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August 8, 2018

L’Heimat di Marilù Eustachio
a Kunst Merano Arte

Mauro Sperandio
Fino al 16 settembre 2018, Kunst Merano Arte ospita "Heimat", personale della pittrice Marilù Eustachio.

Non saprei dire se al lavoro e alla persona di Marilù Eustachio si sia mai dedicato qualche studioso di semiologia. Se così non fosse, sarebbe interessante incoraggiare qualche esperto di questa materia a valutare il lavoro della pittrice e grafica dal punto di vista della prossemica. Questa disciplina, che valuta i gesti, lo spazio e le distanze della comunicazione troverebbe materiale di certo interesse nelle sue opere ed anche nella sua biografia. La frequentazione con illustri pensatori del secolo scorso si mostra stretta. La distanza permessa dall’ironia si mostra “elastica”. La lontananza dalla Heimat altoatesina si misura in centinaia di chilometri, ma la terra natia palpita come nel petto il cuore. Nelle sue opere il tempo, che è la distanza tra i fatti, si fa assoluto e la distanza permette lucidità.

Incontriamo Marilù Eustachio, che con “Heimat” esporrà a Kunst Merano Arte fino al 16 settembre ’18:

Il lavoro della pittrice è un lavoro di sintesi, che richiede di “sporcarsi” col mondo e i suoi abitanti, ma abbisogna anche di concentrazione e raccoglimento. Che rapporto ha con la solitudine e la “compagnia”?

L’una ha necessità dell’altra. La vicinanza richiede lontananza ed entrambe hanno pari importanza.

La sua personale che è ospitata a Kunst Merano Arte è intitolata Heimat. Con questa parola intraducibile lei si riferisce all’Alto Adige, in cui è nata. Come chiamerebbe, invece, Roma, città in cui vive da decenni?

A Roma mi sono trasferita quando avevo due anni, ci vivo dunque da più di ottanta. Il luogo del mio pensiero e del mio cuore è però l’Alto Adige, che negli anni ho sempre frequentato. A questa terra si lega anche un sentimento di nostalgia, che per la Capitale non provo, visto che in essa ci vivo.

Marilù Eutschio

È sua solidissima abitudine quella di appuntare quotidianamente su taccuini vicende e impressioni. A quale esigenza risponde una tanto meticolosa attività?

Tengo questi taccuini dal 1986 ed ormai sono più di duecentoventi. Sono innanzitutto un pretesto per disegnare e costituiscono l’ossatura di un discorso che si sviluppa nel tempo. Ognuno di essi ha una sua particolarissima identità, “editoriale” diciamo, per evitare la monotonia di una simile occupazione. Sono libricini di appunti e memorie, parole e immagini.

Penso alle sue storiche amicizie con letterati quali Goffredo Parise, Nadia Fusini e Francesca Sanvitale. Che rapporto ha, lei che per vocazione si dedica alla “idea disegnata”, con la “idea in forma scritta”?

È un rapporto molto forte. Sono da sempre una grande lettrice e senza libri non mi sentirei integra. Sono una costante della mia esistenza e sono convinta che la lettura sia un’attività utilissima, una grande ginnastica per il pensiero. Leggo moltissimo per abitudine, convinta che ogni momento passato a leggere mi arricchisca e non mi porti via nulla.

5. Marilù Eustachio

Mi appello al suo senso estetico e alla sua esperienza di vita tra questo e lo scorso secolo, senza chiederle nulla delle sue personali convinzioni politiche, per sapere di che colore dipingerebbe il periodo storico che stiamo vivendo.

Grigio. Ho avuto la fortuna di vivere periodi diversi e di frequentare intellettuali come oggi non se ne vedono, ricevendo umanamente moltissimo. Oggi, salvo rare occasioni, non mi pare ci sia più nulla di tutto questo. C’è stato un tempo in cui si credeva nella cultura, mentre oggi non è più un valore. Fino a trent’anni fa, a Roma si potevano incontrare artisti di alto livello, che erano di ispirazione, oggi invece… Non so se questa sia una considerazione di una persona vecchia e se è l’età che mi porta a vedere nero, ma è questo quello che noto. Vedo anche dilagare un cieco individualismo, per il quale, come si dice a Roma, ognuno si fa i cavoli suoi in modo brutale. Non c’è voglia di confrontarsi, avvicinarsi, parlare.

A difenderla e confortarla, oltre alla sua cultura, lei possiede uno spiccato senso dell’ironia. Da cosa l’ha salvata questa dote?

L’ironia crea distacco dalle cose e permette di vedere i fatti per come realmente sono, evidenziandone l’aspetto ludico e sgravandone dall’inutile zavorra della seriosità. Non sempre l’ironia costituisce un valore, ma nel mio caso credo serva ad alleggerirmi la vita e il rapporto con gli altri.
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In quali temi o ambiti vuole ora investire tempo ed energie?

Vado a naso, come con i libri o con le mostre, per i quali ho un certo intuito. Non mi lascio certo dirigere dalla cosiddetta “opinione pubblica”. Credo di avere delle “buone antenne” e seguo quelle.

 

Foto ©:
1) Marilù Eustachio, Group of different works from 1996-2018. Courtesy the artist. Photo: Ivo Corrà.
2) Marilù Eustachio, Heimat, 2017. Courtesy the artist.
3) Marilù Eustachio, Carte Colorate (dissolvenze), 2014-2017. Courtesy the artist. Photo: Ivo Corrà.
4) Marilù Eustachio, Heimat, 2017. Courtesy the artist.

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