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March 9, 2017

Sissa Micheli: la creazione artistica,
tra ebrezza e calcolo

Mauro Sperandio
Dal 10 marzo al 29 aprile, a Bolzano, la Alessandro Casciaro Art Gallery ospita "On the Process of Shaping an Idea into Form through Mental Modelling" di Sissa Micheli.

L’imminente inaugurazione di una sua personale nella città di Bolzano è l’occasione per incontrare Sissa Micheli. Nelle sue foto l’informe solidifica, l’effimero eternizza e i (s)oggetti immortalati – dal medium “bidimensionale” in cui si trovano – sembrano staccarsi dalla carta fotografica.
Nessun trucco o effetto speciale: la creatività permette agli indumenti di spiccare il volo, un pensiero solido e strutturato impedisce ad essi di cadere al suolo.

Il lavoro che presenterai alla Alessandro Casciaro Art Gallery si intitola “On the Process of Shaping an Idea into Form through Mental Modelling”. Come vivi il processo creativo?

Il processo creativo è un atto molto fragile. La realizzazione dell’idea è un atto precario, un processo complesso di interazione tra controllo consapevole e automatismo. L’istinto indica un buon percorso, ma appena si conquista nuovamente il controllo sulla propria consapevolezza, ecco che si ha come l’impressione di non esserne stati l’autore. Perdere il controllo è quasi un atto magico.
Il mio ultimo ciclo di lavori “On the Process of Shaping an Idea into Form through Mental Modelling”, realizzato nell’ex quartiere tessile di Londra, mostra indumenti sospesi nell’aria, immortalati in forme inconsuete e irripetibili; le aree industriali tipicamente londinesi a fare ad essi da sfondo. L’insieme rappresenta un’interfaccia tra fotografia, film e scultura. Partendo da una riflessione sull’esecuzione di idee artistiche, ho scritto un testo filosofico basandomi sul “mental model” di Steven Shore, sulle teorie di Jules Deleuze e su “Event. Philosophy in Transit” di Slavoj Zizek. Ho cercato di trovare una metafora che potesse tradurre quest’idea, lanciando  indumenti nell’inquadratura della macchina da presa, riprendendo il loro breve volo e fissandolo in una immagine fotografica. La mia voce fuoricampo accompagna il volo dei tessuti, riflettendo sul rapporto tra fermo immagine ed immagini in movimento, tra calcolo e “sapere insaputo” che Slavoj Žižek chiama, “Unknown Knowns”, facendo riferimento a quelle cose che non sappiamo di conoscere. A quel sapere che non è consapevole di se stesso, l’inconscio, secondo la definizione di Freud.
Diversi sono gli elementi intervenuti nel condizionare la forma degli indumenti, tra questi, la forza di gravità, l’accelerazione e la resistenza dell’aria.

Sissa micheli

Quali sono i criteri che ti portano a scegliere di coltivare una precisa idea, fino a volerla elaborare e portare a compimento?

Essendo una fotografa, la prima cosa che sviluppo è un’immagine sfuocata, una visione, un “modello mentale”, come lo definisce Steven Shore. All’inizio non so esattamente come risulterà l’immagine finale ed è proprio questo aspetto che mi intriga. Trovo affascinante l’ignoto, l’indefinito, perché dev’essere ancora svelato. Non mi interessano le idee che appaiono all’improvviso e che riesco a pensare fino in fondo. Spariscono dalla mia memoria rapidamente, così come sono nate, ancora prima di poterle raccontare. Esse non suscitano in me la necessità di andare al passaggio successivo di realizzazione vera e propria.
Mi interessa, invece, il rapporto tra fotografia e film, l’attimo fuggente in contrasto con la durata temporale, come l’atto della sua costruzione, tra ragionato e casualità.

sissa micheli

Le tue fotografie congelano l’istante, rendendolo eterno. Cosa ti piacerebbe poter sottrarre al passare del tempo? Oppure, quando vorresti che il tempo corresse più del normale?

Sarei contenta di vedere rallentare il ritmo della vita che è diventata faticosa! Mi piacerebbe poter congelarle le primavere della gioventù, la gente che mi è cara, i momenti di gioia condivisi, ma è proprio perché è impossibile fermare tutto che i ricordi hanno valore. È comunque importante non soffermarsi sul passato! Auspicherei che il tempo potesse correre più del normale per tutti gli affari burocratici e tecnici.

sissa micheli

Nella tua arte ricorre spesso la forza dell’ironia. Cosa trovi divertente, leggero e ristoratore nella vita di tutti i giorni?

L’arguzia, l’umorismo intellettuale che gli inglesi chiamano “wit”. Amo lo humor di Woody Allen in “Amore e guerra” (Love and Death), una commedia satirica ambientata nella Russia dell’età napoleonica. L’ironia è una forma d’intelligenza, un buon strumento per esprimere una critica, senza subire censure. In questo senso, come disse Victor Hugo “La libertà comincia dall’ironia“. Inoltre, l’ironia ci permette il giusto distacco dai problemi quotidiani, ridimensionandoli.

©Sissa Micheli
On the Process of Shaping an Idea into Form through Mental Modelling, 2014/16
Stampa a pigmenti d’archivio su carta Fine Art Baryta, varie dimensioni.

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