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September 27, 2018

11 years cool_schrank: intervista a Ines Ivkovic di Studio BABAI

Verena Spechtenhauser

Esattamente 11 anni fa, il 27 settembre del 2007, nasceva a Bolzano il magazine free press cool_schrank. Un’avventura editoriale durata 2 anni, un hub creativo per parlare – su carta – di moda, design, arte e contemporaneità, uno spazio di osservazione del mondo da portare in Alto Adige e dell’Alto Adige da portare (o almeno provarci) nel mondo.

cool_schrank è stato un po’ il “prequel” di franzmagazine, il primo fondamentale punto d’incontro tra personalità creative locals e non locals, che insieme hanno ragionato su carta prima e su web poi, dando vita alla piattaforma sulla quale vi trovate in questo momento. E allora, noi della redazione di franzmagazine, infinitamente grati a quel primo progetto  che ci ha visto nascere come entità editoriale, che ci ha insegnato le basi del nostro lavoro (imparate, facendo…) e che ci ha fatto muovere i primi passi in un’esplorazione fuori dagli schemi della nostra terra, abbiamo deciso di celebrare questo compleanno intervistando – 11 anni dopo (perché 11 e non 10? Non c’è un perché, 11 ci sembrava un bel numero, tondo e incisivo!) - quelle persone che insieme a noi si sono tuffate senza salvagente in quella folle, bella, stimolante impresa che si chiamava cool_schrank. Persone creative, visionarie e sopratutto coraggiose. 11 domande ciascuno, 1 macchina del tempo che va avanti e indietro e 1 ricordo prezioso per tutti noi, che sicuramente ci accompagnerà almeno per altri 11 anni.
Iniziamo con Ines Ivkovich, che ha progettato il logo di cool_schrank, e molto altro!

Ciao Ines! Dicci chi sei, cosa facevi 11 anni fa e qual era il tuo ruolo nella rivista cool_schrank.
Sono una designer grafica, una mamma e dirigo una rivista per i genitori imprenditori.
Undici anni fa, nel mio soggiorno a Imola, con Anna abbiamo progettato il primo numero di cool_schrank. Era sicuramente il file più pesante che io abbia mai prodotto, tanto è che il trasferimento ci ha messo una notte intera per raggiungere la tipografia.

Invece cosa fai ora, 11 anni dopo?

Sono una mamma tre volte, ho due computer, uno in ufficio e uno a casa. Non sono proprio una persona “nine to five”, come direbbero gli inglesi. Lavoro sempre, sono una sorta di “drugstore” aperto giorno e notte.

Qual è stato il progetto che ti ha entusiasmato di più in questo decennio +1? Uno fatto da te e uno da altri, che ti ha fatto dire: “vorrei averlo pensato io”.

Probabilmente la passerella di Christo al lago d’Iseo. Più che “vorrei averlo pensato io”, forse sarebbe più azzeccato dire “vorrei averlo fatto io”, visto che di cose assurde me ne sono passate per la testa.
Mi entusiasma andare in bicicletta in ufficio e vedere la città svegliarsi, salutare il giornalaio che mi conosce e mette da parte le riviste per me appena arrivano, vedere il barista salutarmi per nome e allungarmi il caffè macchiato senza che io lo abbia chiesto. Adoro intervistare le persone per Bureau and Family e cercare soluzioni per il packaging per i miei clienti dello studio. E adoro il secondo progetto che ho fatto recentemente con Anna, Hötzywood.

Tra 11 anni invece dove ti vedi? Realisticamente e nel migliore dei mondi possibili?

Tra 11 anni, vedo me stessa in uno studio creativo ibrido, “click and mortar” che integra il mondo online con quello “toccabile”, che produce delle riviste e romanzi, è un bed and breakfast e uno spazio coworking per i genitori imprenditori, che vende gonne fatte con i tessuti illustrati in due taglie: per le mamme e per i bambini, e produce i succhi di frutta e il cioccolato con un packaging entusiasmante di una fattoria biologica locale.

Continuando a giocare alla macchina del tempo, pensa a te 11 anni prima di cool_schrank. Cosa volevi fare “da grande”? Ci sei riuscita? Se si o se no, se potessi ricominciare da zero, in quale altra carriera ti vedresti bene?

Volevo essere un medico che scriveva i romanzi. Una specie di medico lo sono quando ho i bimbi con la febbre, il romanzo deve ancora arrivare. Se non facessi il lavoro che faccio probabilmente mi vedrei in una camicia rossa a scacchi da boscaiolo norvegese, a guidare un camion attraverso la neve del nord profondo, trasportando il legno dai boschi sostenibili per una fabbrica di carta, la carta che poi si userebbe per produrre la mia rivista.

Da cosa o da chi ti fai ispirare nel tuo lavoro?

Dalle idee trasformate in qualcosa di tangibile.

Qual è il tuo mantra? In che modo affronti una scelta importante?

Azione. Massiccia.

Come ricarichi le batterie dopo una giornata pesante?

Facendo delle chiacchiere con i miei tre bimbi. Vedono il mondo sempre da una prospettiva curiosa.

Qual è stata la lezione più bella che hai portato a casa da cool_schrank?

Che è fondamentale iniziare e non rimandare mai. E poi avere fiducia nel processo.

Dai un consiglio spassionato a chi sogna di buttarsi professionalmente nel tuo mondo.

Sforzati di guidare gli altri anche quando non sai quello che stai facendo e abbi l’umiltà di farti condurre dalle persone che ammiri, anche quando sei certo di sapere quello che stai facendo.

Giocando con il nome di cool_schrank, svelaci qual’è la cosa che non manca mai nel tuo armadio e quella che invece non manca mia nel tuo frigorifero.

Nel mio armadio non manca mai il disordine, e nel frigo ci sono sempre il latte e la birra artigianale, sono tutti e due degli aperitivi, ma pensati per i target diversi della mia piccola famiglia.

Foto: Ines Ivkovic

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