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December 5, 2016

Trienala Ladina 2016: A tu per tu con Gabriele Grones

Franz

Il lavoro pittorico di Gabriele Grones  si infila nel fondo più profondo delle cose, va alla fonte, cerca l’essenza, osserva tra le pieghe e le trame più nascoste. Incrociando natura e identità umana, spazio e tempo, senso e inversione di senso, Grones porta in superficie la materia primordiale di cui forse non sono fatti i sogni, ma sicuramente le Dolomiti, presenze rocciose secolari che segnano e definiscono il suo percorso personale e artistico di pittore ladino. I lavori che presenta alla Trienala Ladina sono pitture fortemente realistiche che non si limitano però affatto a un’osservazione superficiale e ‘fotografica’ ma anzi, vanno a spostare equilibri di senso e a scavare nel fondo della roccia e al centro della terra, per portare a galla profonde riflessioni e intense osservazioni sulla realtà. 

In che modo secondo te eventi come la Trienala Ladina beneficiano la cultura ladina ponendola in contatto con il contemporaneo? 

La Trienala Ladina si propone come un evento che dialoga con ricerche ed esperienze artistiche che suggeriscono delle letture sulla realtà capaci di stimolare delle riflessioni. Una particolare attenzione alla realtà locale è spesso presente e consente di rileggere delle esperienze vicine e conosciute, però in qualche modo filtrate attraverso un processo artistico che permette di aprire lo sguardo, dando un respiro capace di andare oltre i limiti di un discorso circoscritto.

Credi che la Trienala Ladina contribuisca ad un mutamento nella percezione comune della cultura ladina o lo abbia già fatto attraverso le edizioni precedenti?

Fin dalla sua prima edizione la Trienala è riuscita ad intercettare una parte importante della produzione artistica di area ladina, presentando in maniera curata e mettendo in dialogo tra di loro diverse ricerche, che spesso hanno origine nella tradizione del saper fare artigianale, ma che poi, forti di un mestiere solido, di una poetica contemporanea e di un linguaggio articolato, hanno saputo e sanno raccontare in maniera acuta una propria visione del mondo. L’arte delle valli ladine è fortemente cambiata nel corso degli ultimi anni ed è sensibile l’attenzione degli artisti di oggi verso tematiche più ampie e non più esclusivamente rivolte ad una indagine strettamente locale. Credo che nel corso delle varie edizioni la Trienala abbia saputo continuare a proporre un panorama di ricerche artistiche complesse ed eterogenee e che questo abbia contribuito all’evolversi della cultura ladina. Gabriele Grones

Cosa significa essere un artista ladino nel 2016? E’ diverso dall’essere un semplicemente artista?

Ogni artista porta con sé i germi delle proprie radici e queste contribuiscono alla sua formazione e alla sua crescita, umana ma anche professionale. Alcuni artisti più di altri lavorano sulla tematica dell’origine, sviluppano una ricerca fortemente legata alle loro tradizioni e alle loro radici. Nel mio caso la relazione con la cultura ladina cui appartengo è molto sentita, ma al tempo stesso la mia formazione artistica si è sviluppata in diversi contesti, dall’Accademia di Belle Arti a Venezia alle residenze d’artista negli Stati Uniti. La mia ricerca spesso evoca dei rimandi alla storia della pittura, in particolare alle atmosfere vicine alla sensibilità pittorica di area germanica del Quattrocento, ma al tempo stesso è anche in dialogo con esperienze e tradizioni estetiche riconducibili ad aree italiche: se da un lato un riferimento per la lettura e l’analisi del mio lavoro è l’esperienza di Dürer, di certo anche la tradizione pittorica veneziana è una sorgente di confronto e di relazione. Credo che il fatto di essere ladino mi abbia portato ad indagare con attenzione, in particolare, le tradizioni pittoriche di queste due realtà così importanti che hanno influenzato profondamente le valli ladine in molti ambiti e nel corso dei secoli. 

Credi che l’arte sia in grado di aprire nuove frontiere o possibilità per uno spettatore solamente se l’artista ha una forte consapevolezza della propria identità?

È importante che un artista sia consapevole della propria identità, che conosca la ricchezza della propria tradizione estetica dalla quale può nascere, in accordo o in contrasto, una riflessione. È determinante però che un artista, anche se affronta tematiche circoscritte, conosca le complessità dei diversi percorsi culturali e artistici che avvengono al di fuori della sua località, e che quindi sia capace di avere uno sguardo ampio e globale. Tutti questi elementi permettono ad un artista di parlare all’osservatore in maniera acuta e di sviluppare una ricerca coerente e lucida.Gabriele_Grones_Shrimps_cm25x25_oil_on_canvas_2013

Cosa hai preparato per questa edizione della Trienala Ladina? In cosa consiste il tuo progetto? 

Il mio lavoro in mostra si presenta attraverso l’allestimento di una serie di dipinti ad olio su tela, che rappresentano alcuni aspetti emblematici della mia ricerca artistica. Dietro la superficie di una pittura fortemente realistica vi è un’attenta scelta dei soggetti raffigurati, che attraverso relazioni inattese e collegamenti di senso latenti, sono in rapporto con le origini della cultura ladina. Un fondale marino e i piccoli dipinti con soggetti ittici alludono al materiale primordiale di cui sono costituite le dolomiti stesse: un’inversione di senso porta lo spettatore ad indagare il mistero della natura dolomitica attraverso un’indagine in profondità, riflettendo sul concetto di tempo e il suo divenire. Le venature e le porosità di un brandello di carne per trasposizione evocano la trama della roccia; infine il ritratto rivolge l’attenzione ad una tematica peculiare della mia ricerca: l’indagine sull’identità, sull’uomo, sulla trama di eventi vissuti e di tracce di vita che ne definiscono non solo i tratti ma anche l’essenza. 

Nel corso della Trienala Ladina il pubblico ha occasione di stabilire un dialogo con le opere di opporvisi di comprenderle interrogandosi. C’e’ un messaggio particolare che ti auspichi di comunicare tramite il tuo intervento? 

Credo che una delle caratteristiche più interessanti dell’arte sia la proposta di una rilettura, attenta e spesso inattesa, di quegli aspetti celati e profondi del quotidiano. Spero che il mio lavoro porti a riflettere sull’importanza dell’arte come strumento, come mezzo che ci permette di conoscere meglio il mondo che ci circonda, e che perciò necessita di tempo e dedizione. 

Gabriele_Grones_Moray_eel_oil_on_canvas_cm30x22_2016

Trienala Ladina 2016 ”High Five”
Museum Ladin Ćiastel de Tor
San Martin de Tor, Val Badia

10.9.2016–11.6.2017

Foto (c) Gabriele Grones: (1) Elisa, olio su tela, cm 30×30, 2014. (2) Gabriele Grones. (3) Shrimps, olio su tela, cm 25×25, 2013. (4) Moray eel, olio su tela, cm 30×22, 2016.

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