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September 27, 2016

Negli scatti di Anna Gruber:
Biancaneve – Natura Morta

Mauro Sperandio
Dal 28 settembre al 4 ottobre 2016, gli spazi del centro Mairania 857, di via Cavour, a Merano, ospitano Biancaneve - Natura Morta, lavoro della fotografa meranese Anna Gruber.

In occasione de “La terra in prestito – Dibattito su agricoltura e ambiente“, organizzato da Mairania 857, il 27 settembre alle ore 19 si apre la mostra “Biancaneve – Natura morta”. Gli scatti della fotografa meranese Anna Gruber raccontano, attraverso la figura del celeberrimo personaggio fiabesco, la sua personale visione del rapporto tra uomo e natura.

Le parole di Anna ci parlano della sua visione della sua attività di fotografa e del suo personale impegno.

I meleti sono  frutteti ordinatissimi, pensati e curati per rendere il più possibile, con i minori costi. Come trasforma l’intervento dell’uomo, anche da un punto di vista estetico, la bellezza della natura?

Penso che ogni essere vivente influisca sull’ambiente che popola e credo (ma sono ben lungi dall’essere un biologo o uno scienziato), che sia giusto così. Ogni essere vivente trova posto in un sistema chiuso in cui non si trovano rifiuti o materiali privi valore. Quando un essere vivente si moltiplica ed espande troppo la sua influenza, viene limitato dalla saggezza della natura, da una forza superiore che sopravanza. La domanda è dunque: “che cosa finirà per fermare l’uomo e riportare il sistema in equilibrio?”.

© Anna Gruber

Le foto che esporrai vedono protagoniste la natura ed un’eterea Biancaneve. Come si trova nello scenario da te pensato questa figura? Quali sentimenti le ispira la natura?

Non vorrei dire tanto delle vicende di Biancaneve, perché l’insieme delle immagini che saranno esposte raccontano una storia, che può essere, e così dovrebbe essere, per ognuno di noi un po’ diversa. Tuttavia, credo di poter dire che la povera Biancaneve non se la passi per niente bene…

Sei nata e cresciuta in una regione che mostra un ambiente naturale apparentemente quasi intatto, ma segnato anche da forti contraddizioni in ambito ecologico. Cosa svela il tuo lavoro?

Le mie opere sono sempre espressione dei miei pensieri, delle mie opinioni e del mio personale punto di vista sul mondo e sulla società in cui viviamo. I miei lavori si compongono gradualmente in una immagine interiore che, prima o poi, giunge a concretizzarsi. Così è stato anche per questa serie di fotografie.
C’è voluto un po’ di tempo, diversi mesi, perchè l’idea che mi girava per la testa divenisse un’immagine e un concetto. Sono numerosi i fattori che concorrono a questo processo, tra questi, naturalmente, ci sono le esperienze professionali e quelle nella vita di tutti i giorni, così come le informazioni ricavate dai media oppure le scoperte del progresso.

© Anna Gruber

L’avvicendarsi delle stagioni muta l’aspetto del paesaggio. Quale periodo dell’anno ci mostra il volto più vero dell’Alto Adige?

Per me, le stagioni sono tutte belle. Mi piace la loro evoluzione, il ciclo che si chiude sempre nuovamente o che, forse, non si chiude mai, perché si ripete puntualmente. Proprio la costanza di questo avvicendarsi mi dà sicurezza.  
Nella serie di immagini dedicate a Biancaneve le stagioni sono state una buona risorsa; esse mi hanno aiutato a esprimere quello che avevo sviluppato nella mia mente. Quanto alla stagione che meglio mostra l’essenza della nostra regione, credo che ogni periodo dell’anno ci sveli un aspetto del territorio, e che l’immagine si completi nel ciclo stagionale. Le foto della mostra esprimono il mio punto di vista sulla condizione del nostro ambiente e su come lo viviamo.

Come vedi il tuo impegno di artista rispetto alle tematiche sociali ed ambientali?

La fotografia è un mezzo. Essa rappresenta per me la possibilità di esprimere ciò non mi soddisfa e non voglio accettare. Non desidero indurre qualcuno a fare o non fare qualcosa, questo dipende dalla volontà di ciascuno. Il mio lavoro è semplicemente il mio punto di vista sulle cose, come sono. L’effetto che esse esercitano poi sulle persone, nasce dalla sensibilità di chi guarda.

Foto: Property of Anna Gruber

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