione pubblica?”. Tra i protagonisti della serata Andrea Fustinoni, titolare del Grand Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure e collezionista d’arte. Lo abbiamo intervistato.

Imprenditore-collezionista, come è nata la sua passione per l’arte?È nata come una passione privata, ero molto appassionato di design degli anni ’50 e questo mi ha permesso di entrare in contatto con molti artisti di quel periodo. Poi ero molto attratto dall’informale e dall’astrazione geometrica, che ritrovavo negli oggetti che acquistavo. C’era un dialogo tra quello che avevo alle pareti e gli arredi della casa. L’emozione dei colori e il desiderio di ritrovare nell’arte un ordine, una razionalità che dentro di me non ho, sono queste pulsioni profonde che mi hanno spinto verso l’arte. Lo spartiacque nella mia storia personale è stata la scultura di Spalletti “Vicini di casa” che nel suo rigore, nella sua semplicità, ma anche nella sua potenza, ha dato il via alla mia collezione. L’entusiasmo per l’arte contemporanea mi ha poi spinto a divulgare il mio credo anche all’interno del FAI, un’istituzione in sé piuttosto conservatrice…

Qualcosa si è mosso?
A Villa Panza qualcosa è cambiato. Poi recentemente abbiamo chiesto a Pistoletto di fare un’opera di arte ambientale all’interno del bosco di Assisi… Sono casi isolati, non c’è una continuità nel contemporaneo, e allora la mia esigenza di far conoscere l’arte contemporanea, anche come chiave di lettura dell’arte del passato, come dialogo tra secoli, mi ha spinto a organizzare delle mostre per il FAI nella sede di Genova, un palazzo del 1600. Questo mio modo di essere collezionista diventa un percorso in cui pubblico e privato si intersecano, cosa che dal mio punto di vista dovrebbe essere naturale per tutte le collezioni.

Il contemporaneo, diceva, come sguardo sull’arte del passato…
Sì, in questo credo tantissimo. L’arte contemporanea può essere un importantre strumento di lettura e reinterpretazione del passato, di quelli che sono stati ad esempio i canoni dell’arte e dell’architettura classica. Un’esperienza fortissima, in questa prospettiva, è stata la proiezione di un video di Grazia Toderi al piano nobile di Palazzo Doria a Genova: il video rappresentava l’interno del Teatro di Macerata e dialogava con gli stucchi e con i decori che stanno all’interno del palazzo. Oppure i colori della Collezione Panza che dialogavano, nella sede del FAI di Genova, con le pitture di Bernardo Strozzi. Si tratta di nuove forme che permettono di apprezzare nuovamente le forme del passato.

In quanto albergatore, l’attività di collezionista ha qualche ricaduta sull’attività imprenditoriale?Per esempio l’anno scorso abbiamo organizzato una rassegna dal titolo “Un mare di contemporaneo”, un lungo weekend a gennaio con una serie di eventi distribuiti sul territorio incentrati su fotografia e video. Questa è stata per me un’occasione per promuovere la mia attività di albergatore in un periodo di bassa stagione, un’occasione di valorizzazione del territorio e del turismo.

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