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October 14, 2015

Insiders-Outsiders full version online

Franz

Finalmente la legge sul diritto alla cittadinanza per i ragazzi di seconda generazione sembra in procinto di cambiare. Dopo aver avuto il voto favorevole della Camera ora si passa al Senato.

In questo momento storico ci sembra arrivato il momento di rendere disponibile il film “Insiders-Outsiders” anche online. Speriamo che le storie e le vicissitudini raccontate dai ragazzi di seconda generazione in Alto Adige restino una testimonianza importante nel lungo cammino verso una società aperta a tutti i suoi abitanti. 

Il film ha partecipato a numerosi festival (Bozner Filmtage, Festival delle Resistenze, Trento Film Festival, Lessinia Film Festival, Cervino CineMountain Festival, Münchner Ethnofilmfest), è stato trasmesso due volte dalla RAI, è stato presentato in diverse scuole superiori altoatesine ed è stato scelto dal Ministero dell’Interno per il progetto “Filo diretto con le seconde generazioni”. Il DVD del film è disponibile presso l’Ufficio Film e Media della Provincia di Bolzano. 

E se volete un aggiornamento sulla situazione, continuate a leggere. 

“La cittadinanza è il diritto ad avere diritti”: queste le parole di Laura Boldrini, presidente della Camera, che in questi giorni ha dovuto calmare gli accesi animi in Parlamento sulla modifica della legge sulla cittadinanza. Dopo due decenni di discussione si è finalmente arrivati a parlare di ius soli, il diritto alla cittadinanza per chi nasce nel paese. La proposta di legge però parla di uno ius soli  “temperato”, che pone diversi paletti ai nati in Italia, ma è stato l’unico modo per unire la fazioni diverse e trovare un primo accordo: 

I bambini nati in Italia saranno italiani per nascita solo se almeno uno dei genitori ha il permesso UE per soggiornanti di lungo periodo (cittadini extraUE) o il “diritto di soggiorno permanente” (cittadini UE). Altrimenti, come gli altri bambini non nati in Italia, ma arrivati qui entro i dodici anni, dovranno prima frequentare uno o più cicli scolastici per almeno 5 anni e, se si tratta delle elementari, concluderle positivamente. Per l’acquisto della cittadinanza servirà una dichiarazione di volontà presentata in Comune da un genitore entro il compimento della maggiore età del figlio, altrimenti questo potrà presentarla tra i 18 e i 20 anni.
Diverse le regole per i ragazzi arrivati in Italia entro i 18 anni di età. Potranno diventare italiani dopo sei anni di residenza regolare e dopo aver frequentato e concluso un ciclo scolastico o un percorso di istruzione e formazione professionale. In questo caso, però, non si tratterà di un diritto acquisito, ma di una “concessione”, soggetta quindi a una certa discrezionalità da parte dello Stato. 

Fin qui tutto bene, perché certamente si tratterebbe di grandi cambiamenti rispetto alla situazione attuale, in cui persino i figli di immigrati nati nel paese vengono considerati stranieri fino alla maggiore età (quando possono fare finalmente richiesta di naturalizzazione). Varie associazioni però fanno notare che le questioni non si risolvono certo tutte così. 

Per esempio finire il ciclo di frequenza scolastica di almeno cinque anni, significa che un bambino delle elementari deve prima passare l’esame per poter “diventare italiano”. Un ragazzo venuto in Italia tra i 12 e i 18 anni dovrà dimostrare il proprio titolo di studio per poter fare richiesta di cittadinanza. Ciò non rischia di legare il diritto alla cittadinanza al rendimento scolastico? 

Questione spinosa rimane anche il permesso di residenza illimitato che i genitori devono preventivamente avere per concedere la cittadinanza ai figli. Tale permesso viene concesso solo a chi vive nel paese da almeno 5 anni, risiede in un’abitazione con caratteristiche molto restrittive e ha un lavoro con un certo reddito mensile. Chi perde il lavoro o non ha più lo stipendio richiesto, non ha più diritto alla cittadinanza? Premiamo chi ha certezze economiche ed escludiamo tutti gli altri?

Cosa succede poi ai minori che hanno genitori irregolari: non possono neanche essere segnalati all’anagrafe? 

Fino ad ora la modifica della legge sembra trattare solo i casi di minorenni, tralasciando i lunghi tempi per la naturalizzazione (attualmente di almeno dieci anni di residenza) affrontati dagli adulti. 

Insomma, per farla breve, alcuni passi in avanti si stanno facendo, ma si spera che ne seguiranno molti altri, perché se è vero che ogni nuovo cammino spaventa, dopo ogni passo fatto dovremmo renderci conto che è molto più pericoloso rimanere fermi.

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