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July 25, 2018

Supercontinent2. Talkin’ about #03: intervista a Filippo Minelli

Anna Quinz

 Quest’anno Centrale Fies – durante i giorni di Supercontinent2 – apre parco e giardino nel tardo pomeriggio per esplodere definitivamente la forma talk. 

Quattro momenti dedicati all’espansione di tematiche, atmosfere e pratiche artistiche prima delle performance e degli spettacoli in programma. Mercoledì 25, giovedì 26, venerdì 27 e sabato 28, alle 17.30, la session Talkin’ about, avrà il potere non solo di far esplodere il classico formato dei talk, ma anche i contenuti legati a queste ultime edizioni del festival che filosofi, sociologi, architetti, ricercatori e sound designer andranno ad indagare attraverso pratiche e modalità completamente diverse tra loro.
Talkin’ about rovescia il concetto di talk, stupendo il pubblico ogni volta con modalità differenti di narrazione e confronto con l’ospite.

franz intervista i quattro protagonisti, uno per uno, con cinque domande, sempre le stesse. Il terzo ospite intervistato, qui e ora, è Filippo Minelli, che potrete ascoltare sabato 28 luglio alle 17.30.

Parlaci di te. Chi sei, cosa fai nella vita, di cosa si occupa la tua ricerca?

Mi chiamo Filippo, mi occupo di ricerca e arte contemporanea in maniera indipendente, sono cresciuto a Brescia ma passo il tempo viaggiando, mi sto organizzando per lasciare l’Europa ma quando torno uso Barcellona come base. Sono molto interessato alle relazioni fra paesaggio e identità, che studio per poi creare lavori che vanno dalla rilettura della narrativa politica ad installazioni e performances.

Per la prima volta Centrale Fies organizza durante il festival questa serie di talk “esplosi”. Nel tuo, quali pezzi di te e del tuo lavoro porterai e racconterai, quali elementi di pensiero personale pensi potrai aggiungere alla programmazione del festival? Detto più sinteticamente, perché venire ad ascoltarti?

Per il mio intervento parlerò del rapporto fra paesaggio e identità in nord Italia, e di come la politica è riuscita con successo a sfruttare la scomparsa dell’identità locale dopo decenni di sfruttamento selvaggio del paesaggio dal punto di vista funzionale e architettonico. Faremo una passeggiata in cui metterò in relazione il paesaggio della Padania con quello di Slesia e Catalunya, aree europee che si assomigliano molto e che per ragioni incredibilmente differenti hanno cercato l’indipendenza, in un contesto europeo che al tempo stesso non ama esser messo in discussione ma non sa neppure rispondere alle paure del periodo storico in maniera efficace. A un certo punto della passeggiata ci sarà anche una breve performance con fumogeni per sottolineare proprio questa necessità storica di saper interpretare il valore delle emergenze, piuttosto che rifuggirle.

In tempi di velocità della comunicazione e di contenuti che scompaiono nel tempo di un clic, perché pensi sia importante prendersi del tempo per fermarsi a parlare e ascoltare?

Ma sicuramente! E non solo per sanità mentale ma anche come metodo politico, è chiaro come l’attivismo senza ricadute nel reale sia semplicemente distrazione. Ma non è soltanto questione di internet, il principale problema della comunicazione attuale sono i quotidiani, che non servono più, e che per continuare ad esistere sono diventati disfunzionali.

Il Supercontinent (che si manifesta per la seconda volta a Centrale Fies) è un luogo di incontro, dove i linguaggi si moltiplicano e le barriere si sgretolano. Cosa rappresenta per te questo luogo, come sei entrato in contatto con esso e come hai costruito insieme ai suoi abitanti questo percorso che ti ha portato qui? 

Sono entrato in contatto coi curatori quasi un anno fa, anche se ho sempre sbirciato quello che succede a Centrale Fies, e mi è subito sembrato stimolante il loro approccio. Questa pratica lenta e legata all’incontro è un lusso che ci si può permettere sempre meno e non a caso accade nella provincia, dove i confini geografici assumono anche altri significati e si qualificano come gli ultimi ritagli di libertà

Stai preparando la tua valigia per il viaggio con destinazione Supercontinent2, cosa porti con te, quali sono i fondamentali e irrinunciabili “oggetti” (reali o anche no) per questa esplorazione?

Anzitutto curiosità, perché mi fermerò per tutta la durata del festival e voglio fare il possibile per vedere gli altri appuntamenti. Ma come sempre avrò al seguito gli strumenti che utilizzo più spesso: attrezzatura fotografica, scanner 3D e fumogeni per documentare il paesaggio e la performance.

****

Filippo Minelli
Sabato 28 luglio, ore 17.30
Le Terme – Centrale Fies
www.centralefies.it/supercontinent2

Foto: Filippo Minelli

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