Music

July 1, 2018

Simone Graziano + Frontal al Südtirol Jazz Festival Alto Adige

Mauro Sperandio
Per la quinta giornata del Südtirol Jazz Festival Alto Adige, martedì 3 luglio, alle 10.30, Simone Graziano sarà in concerto al Palais Toggenburg di Bolzano con “Frontal”. Un'intervista per scoprire la sua musica...

L’apertura della quinta giornata del Südtirol Jazz Festival Alto Adige è affidata a Simone Graziano,  pianista e compositore fiorentino che figura per riconosciuto merito tra i giovani talenti della scena jazz italiana.
Il concerto di Bolzano vedrà Graziano alla guida del quartetto Frontal e la partecipazione del chitarrista olandere Reinier Baas.
La sua musica vive di curiose antitesi, che la rendono, allo stesso tempo, piacevole/urticante; esplicita/misteriosa; inequivoca/liberamente ispirante, mai scontata/non priva di ricordi.

Il tuo modo di suonare si caratterizza per un approccio ricercato e allo stesso tempo non mediato. Credi sia possibile identificare quali siano le tue fonti di ispirazione non musicali?

Potrei dirti i libri, le mostre, i film, l’arte in generale. Ma sarebbe solo parzialmente vero.
La vera fonte di ispirazione è me stesso. Attraverso l’analisi che compio da oltre 4 anni, ho iniziato lo studio del non cosciente ovvero di tutto il mondo che non si vede, non si sente, ma che quotidianamente da quando si nasce tende a sedimentare dentro di noi. Quel mare così torbido, dove tutto è continuamente messo in discussione e dove non esistono verità certe, è per me una fonte di ispirazione continua.
Senza retorica, posso dire che il tuffo nell’ignoto è il viaggio più entusiasmante che ho fatto in tutta la mia vita.

Simone Graziano ©_ANGELO_TRANI

La tua formazione è classica, ma la tua professione è quella del jazzista. Cosa credi di aver dovuto dimenticare o cosa hai sapientemente “reimpastato” per affrontare questa metamorfosi?

Senz’altro e per fortuna ho dimenticato l’ansia che mi affliggeva prima di ogni performance dal vivo. Ma dalla musica classica che continuo a studiare rigorosamente tra le mie pareti domestiche, traggo continua ispirazione per lo studio del suono del pianoforte e per l’immensa risorsa compositiva che è insita nel patrimonio classico.

Nel descrivere il proprio lavoro, i musicisti utilizzano affermazioni positive. Ti chiederei di descrivere il lavoro con il quartetto Frontal attraverso negazioni ovvero dicendo cosa la vostra musica non è e non vuole essere.

Adoro quest’intervista… Frontal non vuole essere piacevole, non cerca il compiacimento, non va mai dove l’orecchio troverebbe riposo, non vuole la “tranquillità”.

Simone Graziano ©_ANGELO_TRANI
Considerata l’importanza del ruolo che riservate all’improvvisazione, come vivete l’occasione “concerto”?
Il concerto è il momento per cercare di andare al di là dei nostri limiti o, quantomeno, provarci. Nella vita reale siamo racchiusi in un corpo con tutti i suoi limiti; nel gesto artistico, come lo è il concerto, possiamo e dobbiamo cercare la massima libertà.
In Frontal, il corpo con le sue costrizioni è rappresentato dalle composizioni, mentre la libertà del gesto artistico è demandata all’improvvisazione.

A quali esigenze artistiche risponde il tuo suonare da solo e in formazione?
A nessuna in particolare. Dipende solo se il promoter è interessato al mio solo o a uno dei miei gruppi.

Con quali suggestioni vi presenterete al pubblico del Südtirol Jazz Festival Alto Adige?
Con la suggestione di suonare, in uno dei miei festival preferiti in Europa, un materiale per gran parte inedito scritto appositamente per questo concerto.

Foto: ©Angelo Trani

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