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April 17, 2011
Habemus papam
Cristina Vezzaro
VOTO: 9
Geniale. È il primo aggettivo che mi è venuto in mente durante i titoli di coda.
Geniale per la capacità di ricostruire la sacralità del conclave che porta alla nomina di un Papa e per la semplicità con cui poi i cardinali si dimostrano (anche se è difficile immaginare che nella vita sia davvero così) semplici e umani, poco ambiziosi e anzi timorati, semplici uomini con desideri (la guida Baedeker per visitare Roma) e difficoltà (“tranquillanti maggiori”) tutte terrene.
Per la capacità di mostrare il lato umano di un traguardo – come quello del pontificato – che non è altro che l’ultimo scalino di una gerarchia ben chiara con una carriera ben strutturata e che, ancora una volta, siamo oramai abituati a giudicare con non poca ipocrisia e scetticismo.
Geniale per la capacità di trasformare un segreto inconfessabile, quello della fuga di un Papa per le vie di Roma, in un’opportunità per fare di un gruppo di cardinali i partecipanti di un torneo di pallavolo con un cattivissimo Moretti – psicanalista di gran fama chiamato per aiutare, in una contraddizione in termini, il Papa nella sua crisi da nomina – nelle vesti dell’arbitro o dell’agitatore che porta scompiglio in un ordine indiscusso.
Geniale per la promiscuità tra sacro e profano per eccellenza, tra la fede cieca in un ordine superiore in cui non c’è spazio per sessualità né sogni, per madri né passati individuali, e la psicanalisi, indagine approfondita nell’inconscio e nel passato.
Geniale, infine, per il cinismo e l’autoironia con cui Moretti riesce a inserirsi tra vesti cardinalizie e tendaggi vermigli che su bianchi marmi risaltano come sangue sul corpo di un innocente.
Bravissimo Michel Piccoli e azzeccatissimo, in ogni sua forma, il casting.
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