Music

May 30, 2011

Non esiste capitale della cultura senza musica libera

Luca Sticcotti

Qualche giorno fa il titolo d’apertura sulla pagina degli spettacoli del quotidiano Alto Adige era assolutamente esplicito: “Bolzano vuole solo la musica classica”. A parlare era Walter Egschgfäller, titolare di un negozio di dischi del centro storico e storico organizzatore di eventi musicali.

Eschgfäller si riferisce in generale alla situazione che sta vivendo l’intero comparto della musica leggera e rock, che a Bolzano rischia di doversi definitivamente rintanare in cantina. Si tratta di locali anche storici che chiudono (Masetti) o smettono di offrire eventi musicali (Moritzingerhof). Ma anche di altri locali ed iniziative che da anni soffrono una sorta di persecuzione. Ultima in ordine di tempo l’azione di censura messa in atto dai vigili urbani del capoluogo lo scorso sabato 14 maggio alle 10:30 del mattino per bloccare una performance che il gruppo Swingin Pavones, proposta sul terrazzo della pizzeria spizzico all’imbocco di via Museo. Musica dei Beatles, non hard rock beninteso, offerta nell’ambito di un’iniziativa inserita all’interno della manifestazione Upload, che aveva proprio lo scopo di vivacizzare il centro storico con performance musicali, di vario genere e senza preavviso.

Sabato, nella mia cassetta delle lettere ho trovato l’ultimo numero di Bolzano Notizie, il bollettino d’Informazione della città di Bolzano. “Dove c’è la musica” titola Bolzano Notizie, come a dire che il capoluogo altoatesino si caratterizza proprio per l’importanza che dà alla musica. Già dalla copertina sono indicati Bolzano Festival Bozen e Sudtirol Jazz Festival come “luoghi” della musica. E all’interno della rivista, bilingue, non vi è traccia di Upload, la manifestazione dedicata ai giovani ed al rock sulla quale da qualche anno punta invece la provincia, per animare, è inutile dirlo, soprattutto Bolzano.

Domanda numero 1: comune e provincia si sono parlati?

Domanda numero 2: il comune di Bolzano è consapevole che la sua politica culturale, in campo musicale, rischia di apparire e risultare assolutamente reazionaria?

Domanda numero 3: comune e provincia sono consapevoli che in queste due settimane a Bolzano si sta sviluppando un vasto raggruppamento di musicisti, amanti della musica, organizzatori musicali, gestori di locali, giornalisti musicali che non ne possono più dell’atteggiamento del comune di Bolzano nei confronti di tutti gli eventi che implicano suoni alla luce del sole, leggasi non rinchiusi nelle catacombe?

La questione è sulla bocca di tutti, non stiamo parlando di poche decine di persone. La sorta di comitato “in nuce” che sta nascendo si chiama Musica Libera Freie Musik e si richiama ad un logo che rappresenta Oetzi alle prese con un contrabbasso. In facebook è diffusissimo. I musicisti bolzanini hanno voglia di suonare, di stare insieme, di fare cultura. E sono stufi di fare la corsa ad ostacoli e ritrovarsi sempre più spesso davanti ad un muro.

Quali sono gli ostacoli? Innumerevoli. Il volume, gli orari per i locali, la burocrazia per gli organizzatori di eventi, il credito (assoluto) che viene dato anche a singoli cittadini che si lamentano a fronte di decine o centinaia di altri cittadini che condividono un evento musicale.

I musicisti bolzanini (e non solo) sono naturalmente portati a collaborare in vista di eventuali performance. Sono molto meno pronti ad occuparsi di altre questioni, soprattutto quelle organizzative. Ma il fatto del 14 maggio sulla terrazza dello spizzico è stato vissuto da tutti, senza distinzione, come una goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un vaso dal quale manca tra l’altro da anni uno spazio sacrosanto, anche decentrato, dove si possano organizzare eventi che non corrano il pericolo di essere bloccati dalle proteste dei vicini.

Per l’amministrazione del comune di Bolzano si preannunciano tempi duri: il popolo della musica non ne può più, chiede di sopravvivere, di potersi esprimere, ed in merito sta elaborando una serie di iniziative da mettere in atto.

Ma anche l’assessorato alla cultura delle provincia non se la passa bene: è inutile avere belle idee se poi la realizzazione delle stesse deve passare attraverso le forche caudine della mancanza di regole chiare per gli eventi musicali, burocrazie assurde e accuse vicendevoli. Non è il caso di cominciare a parlarsi?

 

 

 

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