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October 23, 2012

Lën – Storie e pensieri di tre artisti gardenesi

Anna Quinz

“Ho preso in affitto una stanza per dieci giorni alla pensione Demetz, in centro ad Ortisei. Ho comprato della carne in scatola, del formaggio, del pane e del liquore. I libri, la carta e la penna, nulla che potesse catturare immagini o suoni. La prima sera sono sceso per strada e ho scelto un’osteria tra le altre. Gli uomini della valle amano il buon vino e la grappa che scalda i pensieri, quindi mi sono seduto al banco. Se in un piccolo paese di montagna si occupa sempre lo stesso sgabello, si fa presto a diventare degli habitué agli occhi dell’oste e degli altri avventori. Così ho cominciato a parlare con chi mi si sedeva a fianco, seguendo quell’esercizio antropologico che fa si che dalle parole si ricavi il disegno di un luogo (prima ancora di vederlo), di chi lo abita e delle abitudini di chi lo abita”. 

Con queste parole il regista Elia Romanelli introduce il suo viaggio in val Gardena, e l’avventura che lo ha poi portato alla realizzazione del film “Lën – Storie e pensieri di tre artisti gardenesi“, opera vincitrice ex aequo della seconda edizione del Premio Autori da scoprire Sezione Video nella categoria documentari. Il film (prodotto dalla piccola casa di produzione Studio Liz) racconta vita e opere di tre artisti gardenesi, Otto Kostner, Aron Demetz e Egon Rusina, profondamente legati alla terra d’origine, ma capaci di guardare al di là dei confini delle montagne altoatesine. Il regista, non altoatesino, entrato in relazione con i tre e con le atmosfere gardenesi, ha potuto cominciare a vedere gli artisti al lavoro, ha cominciato a sentirli comunicare nella loro lingua ladina, ha cominciato a comprendere il loro rapporto con il legno di cirmolo, compagno fedele di ogni scultore della valle. E così, ecco questo film, piccolo ma importante che parla degli artisti certo, ma più in generale di un mondo e di un modo di essere. Anche noi spettatori possiamo, man mano che scorrono le immagini, entrare in questa valle e in queste vita, e scoprire quello che ha scoperto lo sguardo “alieno” di Romanelli: “ho compreso che è una terra di partenze e ritorni, dai tempi della gerla e fino ad oggi, dove persone ben forgiate dalla neve dell’inverno e dai prati estivi, tornano dopo aver visto il mondo, per applicare le curiosità osservate durante il viaggio alla lavorazione del loro legno, per dargli sempre una nuova forma, per metamorfosarlo sempre in nuovi modi, per portarlo ad essere arte scolpita. Parlare di legno in questa valle è come parlare d’arte. E parlando d’arte a volte sembra di parlare di vita“.

* Il documentario sarà proiettato questa sera al Centro Culturale Trevi, alle 18, all’interno del progetto Spazio Lib(e)ro. Inoltre verrà presentato anche un altro film, il secnodo vincitore ex aequo della seconda edizione del Premio Autori da scoprire Sezione Video nella categoria documentari: “Il Rifugio. Storie di escursionisti in Alto Adige” scritto, diretto e prodotto da Vincenzo Mancuso – Dokumenta Film Bolzano. Un’altra visione altoatesina, un altro punto di vista per raccontare, per immagini, la nostra terra.

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