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October 5, 2018

Andrea de Chirico, il designer Superlocal(e)

Mauro Sperandio

Andrea de Chirico é un giovane designer romano trapiantato a Bolzano, che vanta un vario e ricco curriculum. Ha studiato all’ISIA di Roma e alla Design Academy di Eindhoven e collabora come ricercatore con la Facoltà di Design e Arti di Bolzano. I suoi lavori sono stati esposti al Design Museum di Londra, alla Triennale Design Museum e alla Z33 House for Contemporary Art.
La verve delle sue parole si ritrova negli oggetti che disegna. La sua “presenza mentale”, nell’epoca in cui vive e nei contesti in cui si confronta, sposa concretezza e sognante lungimiranza, trovando nel suo Superlocal un interessante condensato…

Forma? Colore? Funzione?

Ironia?

designer

Il feticcio

Credo che il design al momento debba la sua rilevanza al fatto che non si occupa più solo di produrre oggetti, tridimensionale o bidimensionali che siano. Ciò detto, ci sono moltissimi oggetti a cui sono legato. Gli oggetti che progetto sono sicuramente quelli con cui ho il legame più forte, ma forse questo è normale. Se dovessi prendere un oggetto iconico direi Parentesi di Vico Magistretti.

Naturalmente affascinante

È difficile sceglierne uno perché ognuno ha il suo carattere e la sua bellezza. Forse per tornare all’elemento ironico, che secondo me è molto importante, ti direi l’ananas. Trovo che combini una grande qualità estetica con una componente ironica molto spiccata.

L’ispirazione

Credo che per essere ispirati si debba in primo luogo essere curiosi. Provo sempre ad avere uno sguardo critico verso le cose, e a entrarvi in profondità. Non credo nell’ispirazione fugace o repentina, ma piuttosto come attitudine. “Essere ispirati” per poter ispirare altre persone.

Designer solitario

Il mio lavoro è più personale che solitario. Lavoro sempre in stretta collaborazione con il contesto in cui opero. Questo chiaramente porta con sé persone, luoghi ma anche materiali. Il costante dialogo fra questi elementi porta poi a definire il risultato, oggetto o evento che sia. Credo che questo renda la mia pratica più collettiva che solitaria.

setshanghaiprinting

Designer in rete

Credo che sia molto importante costituire delle reti, queste poi sono composte di varie figure, compresi anche i designers. L’importante secondo me è sempre avere una giusta varietà e commistione di punti di vista, così da non appiattire il dibattito. Le reti inoltre, grazie soprattutto alle tecnologie, sono sempre più importanti. Trovo per esempio molto interessante la struttura e le possibilità della Blockchain. Apre moltissimi scenari: pensa per esempio avere un database condiviso di informazioni riguardo alla costruzione di ogni prodotto industriale. Quanto cambierebbe la nostra relazione con gli oggetti sapere la loro vera storia? Quanto si trasformerebbe il loro ciclo di vita?
Il punto è che siamo in una fase storica in cui molti dei nostri sistemi economici e produttivi stanno mostrando il fatto di non essere al passo con i tempi. C’è una grossa sfida nel ripensarli rispetto alle nuove tecnologie. Il designer secondo me dev’essere un qualcuno che mette in discussione i vecchi sistemi e ne suggerisce di nuovi. L’intro del sito del mio progetto SUPERLOCAL recita: “How do you want your everyday life objects to be produced?”. Cioè: non dare per scontato ciò che ti circonda e come viene prodotto, ma prova a entrare dentro il suo meccanismo, e trovare il tuo punto di vista. Credo che sia importante porsi le giuste domande. Ecco, secondo me il designer è colui che avvia questo processo, che poi è il primo passo per un vero cambiamento. In altre parole il design è politico.

andrea de chirico designer

Progettare il futuro (professionale)

Progetto il mio futuro un po’ come affronto un nuovo progetto. Cioè provando ad avere una visione per quanto riguarda il risultato finale, ma lasciando che anche  il caso e l’intuito definiscano il percorso per raggiungerlo. Provo sempre a trovare un giusto mezzo tra la programmazione delle cose, e il loro svolgersi anche secondo disegni irrazionali o intuitivi, che quindi a volte è anche difficile descrivere in senso scientifico. In ogni caso per quanto riguarda il mio progetto principale, che si chiama SUPERLOCAL, 0 miles production vorrei trasformarlo in un movimento di persone che condividono un ideale per quanto riguarda la produzione. Sono già in contatto con alcune persone con cui vorremmo avviare delle piccole produzioni di oggetti costruiti localmente, così poi da ispirare altre persone a fare lo stesso.

Foto: © Andrea de Chirico

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