Culture + Arts > Visual Arts

October 6, 2014

franzmagazine ospite di “TULPENMANIE – dibattiti attorno al valore dell’arte”, progetto di Olivares Cut per INDEPENDENTS5/ARTVERONA 2014

Franz
La blogger Petra Cason, mente del progetto/blog Olivares Cut, presenta a Independents 2014 TULPENMANIE, un angolo dove dialogheranno sulla questione del valore dell’arte, non solamente in un vis a vis, blogger/artista – blogger/curatore, ma – tra loro – numerose figure legate in maniera diretta o indiretta al mondo dell’arte: artisti, curatori, critici, galleristi, consulenti d’arte, collezionisti ma anche imprenditori, architetti, giornalisti, religiosi… tra loro anche la "nostra" Anna Quinz.

TULPENMANIE fu la prima grande bolla speculativa attestata nella storia del capitalismo. Un bene “effimero” quale un fiore diventa la moneta di scambio di ingenti somme di denaro tra i membri della middle class olandese della prima metà del XVII secolo e, una volta esplosa la “bolla” che aveva gonfiato esageratamente i prezzi, getta sul lastrico centinaia di olandesi che avevano investito sui preziosi fiori turchi.
L’arte viene spesso considerata un “bene rifugio”, non paragonabile ai normali beni scambiati sui mercati, non soggetta a svalutazioni, e pertanto bene sicuro sul quale investire. Ma questo ragionamento si può fare con tutta l’arte, allo stesso modo?
Do per scontato l’accezione “contemporanea” di arte e, attraverso un approccio speculativo, paragono l’opera d’arte al tulipano, mi interrogo sulla qualità dell’arte intesa come bene “effimero”, se essa sia altrettanto soggetta alle speculazioni di un mercato altalenante quanto lo è stato il bulbo di fiore esotico nel corso del Seicento, o se ne sia estranea, e quali sono i motivi.
Tuttavia il mondo dell’arte è assai più vasto, e complesso, del suo mercato e, citando S. Thornton, è un’“economia simbolica” che produce ricchezza culturale non soltanto attraverso il denaro, ma in virtù di un dibattito e di uno scambio di idee”.
Se è vero che un’opera vale quanto si è disposti a spendere per essa (il piacere del possesso), ci si chieda se il valore di un’opera d’arte è assimilabile al prezzo con il quale questa entra nel mercato, o se devono subentrare anche altri fattori. Quanto incide il fattore estetico di un’opera, sul suo valore? Quanto l’apporto concettuale?
Il mercato dell’arte somiglia sempre di più a quello della moda. Fondazioni di importanti griffe hanno assunto il ruolo di “nuovi mecenati”, alla stregua degli istituti religiosi o delle casate nobiliari del passato. Si sostituiscono al ruolo dello Stato in merito alla valorizzazione dell’arte. Ma quanto le “tendenze” influiscono sull’acquisto di un’opera, quanto l’arte contribuisce a creare uno status symbol, come fosse un abito di marca o un’auto di lusso?
In che modo viene scelto, da parte di gallerie, fondazioni, curatori, riviste di settore, di investire sulla carriera di un (giovane) artista anticipatamente alla sua fama? Quanto questo “gioco” influisce sul suo operato, e sulla futura messa sul mercato delle opere?

L’arte dovrebbe essere in grado di mantenere un ruolo sociale reale, non piegandosi alle esigenze di mercato e alle voglie della committenza, ma consapevolizzarsi e guardare all’essenziale. Ma il ruolo degli artisti è doppiamente complesso perchè, per Sacco, è loro la responsabilità di condurre il pubblico (e quindi il mercato) verso una consapevolezza di ciò che stanno per fruire. Su questo Olivares Cut si confronterà con figure come Anna Quinz (Managing Editor e Creative Director di Franzmagazine) ascoltando il suo punto di vista sulla cultura come “fatto sociale”, in grado di migliorare la qualità della vita agendo sul luogo in cui si vive da protagonisti e non da spettatori e con Giulia Galvan, da tempo coinvolta in un progetto di sensibilizzazione (del pubblico/cittadino) all’ambito territoriale attraverso l’uso dell’arte come mezzo e non come fine.

IL PROGRAMMA DI SABATO 11 OTTOBRE

H 16.00 – 17.30
Il valore sociale e relazionale dell’arte / Il valore della ricerca in ambito artistico / Il ruolo dell’artista in una prospettiva di responsabilizzazione del pubblico.
Ospiti: Anna Quinz, Virginia Sommadossi (Project developer e presidente di Fies Core), Giulia Galvan (operatrice culturale), Mirko Baricchi (artista), Silvia Petronici (curatrice).
I dibattiti sono aperti al pubblico.

Più info suL blog/sito Olivares Cut

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.