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March 6, 2017

“Almanacco70″ alla Galleria Civica di Trento: un invito a immergersi nell’architettura e nell’arte degli anni Settanta

Francesca Fattinger

Gli edifici ci parlano di storia, di speranze e di timori, così come fanno le opere d’arte, a volte con linguaggi diversi, talvolta invece in modo molto simile. Siamo circondati da palazzi quando camminiamo per raggiungere di corsa il nostro posto di lavoro o per adempiere qualsiasi altro dovere, vi viviamo all’interno e spesso non ne conosciamo la storia e non ci accorgiamo dei dettagli che li caratterizzano. “Almanacco70 architettura e astrazione”, mostra curata da Margherita Pilati e Gabriele Lorenzoni, con l’importante contributo del gruppo di architetti Campomarzio, vuole essere un invito ad alzare lo sguardo, a osservare i palazzi che sono stati costruiti negli anni Settanta e che ci parlano di un’epoca piena di innovazioni e di corrispettive paure e tensioni, un periodo storico in cui artisti e architetti discutevano e parallelamente mostravano il loro modo di intendere questi cambiamenti.

_10I7225Si tratta di un’occasione per entrare nel vivo della storia della città di Trento: dall’inizio degli anni 60 in poi, grazie alla guida sapiente di Bruno Kessler, si assiste all’emergere di un esperimento sia politico che sociale. E’ in questo clima di trasformazione, che coincide anche con il periodo della grande alluvione del 1966 nonché con le discussioni sociali e culturali del sessantotto, che si scorgono le premesse per la nascita di nuovi progetti architettonici. Un esempio importante è quello delle Torri ITEA di Madonna Bianca che aprono significativamente la mostra e che ci parlano della lenta evoluzione di un quartiere costruito ex novo: campo pratico di sperimentazione per allontanarsi dall’edilizia di massa priva di qualità che si stava diffondendo in quegli anni di sviluppo economico.

Lo stesso rigore formale, fatto di corrispondenza di pieni e di vuoti e di attenzione alla linea e alle forme, che si trova nei palazzi, fotografati con grande precisione dal fotografo portoghese Fernando Guerra, e nei rispettivi progetti architettonici, che svolgono il ruolo di contraltare segnico e schematico, si rispecchia nelle opere d’arte appese alle pareti. Il percorso in mostra, infatti, è suddiviso in tre livelli: dai progetti e materiali di archivio si passa alle fotografie e infine, se ci si guarda attorno, alle opere d’arte. In questo modo si rimarca come quegli anni fossero fortemente caratterizzati da dibattiti, dialoghi e reciproche influenze, in cui spesso anche la formazione di artisti e architetti avveniva negli stessi ambienti, così da facilitare ed estendere gli intrecci concettuali e pratici.

_10I9216Questa affinità va però poi traslata nel rispettivo campo d’azione di ognuno: se gli architetti tendevano a progetti più concreti, gli artisti, in quel vaso di Pandora che è l’arte degli anni Settanta, hanno più libertà formale, ma meno possibile incisione nella vita quotidiana. Proprio accanto alle già citate Torri ITEA, nel percorso in mostra, per esemplificare questo stretto rapporto arte-architettura, sono state poste opere di Aldo Schmid, in cui colore e spazio si uniscono in tutt’uno simultaneo, e un’opera singolare di Annamaria Gelmi, in cui lo stesso materiale usato per i lucidi dei progetti architettonici si trasforma in un’occasione di gioco di luci e ombre, quasi ad astrarre i progetti per renderli pure sensazioni luministiche. Molti altri sono i nomi che si incontrano in questa mostra: architetti come Marcello Armani, Luciano Perini e Gian Leo Salvotti dialogano visivamente con artisti come Carlo Andreani, Italo Bresan, Mauro Cappelletti, Silvio Cattani, Bruno Colorio, Giancarlo Gardumi, Diego Mazzonelli, Romano Perusini e Luigi Senesi.

Dislocata su due piani la mostra ci accompagna a scoprire edifici che spesso vediamo ma non guardiamo nel dettaglio, facendoci sfuggire il loro aspetto fatto di simmetrie e di variazioni, di vuoti e di pieni, di tensioni e di armonie: le stesse degli anni in cui questi palazzi da idee progettuali trovarono la loro concretizzazione.

_10I7925In occasione di questa mostra sono state organizzate delle passeggiate di architettura per riscoprire la città di Trento (le prossime sono il 23 aprile alle ore 15 per scoprire le Torri di Madonna Bianca e il 12 maggio alle ore 16 tra le vie della città) ed è stato pubblicato un catalogo che sarà presentato il 10 marzo 2017 alle ore 18: un’occasione per vedere la mostra e ascoltare le voci dei curatori.

Il 12 maggio sempre alle ore 18 avrà luogo il finissage con visita guidata in mostra, incontri e musica degli anni Settanta: da non perdere!

 

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