Music

June 26, 2016

Tutti quanti voglion fare jazz

Eugenia Postal

Frangarto, ore 20.30, il cielo si oscura, un lampo squarcia le nubi e il fragore del tuono sembra spezzare in due la montagna a ridosso del Fruchthof Überetsch. 
Lo scenario per il concerto d’apertura del Jazzfestival Alto Adige (sabato, 24 giugno) non sembra rassicurante, anzi ha note quasi apocalittiche, il pubblico si dirige verso il palcoscenico allestito per l’occasione sotto la tettoia del magazzino delle mele con tanto di cassette accatastate, fungono da pareti per la “sala”. Breve momento di incertezza prima dell’inizio, ma poi torna il sereno e l’atmosfera subito si scalda con calorosi applausi di incoraggiamento e stima per il presidente del festival Klaus Widmann. Suedtirol Jazzfestival Alto Adige 2016Quest’anno ad incontrarsi sul palco saranno artisti italiani ed austriaci e non mancano per questo riferimenti, anche da parte delle autorità istituzionali, a come la musica e la cultura possano abbattere confini e legare popoli. Discorsi che mi lasciano con un po’ di amaro in bocca e tanti interrogativi e soprattutto il dubbio che troppo spesso queste rimangano solamente belle parole. Ma tralasciamo i risvolti socio-politici e torniamo al jazz.Suedtirol Jazzfestival Alto Adige 2016 Lukas KranzelbinderSulla scena si presenta un corposo ensemble, la Kinzelbinder’s Melting Orchestra, che non solo accorpora Austria ed Italia, ma stili e sonorità davvero diversissimi. Da una parte il trio di voci femminili dalla Campania di Cristina Vetrone, Lorella Monti ed Enza Prestia, passando per l’eclettica cantante e flautista di origine slovena Maja Osojnik, per arrivare agli austriaci Klemens Lendl al violino e David Müller alla chitarra, specialisti del Wiener Lied per finire con il contrabbassista Lukas Kranzelbinder e il trombettista Martin Eberle. Suedtirol Jazzfestival Alto Adige 2016 Dan KinzelmanLa prima parte del concerto è dedicata alla ricerca dell’incontro tra i differenti approcci jazzistici dei musicisti, in un esperimento sicuramente molto interessante anche se non sempre del tutto efficacie. La seconda parte vede un cambio di formazione, assieme a Kranzelbinder ora sul palco il sassofonista e compositore americano Dan Kinzelman, gli italiani Stefano Tamborrino alla batteria e Glauco Benedetti alla tuba e il giovane pianista Elias Stemeseder al pianoforte. Questa fase è più introspettiva, solo strumentale con tanta improvvisazione ed energia, è la parte più jazz in senso stretto della serata.Suedtirol Jazzfestival Alto Adige 2016 Kinzelbinders Melting Orchestra OpeningPer la chiusura tornano tutti sul palco con una coinvolgente performance che nel momento clou mi ricorda un poco quella famosa scena degli Aristogatti e forse non a caso, poiché la sensazione è davvero quella che infondo il jazz è sperimentazione e la sperimentazione è per tutti.
Nelle prossime giornate vedremo questi artisti di nuovo nei loro panni a presentare i loro diversi progetti per tutta le provincia e sono sicura che non deluderanno proprio, quindi calendario alla mano, non siate timidi e andate a curiosare.

Foto: franzmagazine

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