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November 29, 2018

Verknüpfungszwang #05: La Biblioteca Tirolese

Allegra Baggio Corradi

Volano (TN), 23 novembre 1731. Nasce Giangrisostomo Tovazzi, quarto di dieci figli. Diciotto anni dopo diventa francescano e inizia gli studi di filosofia. Trascorre pressoché tutta la vita presso il convento di San Bernardino di Trento. Muore nell’infermeria del convento nel 1806.

Oltre a Prezzologia trentina o sia memorie antiche e moderne de’ prezzi delle cose e Malographia: cronaca dei fatti calamitosi avvenuti nel Trentino, Tovazzi pubblica Biblioteca Tirolese, un rendiconto dell’attività letteraria svoltasi in Tirolo dal tardo medioevo all’Ottocento.

Nel 2006, in occasione del bicentenario della morte di Tovazzi, la Fondazione Biblioteca San Bernardino di Trento, ha pubblicato una nuova edizione della Biblioteca Tirolese. Una copia si trova ora al quarto piano della biblioteca Warburg, sezione ‘Azione’, scaffale ‘storia del Nord-Italia’, codice ‘HNH 735.5’. Il libro racchiude i tre volumi manoscritti di Tovazzi e riserva uguale spazio ai personaggi più o meno noti. Troviamo nomi familiari come Cusano, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente, ma anche medici e “poeti minori, cioè autori di brevi componimenti poetici latini ed italiani stampati in fogli volanti od in raccolte in diversi tempi”.

Apriamo il libro a caso. Leggiamo. Articolo 424. “Giacopo Vareni da Panchiato, fiemmasco, benché di professione sarto, dicesi aver descritto in rima tutte le montagne della valle di Fiemme, e che tal canzone viene cantata dai fiemmaschi ed usata nel dessignare le selve.” Tovazzi non riporta il testo della canzone. Meglio così, lo possiamo rendere nostro.

Proseguiamo, ancora affidandoci al caso. Articolo 433. “Anonimo francescano ha compilato a S. Leopoldo un libricciuolo contenente regole di canto fermo e quelle cose che soglionsi cantare nel corso di un anno da’ coristi francescani”. Anche qui niente testo.

Continuiamo. Articolo 670. “Giuseppe Antonio Slopp di Trento, dottore delle leggi e professore di astronomia a Pisa pubblica raccolta galliciolana per il vescovo di Thunn”. Arzigogolato, ma purtroppo ancora nessun testo.

Procediamo. Articolo 845. “Anonimo mariniano italiano ha composto una lunga, graziosa e notabile canzione in lode de’ cani per liberare il cane del sig. Marini di Roveredo nominato Leone.” Ecco finalmente il testo! In linea con l’omissione dei testi di Tovazzi, ne riporto solo un estratto. Le restanti rime le lascio alla vostra immaginazione.

Qualche po’ di compassione
per il povero Leone:
questa supplica segnate,
e levare mi vogliate
Dalla lista dove sto,
Che obbligato vi sarò. 

Concludo con il decreto del Magistrato apposto in calce alla poesiola dell’anonimo goliardico.

 Dopo aver esaminato
La presente esposizione
Del valente can Leone,
Ed attesi i pregi rari
Che per certo non han pari,
Di cui egli ne va adorno
Già notori nel contorno,
Col presente suo decreto
Per lui toglie ogni divieto;
Ed acciò sen resti in vita
Gli concede iuxta petita! 

Importante lezione da trarre: nel 1786 i burocrati sapevano ancora prestarsi al gioco!

Alla prossima connessione! Alla prossima compulsione! La conclusione.

Immagine: Allegra Baggio Corradi/franzmagazine

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