Music

April 30, 2014

Nuovo album dei Bankrobber, Gazza Ladra. “Abbiamo sparato quello che sentiamo”

Marco Bassetti
Disponibile dall’11 marzo in tutte le botteghe digitali, “Gazza Ladra” conferma i Bankrobber come una delle giovani band più interessanti della regione e non solo. Il disco è stato anticipato dal singolo “Piccole Maschere”, scritto da Enrico Ruggeri.

Undici tracce dove il sound dei Bankrobber mostra la sua maturità, andando a definire uno stile ben definito e compatto, figlio della grande tradizione new wave, storica (The Clash, Costello, XTC) e attuale (The Strokes, The Killers…). L’album “Gazza Ladra” vede la luce dopo due anni di intenso lavoro e vede Fabrizio Palermo (Enrico Ruggeri band), Massimiliano Lambertini (Alka record label) e Roberto Visentin (Bee Studios) nel ruolo di produttori artistici. Lo stesso Enrico Ruggeri, sponsor della band di Riva del Garda fin dal 2010 (v. il brano “Moviola”), compare nel disco come autore del testo di “Piccole Maschere”: il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album. La parola a Giacomo Oberti, chitarra-voce del gruppo accanto a Emmanuele Pepè (batteria, voce) e Andrea Villani  (basso, cori).

“Gazza ladra” è il vostro primo album ufficiale ed è il risultato di quattro anni di lavoro e di carriera. Cosa è successo in questi quattro anni? 

Abbiamo iniziato a suonare seriamente insieme nel 2008 e da subito abbiamo cercato di fare roba nostra, oppure delle cover ma molto rivisitate in base al nostro stile. Il nostro ep “Rob the wave uscito nel 2012, ad esempio, contiene quattro cover (“Alison” di Elvis Costello, “Ex Lion Tamer” dei Wire, “Lullaby” dei Cure e “Making Plans For Nigel” degli XTC, n.d.r.) rappresentative dei nostri ascolti principali, però rivisitate parecchio. Prima di arrivare all’album abbiamo lanciato diversi singoli e video, e abbiamo fatto un sacco di date in giro: suonare live il più possibile e dove capita, questo per noi è sempre stato fondamentale.

Poi a marzo 2014 è uscito “Gazza ladra”. Come è stato composto?

Essendo il primo album, abbiamo cercato un po’ di mettere insieme tutto quello che abbiamo fatto in questi anni. In realtà ci sono anche pezzi che risalgono al 2006 che per l’occasione sono stati rispolverati e rivisitati a livelli di arrangiamenti per farli quadrare con tutto il resto. Ovviamente per come è stato pensato e messo insieme non si tratta di un concept album. Abbiamo iniziato a registrare l’album già nel 2011, poi tra concerti e impegni vari, il lavoro si è protratto a lungo.BankrobberConsiderata anche questa gestazione, il disco sorprende subito per la compattezza del sound, bello preciso e definito…

Beh penso che in questi anni abbiamo avuto modo di lavorare molto nella definizione del nostro stile e se questo si percepisce, naturalmente, non possiamo che esserne soddisfatti. Non si è trattato però di un lavoro consapevole e ragionato, non abbiamo mai deciso a tavolino di seguire un certo tipo di direzione. Forse sarà il risultato del fatto che, nonostante i vari impegni, riusciamo a trovarci a suonare piuttosto spesso. Siamo molto legati e penso che anche questo influisca sul nostro sound.

A di là dell’unità dal punto di vista stilistico, si percepisce anche un’unità tematica che percorre un po’ le diverse canzoni. Più che un tema un mood, a metà tra spaesamento e frustrazione. È così?

Direi di sì, il disco rappresenta un po’ questo stato d’animo. Abbiamo sparato quello che sentiamo, perché in generale lavoriamo insieme sia alla musica sia ai testi. Tutti e tre stiamo girando un po’ per l’Italia, chi per studio chi per lavoro, e la situazione che vediamo è abbastanza assurda. Alla gente non frega più cavolo di niente… A Milano, dove lavoro come grafico, vedo che le persone vengono trattate come numeri.

Il singolo “Piccole Maschere”, con testo di Enrico Ruggeri, rientra perfettamente in questo mood. Come è nata la collaborazione con lui?

La collaborazione è nata nel 2010, all’epoca del nostro primo ep. Cosa ti posso dire? È un grande, perché ci ha insegnato un sacco di cose anche al di là della musica. Ci ha sempre messo a nostro agio, è sempre stato molto aperto e collaborativo. Con lui abbiamo avuto modo di suonare anche in due date! Poi il suo bassista, Fabrizio Palermo, ci ha dato una mano anche in questo disco, producendo quattro brani.

Un altro pezzo che mi ha colpito è “Lontano dalla realtà”:  “lontano dalla realtà / da tutta la plastica / che confezione questa ipocrisia”. Di cosa parla questo pezzo?

Il pezzo nasce da uno spunto autobiografico, perché quando l’ho scritta mi stavo lasciando con la mia ragazza. Ero incazzato e ho buttato dentro il pezzo un po’ tutto quello che mi passava per la test. C’è ovviamente anche un riferimento alla vita sui social network: tutti impegnati in relazioni di plastica, perdiamo di vista la verità dei sentimenti.

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