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August 1, 2015

Motherlode Studio-Visit #05. AngiUsFesta

Anna Quinz

Quando ho deciso il piano editoriale per “franz + Motherlode”, non ho avuto dubbi. Il focus sarebbe stato sugli open studios di domenica 2 agosto. Una scelta di parte, lo ammetto senza vergogna. Ho scelto gli amici (anche se ce ne sono altri sparsi negli altri giorni di spettacolo del festival, ovvio), era troppo bello per essere vero che in una giornata sola e in format comune, si concentrasse una così alta quantità di amici miei bravi e belli. Poi però c’erano AngiUsFesta, a fare da guastafeste (nomen est omen, mi sono detta). Perché loro – lo ammetto – mica li conoscevo, e mi stavano lì, in mezzo al pugno di amici, e io cosa posso dire se non li conosco, mi cade il format delle interviste in famiglia. Ovviamente poi si fa buon viso a cattivo gioco e non è che potevo escluderli, così arbitrariamente solo perché il fato prima mai ci aveva fatti incontrare. Quindi da seria professionista ho scritto la mia mail “Gentili Matteo e Riccardo, bla bla bla”. Prontamente Matteo mi ha risposto, e dalla sua risposta ho capito che… pure AngiUsFesta, anche se mai visti di persona, erano parte del gruppo, erano quelli giusti, praticamente già amici, e quindi tutto a posto. Matteo mi ha proposto di rispondere alle domande uno per l’altro. Matteo secondo Riccardo, Riccardo secondo Matteo. Mi ha conquistato e da lì è partito giro di mail come ci conoscessimo da sempre. Insomma, ,mai visti in faccia, e già li adoro (ancor più dopo aver letto le loro risposte).
Come ormai si è capito, AngiUsFesta sono Matteo Angius e Riccardo Festa. Il lavoro che presentano a Motherlode si chiama “O della nostalgia”, ce ne parlano sotto quindi anticipo nulla. Dico solo che l’hanno scritto, interpretato e diretto insieme. Insomma una festa a due, che come tutti sanno, spesso sono le migliori. 

Matteo, Riccardo, ciao. Piacere di conoscervi. Partiamo da qui: immaginatevi cercatori d’oro per un momento. Dove andreste a cercare il vostro oro?

MATTEO (SECONDO RICCARDO): beh comincerei a scavare qui, proprio qui dove sono, perché sono convinto che scavando bene, scavando sempre, scavando ovunque, l’oro alla fine esce fuori.

RICCARDO (SECONDO MATTEO): cerco di capire dove ancora non lo è andato a cercare nessuno, o dove nessuno ci andrà mai, e vado lì a scavare. Anche se effettivamente se nessuno c’è mai andato lì, un motivo ci sarà….

La vostra vena madre, dove si trova? E dove e per cosa scorre il vostro sangue?

RICCARDO (SECONDO MATTEO): C’è un piccolo sentiero lungo il quale la poesia diventa comunicazione, lì scorre la mia vena madre, lì provo a deviare il mio sangue.

MATTEO (SECONDO RICCARDO): La mia vena madre si trova qui, proprio qui dove sto indicando adesso e dentro ci scorre il sangue che va sempre per cose a caso che all’inizio non le capisco ma dopo sì, forse. O forse la ragione è solo una cosa che si decide a posteriori. E va bene così.

1Cosa significa, cosa rappresenta, cos’è Centrale fies per voi?

ANGIUSFESTA: una bellissima casa sull’albero; solo che per arrivarci devi attraversare un ponte.

Dei 5 artisti del 2 agosto, ahimè, siete gli unici che franz non ha mai ancora intervistato. Quindi potreste presentarvi ai nostri lettori: chi siete, cosa fate, come vi raccontereste?  

ANGIUSFESTA: ci siamo incontrati tante volte in tanti posti diversi, e poi non succedeva mai niente. Allora un giorno senza incontrarci abbiamo deciso che la volta successiva in cui ci fossimo incontrati avremmo fatto succedere qualcosa. Ed eccoci qui. Siamo attori, lo siamo da un po’. Siamo attori non del tutto a loro agio in questa posizione di attori. Spesso perdiamo, e cerchiamo delle strade per trovare un senso: strade diverse spesso, che questa volta si sono incrociate.

Domenica presenterete tutti uno studio del vostro ultimo lavoro. La dimensione dello studio, per noi spettatori, è estremamente affascinanti. È un po’ entrare nel lavoro, nel work in progress, di voi artisti. Per voi cosa significa mettervi a nudo, a metà di un percorso creativo e mostrare al pubblico uno studio, appunto, di ciò che state facendo?

ANGIUSFESTA: questi 25 minuti che presentiamo a drodesera 2015 sono una fase, ma non esattamente quella iniziale, del nostro lavoro. Abbiamo già costruito un formato di spettacolo più lungo e articolato, ma per noi è molto interessante l’idea di fare ogni un passo indietro, o a lato. Farci una foto e vedere cosa è a fuoco e cosa no. L’esposizione personale è una postura decisiva per questo lavoro che abbiamo affrontato, sia da un punto di vista relazionale interno, sia in termini di creazione dell’oggetto artistico. Dell’esposizione totale certo fa parte anche la capacità di nascondersi.

Vi influenza in qualche modo, poi nella realizzazione finale che verrà, il sentimento degli spettatori verso questa fase intermedia?

ANGIUSFESTA: il sentimento, ma anche lo sguardo e il pensiero degli spettatori, influenza, e deve influenzare, sempre il lavoro, questo lavoro che stiamo facendo soprattutto, ad ogni fase della sua creazione….come anche lo spettacolo deve influenzare continuamente lo sguardo e il pensiero dello spettatore. E’ in quel circolo, percettivo, speculativo, emotivo, che esiste il momento performativo.

3E del progetto che presentate, cosa potete svelare, in anticipo? Tipo uno slogan, come doveste convincermi a venire a vedervi (anche se naturalmente io sono già più che convinta).

ANGIUSFESTA: lavorando su questo tema abbiamo capito che la nostalgia è una cosa che coinvolge davvero tutti e tutte, su diversi piani di riflessione e immaginazione…eppure nessuno sa precisamente cos’è. In questo lavoro proviamo a capirlo insieme, o semplicemente a confermarne l’imprecisione…e comunque: PIU’ NOSTALGIA PER TUTTI.

Se potete, se volete, se li conoscete, regalatemi una parola per ciascuno degli altri 4 protagonisti insieme a voi della serata di domenica.

Ancora giovani, molto belli e piuttosto occupati

Finito drodesera, che farete, dove andrete?

MATTEO (SECONDO RICCARDO): andrò a Roma a lavorare per Short Theatre, poi sarei dovuto andare 4 giorni allo Sziget con Luca Brinchi, che ora mi odia perché invece gli ho dato buca.

RICCARDO (SECONDO MATTEO): vado a Venezia alla Biennale Teatro, ma invece vorrei solo andare a riposare in una spiaggia di nudisti, che invece forse mi odieranno perché gli darò buca.

 

 

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