Food

August 11, 2015

GNAAM di Francesca Tonini: esperimenti culinari per genitori e bambini

Nadja Röggla

Da qualche anno a questa parte, nell’immaginario collettivo, il termine design ha assunto molteplici significati, quasi tutti inerenti alla sola gradevolezza estetica. Durante Diplorama, evento svoltosi a fine luglio 2015, a conclusione dei corsi presso la Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano, la città ha avuto la possibilità di scoprire come viene concepito il design proprio nel luogo in cui questa disciplina viene definita ed insegnata.
Le laureande e i laureandi hanno messo in mostra nelle aule e lungo i corridoi della facoltà i propri progetti di laurea, non solo presentando al pubblico il risultato finale del proprio studio, ma raccontando ai visitatori la nascita, la realizzazione e il significato della propria produzione. Nei casi più fortunati è stato possibile sbirciare tra gli schizzi, gli abbozzi e i tentativi che hanno condotto gli studenti dall’idea informe iniziale alla conclusione e presentazione definitiva del progetto.

Tra di loro la bolzanina Francesca Tonini. Con il suo progetto GNAAM ovvero un percorso di familiarizzazione al cibo per bambini dai tre ai sei anni, anche lei ha affrontato una problematica sociale, sfruttando le proprie competenze progettuali da Designer. E noi l’abbiamo intervistata.

Cos’é GNAAM? 

È un kit che permette al bambino di scoprire e sperimentare i propri gusti e al genitore di capire le preferenze alimentari del proprio figlio, così da potergli offrire una dieta completa ed equilibrata senza forzare e traumatizzare il figlio durante un momento delicato come quello del pasto.
GNAAM è pensato per far riavvicinare genitori e figli al colorato e fantasioso mondo della cucina e dell’alimentazione sana e variata. Il progetto è un’introduzione al cibo, pensato per i bambini dai tre ai sei anni, perché è proprio in questa età che il bambino inizia a prendere coscienza di quello che lo circonda e sviluppa in maniera quasi definitiva il suo gusto. I genitori e i bambini avranno modo, attraverso degli esperimenti culinari, di passare del tempo insieme in cucina, scoprendo curiosità e informazioni utili sui cibi consumati.

Come é nata l’idea per GNAAM? 

L’idea è nata da amici e conoscenti che mi circondano, quando invitavi gli amici a cena o andavamo ai ristoranti. E tutti pronunciano questa frase: “No, non mi piace. Che schifo!”, senza in realtà non aver mai assaggiato quello che hanno in fronte. E da qui, essendo io un’appassionata di cibo e adesso Designer, ho cercato un modo, a mio parere il più efficace, per far assaggiare alle persone i vari alimenti.GNAMM 300Quindi il gusto non é una cosa innata?

Il gusto si sviluppa già nella pancia della mamma, quindi se la mamma ha una dieta monotona, o esclude certi cibi, per esempio i latticini é molto difficile che il bambino nell’arco della sua vita sia ben disposto a mangiare i latticini. Quindi il gusto sviluppa già durante la gravidanza. Poi può sempre migliorare, ma é più difficile. 
Ho realizzato un libro rivolto principalmente ai genitori,  ho scelto delle tematiche che facciano capire loro quando si sviluppa il gusto o perché al bambino piacciono determinati alimento e altri no. I testi e gli esperimenti del libro, insieme ai sei piatti che ho individuato, sono stati pensati per permettere al bambino un’introduzione ai vari alimenti e ai loro gusti, consistenze, colori, sapori e forme. I primi due piatti servono come introduzione alle varie pietanze, il bambino avrà modo di instaurare attraverso i cinque sensi e i cinque gusti un nuovo legame con il cibo. Con il terzo e quarto piatto potrà conoscerne le varie consistenze e incominciare a capire i propri gusti. Gli ultimi due piatti oltre a trattare l’importante tema della biodiversità, danno modo di imparare le forme geometriche semplici e imparare i colori primari e secondari.

Come andrà avanti col progetto GNAAM?

Ho l’intenzione, col mio correlatore,  di illustrare il progetto alla Provincia, continuando il lavoro e presentandolo a Slowfood. Vorrei poi organizzare dei workshop per le scuole. In più volevo anche aprire un blog per fornire queste informazioni, secondo me utili, ai genitori spesso disperati. 

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