Music

November 19, 2010

Chicks on speed? “It’s real edutainment!”

Marco Bassetti

Le Chicks on speed sono uno dei fenomeni pop più interessanti dell’ultimo decennio. Alex Murray-Leslie, la biondina australiana del trio originario, questa sera porterà un pezzo di quel colorato mondo all’Ufo di Brunico, in un dj set in cui verrà condensata la sua personalissima visione musicale ed estetica, all’incrocio tra musica, performance artistica, fashion e lo spirito punk del “do it yourself”. Sarà un’occasione per conoscere lo “stato dell’arte” della dance contemporeanea. Ma anche, come potete leggere qui sotto nell”intervista ad Alex , una “esperienza sinestesica multidimensionale”.

Dacci subito qualche coordinata riguardo al dj set di questa sera.

Suonerò le mie canzoni preferite, mescolate assieme ad assalti di chitarra con scarpe dal tacco altissimo, fashion radicale e, naturalmente, dancing!

La propensione a confondere in confini tra musica, arte, fashion e performance è un marchio di fabbrica del progetto Chicks on speed. Che influenza hanno le diverse arti  sulla vostra musica?

Tutto è collegato insieme, un medium non può esistere senza l’altro, come un’esperienza sinestesica multidimensionale. Noi amiamo l’arte, ma non direi che l’arte è una fonte di ispirazione, è piuttosto la vita che ispira la nostra arte.

Il vostro gruppo è stato connesso col fenomeno electroclash (sottogenere underground della house influenzato dall’estetica camp). È ancora viva quella scena ?

Certo, noi però ci siamo mosse in altre direzioni. Ci siamo spostate verso il mondo dell’arte, allestendo sul palco delle performance create da noi stesse, con strumenti auto-costruiti.

Le Chicks on speed sono un progetto multiculturale (il gruppo comprende oggi sei ragazze, un’australiana, due statunitensi, una germanica, un’anglo-israeliana,  una estone) con diverse “basi” in giro per il mondo. Come questa situazione influenza la vostra musica?

Rende più ricco quello che facciamo, sarebbe noioso se tutte vivessimo insieme nella stessa città. Ognuna di noi vive una differente cultura, entrando in contatto con esperienze diverse, amici, arte, architettura, eventi… Quando ci incontriamo tutte queste esperienze vengono condivise, sono gli opposti che danno forma al nostro lavoro. Nel rock, come nella dj culture, nella maggior parte dei casi il potere è ancora saldamente in mano agli uomini. Voi che siete un progetto fieramente tutto al femminile, come affrontate questa questione?

Non stiamo di certo ad aspettare. Al Kampnagel theatre di Amburgo, ad esempio, allestiamo party chiamati “Girl Monster”, in cui invitiamo ad esibirsi tutti i nostri “girl monster acts” preferiti (stiamo parlando di eventi di questo tipo, ndr). Ci piace l’idea di educare il pubblico attraverso grande musica prodotta da donne giovani e ispirate. Queste serate sono una miscela di letture, workshop, performance artistiche e videoproiezioni,  si tratta di vero e proprio “edutainment” (parola, nel caso qualcuno non l’avesse capito, composta da education ed entertainment, ndr).

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