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July 10, 2015

5 domande a Ivan Cavallari, che da Bolzano al mondo, torna per aprire Bolzano Danza

Anna Quinz

Per la serata inaugurale (13 luglio, h 21.00) del cartellone al Teatro Comunale di Bolzano Danza 2015, un grande ritorno a casa. Quello del danzatore e coreografo bolzanino Ivan Cavallari, stella della danza internazionale. Cavallari è partito da qui molti anni fa, ha girato il mondo nei migliori teatri e nelle migliori compagnie, e ora sarà di nuovo a casa per presentare al pubblico della sua città il lavoro della compagnia che attualmente dirige: il Ballet De L’Opéra National du Rhin. 
Una serata che porta le firme di quattro coreografi di talento, Benjamin Millepied, Stephan Thoss, Aszure Barton e lo stesso Cavallari. Da sempre, o almeno da quando esiste Bolzano Danza, il ritorno dei propri talenti è per questa città così attenta e sensibile all’arte  tersicorea, un momento particolarmente emozionante. Un po’ come quando torna per le vacanze l’amico che abita oltre oceano e non lo si vede da tanto tempo. Bolzano è sempre capace di emozionarsi per le proprie star, è orgogliosa e fiera e queste serate si riconoscono sempre perchè nell’aria c’è quell’attesa carica di tensione e bellezza, tra il pubblico amici di infanzia e parenti, ex colleghi della scuola di danza dell’infanzia, magari la stessa maestra che ha fatto muovere i primi passi a danzatori e coreografi poi lanciati nel mondo con successo.
Ecco perché la serata di apertura di Bolzano Danza 2015 è così attesa, ecco perché anche noi saremo lì in sala a goderci questa sensazione bella. Ecco perché non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di fare qualche domanda a Ivan Cavallari, pronto a tornare a casa per inorgoglirci e deliziarci con il risultato della sua carriera importante e prestigiosa, nel grande mondo. 

Ivan Cavallari, da Bolzano a Bolzano, mi può raccontare le 5 tappe fondamentali della sua carriera, dal primo passo nella danza ad oggi?

1) mi sono innamorato della danza con Marisa Lanzingher, la mia prima insegnante a Bolzano

2) mi sono innamorato del mestiere di divenire danzatore con Bruno Telloli che mi ha inviato dalla Scala al Bolshoi

3) mi sono innamorato del palcoscenico con l’Etoile e direttrice dello Stuttgart Ballet, Marcia Haydee

4) mi sono innamorato dell’Australia quando sono divenuto Direttore del West Australian Ballet

5) sono ancora innamorato della danza ma ogni tanto devo fare lunghe meditazioni per ricordarmi di esserlo ancora, se non voglio mollare tutto e andare in Africa e farmi missionario.

Cosa ci racconterà il lavoro coreografico da lei firmato, che vedremo nella serata di apertura di Bolzano Danza? Perché ha scelto questo e non un altro? E come si inserisce nel contesto della serata e sopratutto nel tema di questa edizione “FE|MALE”?

È un lavoro dinamico, con una punta di ironia che senza pretese si lascia inserire in qualsiasi programma con una formula mista. Il dialogo con la propria ombra è fe/male o male/fe oppure male/male o fe/fe. Dipende da dove batte il sole. 

Sempre in tema di FE|MALE, lei da danzatore e coreografo come si rapporta al corpo femminile/maschile? La danza, è ancora spesso – erroneamente – considerata disciplina femminile…

Nureyev ha spazzato via questa teoria. Il danzatore rispetta l’eleganza e aggiunge atletismo e forza. Female or male fanno parte della creazione e sono l’equilibrio dell’universo. Girali come vuoi, vestili come vuoi, senza questi opposti si ferma il mondo.

Danzatore, coreografo, insegnante, direttore … in quale ruolo Ivan Cavallari è più a suo agio, o in che modo si relaziona Ivan Cavallari a ciascuno di questi impegni così diversi? 

Come l’insalata mista, aggiungi questo o quello, prende nuovo gusto e aumenta il sapore.

Lo slogan del festival recita “Bolzano la città che danza”. Questa è in effetti una città che ha da sempre una grande attenzione verso questa art.  lei che rapporto ha con questo luogo? La emoziona tornarci?

Sono fiero che Bolzano dia spazio alla danza, ma anche del fatto che sia uno dei pochi luoghi con un festival con ancora un bel programma in cartellone.

Nella foto: Bolero, coreografia Stephan Thoss, Ballet De L’Opéera du Rhin, ph JL Tanghe

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