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January 30, 2018

D’Italia e d’Austria: la galleria Km0 di Innsbruck

Mauro Sperandio

La dicitura “km 0″ è ormai diventata sinonimo di “locale” e, in un certo modo, di “genuino”. Pensando ad un pane a km 0 ci immaginiamo il contadino che coltiva le spighe, le miete, le sgrana e le molisce per preparare un buon prodotto. Ogni fase richiede la sua stagione e il suo tempo, la capacità di agirà razionalmente e secondo consuetudine, il coraggio di credere al proprio sesto senso.
Come il contadino esperto, ma attento agli imponderabili cambiamenti del clima, anche il gallerista di talento conosce il proprio mestiere e le regole che lo disciplinano, esercitando il coraggio di investire nelle visioni: in quelle dell’artista e nelle proprie.
La galleria Km0, attiva dal 2014 a Innsbruck, ha dato vita ad un interessante intreccio tra arte italiana ed austriaca, dando la possibilità a nomi nuovi di farsi conoscere e ad artisti di lungo corso di essere scoperti sotto nuove angolazioni.

Ne parliamo con Barbara Cortina:

Km0 è una sorta di “ambasciata dell’arte italiana” nell’austriaca Innsbruck. Quale visione ha ispirato la nascita della vostra galleria?

Km0 nasce nel 2014 con l’intento di promuovere in Austria l’arte italiana moderna e contemporanea e di porla in relazione con analoghi sviluppi nell’arte austriaca. Come spiega il nome stesso della Galleria, “Kilometro Zero”, si è voluto simbolicamente azzerare la distanza tra Italia e Austria. Innsbruck è diventata così il punto d’incontro per l’instaurazione di un dialogo tra gli artisti italiani e austriaci.
Nel corso di questi anni, il programma della galleria si è focalizzato a livello internazionale, attraverso una serie di mostre che hanno offerto una visione nuova e originale sul lavoro di artisti affermati, o artisti le cui
opere sono state in qualche modo dimenticate. Abbiamo dedicato mostre, per esempio, a Joseph Beuys e Salvatore Scarpitta, Josef Albers e all’artista italiano Mario Ballocco. E ancora a Luigi Ghirri, Dennis Oppenheim, Angelo Savelli, Gillo Dorfles e ai libri d’artista di Ed Ruscha.

Km0 Innsbruck

Tra gli artisti da voi esposti figurano vari nomi di giovani emergenti. Quali caratteristiche credete li accomunino?

Sin da subito, grande attenzione è sempre stata rivolta alla valorizzazione dei giovani artisti. Pur nelle singole specificità, i nostri artisti hanno saputo sviluppare un’originalità di pensiero e una costruzione formale
dell’opera in grado di farli dialogare con le opere dei grandi maestri che li hanno preceduti. Ad esempio l’artista Maria Walcher (Bressanone, 1984) ha presentato con la serie fotografica Body Measurements I (2006) un’ originale interrogazione su corpo e identità, attraverso un approccio ironico e sperimentale.
Per l’artista austriaca Nicole Weniger (Innsbruck, 1989), la cui prossima performance verrà presentata qui a Innsbruck il 15 febbraio presso il Tiroler Landesmuseen Ferdinandeum, è invece l’interrogazione sul paesaggio la chiave di volta per lo sviluppo di un discorso, personale e surreale al tempo stesso, sulle forme naturali e su come queste concorrano alla costruzione della memoria e dell’immaginario visivo e culturale.
Anche un artista italiano come Gianni Moretti (Perugia, 1978) indaga con grande sapienza tecnica la forma; il suo è un esercizio di esplorazione minuziosa e ossessiva di organismi al limite del collasso e dell’instabilità
della materia. Il percorso di Gianni Moretti si caratterizza per la delicatezza dei materiali utilizzati (carta velina, ceramica, foglia d’oro) e per la predilezione di un’antica tecnica come lo spolvero.

Quali sono le differenze tra il mercato italiano e austriaco?

Se parliamo di sostegno alla giovane arte contemporanea austriaca ma anche agli operatori del settore, crediamo che l’Austria sia stata capace di costruire un sistema più strutturato e efficiente rispetto all’Italia. Il
Bundeskanzleramt Kultur and Kunst, ad esempio, non si limita solo a offrire un ricco programma di bandi per promuovere la mobilita’ dei suoi artisti all’estero, ma sovvenziona attivamente anche la partecipazione delle
Gallerie austriache alle maggiori fiere internazionali. Sul territorio di Innsbruck, il Land Tirol è un’altra realtà molto forte nell’acquisizione dell’arte contemporanea.
Un discorso a parte merita il collezionismo privato che in Tirolo dedica una particolare attenzione agli artisti storicizzati come Albin Egger Lienz, Max Weiler o Alfon Walde, tuttora molto ricercati.

km0

A quali tentazioni deve saper resistere il “gallerista contemporaneo”?

Il gallerista dovrebbe cercare di evitare di seguire le mode, di promuovere artisti le cui opere godono di particolare fortuna sul mercato, solo in un determinato momento.
Il lavoro del gallerista è un lavoro lento: è un lavoro di ricerca e di maturazione. Il gallerista insieme agli artisti, o agli eredi, dovrebbe cercare di costruire un percorso di crescita che porti a consolidare la reputazione, il lavoro e il valore delle opere dell’artista in cui egli stesso è stato il primo a credere.

Quali appuntamenti volete segnalare ai nostri lettori per questo 2018?

Due fiere importanti a cui parteciperemo, per la quarta volta: The Armory Show a marzo a New York e Miart ad aprile a Milano. Sono entrambe fiere d’arte contemporanee ormai consolidate che godono di un buonissimo stato di salute. I collezionisti che girano per gli stand e si riversano per la città, sono molto interessati e preparati! Anche quest’anno contiamo di ampliare la nostra rete di contatti a livello internazionale.

Foto©: 1) Nicole Weniger – “Heimlich › Unheimlich”, 2017 – Installation view – Galerie Km0, Innsbruck. Courtesy: the artist and Km0• Innsbruck
2) Gianni Moretti – “Studio”, 2017 – Xerographic monotype, nails covered with golden leaf on tissue paper and pigment, 50×50 cm. Courtesy: the artist and Km0 • Innsbruck.
3)) Maria Walcher – Körpermaße I (body measurements I), 2006 – Photographs, 30×20 cm. Courtesy: the artist and Km0 • Innsbruck

 

 

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