Music

December 3, 2010

Giorgio Conte: “Non facciamo la brutta televisione”

Marco Bassetti

Martedì sera Giorgio Conte e Bruno Gambarotta porteranno il loro spettacolo “Storie vere di una provincia inventata” al Teatro Cristallo di Bolzano. Uno spettacolo incentrato sul dialogo tra le gustose canzoni del primo e i pungenti racconti del secondo, astigiani entrambi, lungo il filo dell’amarcord. Piccoli frammenti di vita, piccole storie di provincia che ci riguardano un po’ tutti da vicino, “perché la provincia – dice Conte – è uguale dappertutto”. Lo abbiamo intervistato.

Il vostro spettacolo s’intitola “Storie vere di una provincia inventata”, di che cosa si tratta?
È un’alternanza di monologhi, recitati da Gambarotta, e canzoni da me cantate, ogni tanto mi lancio anche nella lettura di piccoli racconti. Nello spettacolo monologhi e canzoni non sono mondi separati, c’è un sottile filo rosso che li unisce. Quando Gambarotta parla, ad esempio, di cibo, io mi cimento con le mie canzoncine “L’erba di San Pietro” e “Canelloni”. Quando Gambarotta parla del mare, io subentro con “Una giornata al mare”. Raccontiamo storie vere, o meglio verosimili, prendendo spunto dalla nostra adolescenza e lavorandoci sopra con la fantasia. Lo spettacolo si basa sul “c’era una volta”, lavoriamo sul filo dell’amarcord. Parliamo di scuola, di donne, di amici… Ci prendiamo anche molto in giro.

Quindi “storie reali” che hanno come scenario la vostra città, Asti?
Certo parliamo anche della nostra città, città che è sempre rimasta una piccola città. Ma abbiamo portato questo spettacolo un po’ ovunque e l’accoglienza è stata sempre la stessa, la provincia è uguale dappertutto. Ci sono diverse inflessioni dialettali, ma le situazioni sono sempre le stesse. Anche quando uno va in città a lavorare non si stacca mai da quel piccolo spaccato di umanità che è tipico della provincia.

Piccoli racconti di provincia, tra il reale e il fantastico, che comunque si distaccano da quella che è la realtà di oggi, per certi versi così poco affascinante?
Certamente noi rifuggiamo da qualsiasi parolaccia, pettegolezzo o gossip. Quelle cose lì (in realtà Conte ricorre ad un “francesismo” piuttosto colorito, qui non riportabile, ndr) non ci interessano proprio niente. Non facciamo la brutta televisione di adesso.

Anche nell’idea di intrecciare parola recitata, racconto e canzone, che si rifà al nobilissimo genere del teatro canzone oggi poco frequentato, si legge un ripudio della “realtà” così come ci viene raccontata oggi.
Credo di sì. Il nostro è teatro, non è televisione. Un’idea di teatro aperto, non completamente scritto, con ampi spazi lasciati all’improvvisazione, in cui ci sono ogni volta delle sorprese, magari con delle canzoni che mi vengono in mente all’ultimo momento. Sul palco io e Bruno interloquiamo molto, uno passa la palla all’altro, io con le mie canzoni, lui con i suoi racconti. E a seconda dell’assist il gioco cambia, ci divertiamo molto. Bruno è imprevedibile, qualche volta mi mette in difficoltà ma fa parte del gioco. Magari quando mi impappino, Bruno invece di aiutarmi dice “Dillo con parole tue”. Le variazioni rispetto alla scaletta avvengono anche in base al pubblico, alle situazioni specifiche in cui ci troviamo. Abbiamo collaudato questa formula dalla Puglia al Trentino e abbiamo capito che c’è sempre qualcuno che si identifica coi nostri racconti, che ha già vissuto più o meno le stesse situazioni.

Dal punto di vista strettamente musicale, come si svolge lo spettacolo?
Io sono in scena con il violinista-polistrumentista Claudio Rossi, siamo in tre e nulla di più, siamo lì che ce la raccontiamo e il pubblico entra in sintonia con noi. Le canzoni vengono pescate del mio repertorio in modo da risultare omogenee rispetto alle situazioni narrate, la mia volontà è di rimanere aderente al clima dei racconti. Ci sarà sicuramente “Non sono Maddalena” (classico del repertorio di Giorgio Conte, primo successo di Rosanna Fratello, “Gondola d’Argento” alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia nel 1969, ndr) per il gran finale in cui io canto e Bruno fa il “direttore d’orchestra”.

GIORGIO CONTE E BRUNO GAMBAROTTA
“Storie vere di una provincia inventata”
Martedì 7 dicembre, ore 21.00
Teatro Cristallo, vi Dalmazia 30, Bolzano

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