Music

September 3, 2015

Mr. Coon is Gerhard Martini.
A music designer is not a DJ.

Mauro Sperandio

Mr. Coon, facciamo subito chiarezza: Dj, sound designer, o come altro ti definisci?

Da quando ho fatto il corso di Musicdesigner, mi piace anche questa definizione anche se non è molto chiaro cosa fa un Musicdesigner. Per evitare mille spiegazioni mi definisco compositore o, semplicemente, uno che sa produrre musiche di vari generi al computer. Una cosa che odio è essere chiamato DJ: al giorno d’oggi lo sono tutti, visto non ci vuole altro che un telefonino.

Il tuo percorso artistico, prima di arrivare alla musica, inizia con la pittura…

La mia formazione artistica inizia alla scuola D’Arte di Ortisei, in Val Gardena, e prosegue all’Accademia delle Belle Arti a Firenze. In quel periodo nasce la mia passione per la musica. In Val Gardena avevo seguito un corso di tamburo per banda musicale (che non faceva per me) ed imparato da autodidatta anche suonare i bongos e il djembe ed ero alla ricerca di inserirmi in una qualche attività musicale. Trovai rapidamente impiego in una scuola di ballo sudamericano; lì, insieme ad un collega percussionista, suonavamo ritmi differenti a seconda del tipo di ballo che volevano insegnare.
Solo dopo l’incidente ho iniziato ad usare il computer, visto che una tastiera con sequencer non mi bastava più per quello che volevo realizzare. La musica elettronica mi permette di essere indipendente e di poter lavorare, dall’idea al prodotto finito, in completa autonomia. I primi lavori dei Massive Attack e Portishead mi influenzarono e convinsero che questa fosse la scelta giusta.

Durante i tuoi studi all’Accademia di Firenze subisci un serio incidente automobilistico che ti procura delle conseguenze permanenti. Con rispetto per il tuo disagio, vorrei andare oltre anche per evitare che qualcuno ti identifichi per il danno che hai avuto. Ti chiedo, tuttavia, come questo cambiamento abbia influenzato la tua visione del mondo ed artistica?

Ora, a 17 anni dall’incidente, posso vedere anche il lato positivo, anche se non è stato semplice.
Forse la mia fortuna è stata di poter interrompere del tutto la mia vita con un coma di tre mesi e quindi ricominciare quasi da capo.
Certo, di primo acchito può sembrare tutt’altro che fortuna, ma, vedendo altri casi di trauma cranico, a quali sofferenze può portare o di come può cambiare completamente la vita, mi poteva andare peggio. Devo sicuramente molto a chi mi è stato vicino e posso dire con orgoglio di aver recuperato più di quanto i medici si attendevano. Per me è stata come una pausa nella mia vita: dopo il risveglio ho cominciato a riflettere giorno dopo giorno su cosa voglio fare, visto che ci sono ancora.
Ho diciamo un po’ “perso” i primi 8 anni, perché prendevo ancora medicinali che mi dovevano tranquillizzare per non soffrire del forte spasmo che ho sul lato sinistro del corpo, ma una volta capito che non dovevo prenderli per forza e che bastava fare un po’ di movimento, la mia vita e’ migliorata alla grande.Gerhard Martini Sound designerCome nascono le tue composizioni? Da cosa trai ispirazione?

Quando si tratta di musiche per clienti, la cosa che mi ispira sempre di più è la conversazione con il committente. Se compongo musica per me le fonti di ispirazione possono variare, può essere un singolo suono sentito per la prima volta in una certa situazione, una sequenza di note, una scena di film o della vita reale che cerco di riproporre con la musica.
La situazione che mi ispira di più rimane però sempre quando mi metto la sera a letto, chiudo gli occhi, sento una musica in testa e la cosa più affascinante rimane che riesco ad influenzarla col pensiero. Tante volte mi immagino quanto sarebbe bello se si potesse registrare quello che ho in testa senza doverlo riprodurre con altri mezzi fisici.
Se mi metto davanti a una tastiera reale o virtuale la cosa nasce semplicemente suonando. Poi dipende cosa ho in mente di fare, ma tentando si trova sempre qualcosa che chiede approfondimento.
Nel tentativo si trova qualcosa anche quando non si cerca nulla di preciso, al di là delle regole e delle strutture musicali che conosco ma dalle quali non voglio essere limitato.

Oltre che con le “note”, tu lavori anche con “suoni non intonati” o campionamenti. Quali suoni della natura o meccanici ti affascinano?

Ogni cosa che si percepisce in qualche maniera mi affascina. La percezione umana, e non solo, è la cosa che ci rende vivi, questo lo posso dire con convinzione proprio per aver “vissuto” un coma profondo e non averne nessun ricordo. Anche prima di esso amavo introdurre le mie musiche con dei suoni della realtà e per questo ogni cosa mi va bene se è registrata in una qualità che posso usare. Poi mi sembra molto interessante adattare musiche a un tipo di ambiente partendo da esso o inserendolo piano piano.  

Quali dei brani da te realizzati useresti per sonorizzare un parco giochi? E se si trattasse di una Stube?

La domanda mi attira, anche se non è semplice associare una mio brano ad un ambiente per il quale non era stato concepito, sapere così poco di questo parco giochi e di questa Stube non aiuta…
Mi butto: Per il parco giochi: questo brano oppure quest’altro 
Per la Stube: questo brano oppure quest’altro o quest’altro.

Quali progetti hai per il futuro?

Fortunatamente parecchi. Ho firmato un contratto con la Provincia di Bolzano per la realizzazione della colonna sonora del prossimo film documentario sull’ Alto Adige realizzato per le scuole superiori.
Sto lavorando con una poetessa di New York, che mi ha chiesto di musicare alcuni suoi testi per realizzare un album di 4 o 5 Pezzi. Abbiamo già realizzato la prima traccia, se le cose proseguono in questo modo credo che il risultato sarà davvero interessante. Sabine Auer, inoltre, mi ha chiesto di musicare un suo progetto per autunno e di mettere una musica a suo film sperimentale. Chi è interessato ai miei lavori ed ai miei progetti troverà materiale ed informazioni nel mio sito.

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