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November 4, 2013

Un labirinto mentale. Il cervello di Marcos Lutyens alla Boccanera

Aaron Ceolan


Fino al 23 dicembre Arte Boccanera a Trento, si trasforma in uno spazio alternativo, contrassegnato da un lieve strato scientifico che si va a posare sulla natura contemporanea della galleria trentina. Questa si sdoppia nell’intento di diventare un campo di esplorazione, di indagine dell’inter-comunicazione. Ha infatti luogo l’esposizione Social pharmakon di Marcos Lutyens, artista operativo a Los Angeles, che vanta nel proprio curriculum delle esperienze quali Documenta a Kassel, la Biennale di Venezia, o esposizioni al MOCA e al LACMA nel capoluogo californiano. Quella di Lutyens è un’indagine nell’inconscio e nelle dinamiche sociali, cercando di analizzare il processo mentale che accompagna l’attività umana durante l’esplorazione delle reti di comunicazione di nuovissima generazione, vedi i social media o le innumerevoli immagini che ci appaiono ogni giorno tramite l’uso del web.

2Le nuove tecnologie e i nuovi spazi creativi che di conseguenza si sono creati, come ad esempio i social network, hanno aperto nuove vie verso una comunicazione globale senza barriere architettoniche o altri apparenti ostacoli materiali. Si riesce senza fatica, standosene comodi comodi seduti in poltrona della propria abitazione, a relazionarsi con uno dei numerosissimi amici di una qualsiasi community sociale dall’altra parte del globo. Va da sé che naturalmente il modo del fare comunicazione ne risente parecchio. La capacità del porsi nel sociale diminuisce drasticamente, e di conseguenza si va perdendo quella naturalezza che magari caratterizzava l’essere umano nelle epoche precedenti, fatta di scambi di informazione e sentimenti intensi e molto profondi. Il lavoro di Lutyens indaga le reazioni della mente umana nell’apprendere un certo tipo di informazioni. Cerca di analizzare lo scambio di dati dinamici tra interno ed esterno, conscio ed inconscio attraverso un sistema che riesca ad espellere verso il mondo reale ciò che avviene dentro la sua mente.

Per l’occasione lo spazio espositivo all’interno della galleria è suddiviso in due parti e l’approccio del visitatore viene facilitato grazie a Score for Social pharmacon, una mappa centrale a forma di cervello, il quale attraverso i suoi canali e le porte nascoste illustra la ricerca artistica di Lutyens. Nella parte destra del browser mentale, che corrisponde alla parte destra della galleria, vi troviamo le Psicografie. In questo caso si tratta di opere risultate a posteriori, dopo l’effettivo apprendimento di uno stato sociale. Avendo la mente acquistato delle affermazioni presenti sui social network, di conseguenza genera una consapevolezza spazio-temporale la quale viene a sua volta esposta in forma indiretta sulla superficie cartacea. In questo modo le emozioni generate dalla semplice lettura di varie testimonianze fanno sì, che queste vengano tradotte in dei segni grafici assolutamente unici nel suo genere. L’emisfero sinistro, corrispondente all’ala sinistra della galleria è invece dedicato alla sfera sensoriale. L’installazione artistica generata da Lutyens in realtà è invisibile all’occhio, si trova nella parte nascosta della presenza mentale, è rivolta all’inconscio, manipolato dai condizionamenti sociali.

4Per Arthur Schopenhauer il mondo che ci circonda, è in realtà solamente composto da nostre immaginazioni. Queste immaginazioni possono esistere solo nel momento in cui si relazionano con noi, ma determinano unicamente il piano superficiale del mondo, la parte esteriore. Lo strato interno della materia si presenta nel momento preciso dell’esperienza propria del soggetto. È la volontà che ci fa scoprire noi stessi, la volontà mai doma e che imperterrita cerca di creare un’immagine di ciò che proviamo. In questo caso Lutyens, o meglio l’inconscio dell’artista cerca in continuazione di dare una forma a ciò che avverte, ai suoi sentimenti. I messaggi letti sui social network si depositano per lungo tempo nella sua mente, per poi successivamente fuoriuscire in forma emotiva. Il risultato quindi è la trasformazione visiva di ciò che Lutyens prova dentro se stesso nel momento in cui acquisisce certe informazioni.

1La mostra curata da Chiara Ianeselli e Kristupas Sabolius riesce a coinvolgere in modo esauriente lo spettatore, il quale si trova a confrontare se stesso con ciò che avverte nell’osservare le opere o le installazioni. Lutyens ci mostra ancora una volta come il contemporaneo riesca ad andare oltre la semplice osservazione di un’opera. Lo spettatore è chiamato ad interagire non solo con ciò che gli viene presentato in forma materiale, ma con ciò che avviene nella mente dell’artista. Le emozioni di colui che opera, riescono in questo caso a sprigionare delle altre, nuove emozioni in colui che si appresta a leggere il processo creativo che sta alla base di ciò che gli si presenta davanti. È un modo assolutamente positivo per guardare dentro noi stessi, anche per renderci conto in quale maniera ci poniamo verso i nuovi strumenti di comunicazione, e per realizzare che probabilmente sono loro, i social media, a toccare il nostro inconscio, e di conseguenza a toccare, a muovere noi stessi.

http://www.arteboccanera.com/

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