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April 24, 2015

OPUS e l’importanza di sostenere l’energia creativa emergente e Made in Italy

Anna Quinz
A Vicenza il 23 e 24 maggio aprirà le porte OPUS, mostra mercato di design e moda emergente. Un tempo e un luogo dove la creatività può esprimersi liberamente, dove la bellezza guida ogni azione, anche e sopratutto quelle commerciali. Dare spazio a chi vive della propria creatività è sempre più importante. Ecco il motivo per cui franzmagazine, per una volta, è mediapartner di un progetto "oltre confine". Perché i confini, dove c'è voglia di fare e brigare guardando alla qualità, non esistono più.

 

OPUS è una mostra mercato dedicata alla moda e al design Made in Italy che vuole celebrare lo spirito del Do It Yourself e dell’Handmade attraverso la promozione dell’artigianato contemporaneo, del design indipendente e dell’arte emergente.
Un evento che fa di qualità e ricerca i propri capisaldi: i partecipanti vengono infatti selezionati sulla base dell’esclusività e della sperimentazione dei prodotti che realizzano. OPUS nasce da un’idea di Daamstudio, mitica agenzia di comunicazione creativa e design grafico di Thiene (VI), con lo scopo di dare spazio a fashion designer, artigiani e illustratori emergenti che spesso non trovano luoghi per esporre le proprie creazioni. 
Fin dalla prima edizione (dicembre 2013) Daamstudio è stato affiancato, per la comunicazione e l’organizzazione, da un’altra realtà del territorio: l’agenzia di comunicazione integrata HOODOOH. OPUS significa opera/lavoro quindi gli organizzatori deciso di dare questo nome alla manifestazione perché il loro intento è quello di dare spazio ai designer che vogliono mostrare l’opera del proprio lavoro.

Noi di franz, anche se siamo geograficamente lontani, siamo fieri media partner di questo progetto che ci assomiglia, per idee, visioni e obiettivi. E non potevamo mancare all’appuntamento con l’intervista agli organizzatori, Daniele Cazzola e Mariella Tedesco di Daamstudio e Francesca Arrigo di Hoodooh. leggeteli tutti e poi fate un salto a Vicenza a trovarli, non ve ne pentirete (e vi porterete a casa cose bellissime).

9Daniele, Mariella, Francesca, so che – come noi qui – siete gente ambiziosa, che sogna in grande. Quindi partiamo dai sogni, le visioni, gli obiettivi che vi siete dati con il progetto OPUS. Dove vorreste arrivare, da dove iniziare, come continuare?
Lo scopo è essere riconosciuti nel vicentino come punto di riferimento per la creatività giovane, vogliamo comunque crescere e riuscire a diventare un appuntamento fisso e imperdibile non solo per i partecipanti ma anche per il pubblico e gli addetti ai lavori. 

1Chi sono le persone che cercate, i tratti distintivi dei creativi che volete con voi?
Cerchiamo, sia all’interno della nostra regione (Veneto) che fuori, i nuovi talenti della moda e del design, designer che si formano in scuole dedicate o semplicemente lo sono per passione. La nostra è una dura selezione: i partecipanti vengono infatti scelti per l’unicità e la sperimentazione delle loro creazioni, unite al gusto e allo stile che non è mai semplice trovare. Molti si definiscono designer ma alla fine vendono un concetto non realizzato con la qualità che noi ricerchiamo. Vogliamo premiare chi crea con gusto e artigianalità adeguata.

8E – a parte i partecipanti – chi è il vostro target preferenziale, chi vorreste raggiungere?
Il nostro target è un pubblico che in un evento come OPUS si aspetta di trovare dei prodotti ricercati. Un designer per fare il proprio lavoro deve vendere ma se non ha una cornice adeguata non riesce a mostrarsi al pubblico giusto e, se inserito nel contesto sbagliato, può rimetterci di immagine e passare per cheap o perdere di importanza.

4Com’è andata l’anno scorso? Qualche aneddoto, successo, debolezza arginata in questa seconda edizione?
L’anno scorso è andata ben oltre le nostre aspettative. Lo Spazio Shed, in pieno centro storico a Schio (VI), nell’arco della giornata del 13 dicembre è stato visitato da più di 600 persone.

Proprio questo successo ci ha spinti a spostare OPUS a Vicenza, ad allungarne la durata da uno a due giorni e a pensare ad un’edizione primaverile all’aperto: la seconda edizione infatti si svolgerà in Piazza delle Erbe il 23 e il 24 maggio. Vedremo come andrà :)  

2Oggi come oggi il design “ufficiale/industriale” ha i suoi spazi, l’artigianato è sempre più seguito e potenziato, i maker sono le nuove star. Ma tutti gli altri creativi, che sono magari piccoli autoproduttori (ma non hobbisti) geniali, hanno poco spazio per raccontarsi, vendere, proporre i propri prodotti. Che ne pensate?
Cerchiamo per l’appunto di riempire uno spazio vuoto che si è generato in questo paese, per avere una vetrina adeguata gli spazi sono pochi, costosi e sempre i soliti noti, cerchiamo quindi di aprire una nuova strada accessibile economica ma di qualità.

5E dove pensate che vada tutto questo, come leggete questo fenomeno in crescita dell’autoproduzione, che porta (magari anche per la cosa di cui sopra) alla crescita di spazi virtuali tipo etsy. Perché secondo voi sta succedendo tutto questo?
Perché la crisi ha portato a riscoprire l’artigiano sotto casa, l’idea geniale accessibile e fatta in Italia, il vero Made in Italy che ormai è creato in casa.

Come lo rapportereste al concetto di design e a quello di artigianato? Gli artigiani “classici” spesso guardano con diffidenza questi nuovi creativi della manualità…
Design è artigianato, chi crea un oggetto o un accessorio ha fin dall’inizio un’idea e in qualche modo deve realizzarla. Il tratto distintivo dei nostri ospiti designer è che per realizzare una propria linea devono confrontarsi con gli artigiani che sono venuti prima di loro, coglierne l’esperienza, impararla e utilizzare il metodo acquisito per realizzare i prodotti. È una cosa naturale, si deve guardare con ottimismo in questa direzione e combattere contro l’egoismo e l’egocentrismo che caratterizza i nostri imprenditori di successo svelando i segreti dell’arte passata ai nuovi imprenditori del futuro, per poterla applicare anche alle nuove tecnologie.

OPUS 
23 e 24 maggio 2015
Piazza delle Erbe, Vicenza 
https://www.facebook.com/opusitaly

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Comments

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There is one comment for this article.
  • chebello · 

    Che bello sarebbe promuovere l’artigianato italiano con la lingua italiana corretta, senza tanti anglicismi …
    Che bello …

    P.S.: soprattutto ha ben quattro “T”, eh! :)