Music

October 18, 2013

Circuito Sonoro Festival, 18-19 ottobre. Intervista alle Blackie Drago

Marco Bassetti
Siamo arrivati all'ottava edizione di Circuito Sonoro Festival. Due giorni di musica, il 18 e 19 ottobre, presso il Pippo.Stage di Parco Petrarca a Bolzano. Tanta roba, tanta musica live. Abbiamo intervistato le Blackie Drago, oscuro trio bolognese in pantaloncini corti. Misteriose, affascinanti.

Cinque le band che saliranno sul palco di Circuito Sonoro Festival, rassegna organizzata dall’Associazione Provinciale Musicisti in collaborazione con Arci Bolzano e col contributo della Provincia Autonoma di Bolzano, della Regione Trentino Alto Adige e del Comune di Bolzano. Due serate di sana musica dal vivo, a partire dalle 21, al Pippo.Stage. Si parte questa sera, venerdì 18 ottobre, con Very Short Shorts, Three Second Kiss e David Lenci, che per l’occasione lascerà i panni di produttore artistico di uno dei più gloriosi studi di registrazione italiani, Redhouse Recordings, per presentare il suo nuovo progetto David Lenci & The Starmakers, edito dalla bolzanina Riff Records in collaborazione con Go Down Records. Si proseguirà domani, sabato 19 ottobre, con la band meranese Cyclephante ad aprire il concerto delle Blackie Drago, trio al femminile sintonizzato su frequenze dream pop. O forse, considerando l’oscurità che percorre il loro sound, sarebbe meglio dire nightmare pop. L’abbiamo chiesto a Margot e Twiggy, rispettivamente cantante e chitarrista della band.

Tre ragazze si incontrano al Covo di Bologna e decidono di mettere su una band… come è nata l’idea?

T. L’idea di formare una band è arrivata un paio di anni fa, ci siamo conosciute al Covo Club e, a forza di parlare di musica e andare a vedere concerti su concerti, ci siamo dette “perché non formiamo noi una band?”. Non ricordo un concerto in particolare, ma ne parlavamo in continuazione. Il problema era che nessuna di noi sapeva suonare. Così ognuna si è scelta uno strumento e da li è cominciato tutto. Non ricordo esattamente cosa ho provato in quel momento, eravamo cariche ma non sapevamo a cosa andavamo incontro. Volevamo divertirci e basta!

Ora riuscite a vivere di musica?

T. Magari! Fortunatamente abbiamo tutte un lavoro. È dura incastrare impegni di lavoro e il tempo per provare e suonare, ma ci riusciamo alla grande.

Avete scelto come nome non quello di un criminale qualsiasi, ma di un avvoltoio supercriminale targato Marvel. Da dove deriva questa fascinazione verso “il male”?

M. Siamo super fan dei fumetti Marvel e dell’Uomo Ragno in particolare. Abbiamo scelto il nome di un suo rivale che, dopo numerose sconfitte, decide di non indossare più il costume. Più che una fascinazione verso il male si tratta del dualismo tra bene e male con cui ogni persona deve convivere.

L’oscurità e l’inquietudine attraversano, del resto, un po’ tutte le vostre canzoni. Più che “dream pop” sarebbe forse meglio dire “nightmare pop”, che dite?

M. Potrebbe essere una definizione calzante. Tutti i nostri pezzi, anche quelli con melodie più allegre, finiscono col diventare ballate malinconiche, anche se penso che si possa percepire, in fondo, una sorta di speranza. Siamo lì, in mezzo ai sogni e agli incubi.

“Sacrifice”, la vostra vera prima canzone, riflette “un periodo veramente difficile, di totale disillusione e fatica che si rifletteva soprattutto nei rapporti umani”. Margot, ci vuoi raccontare questo tuo sentire?

M. Sin da piccola sono stata molto sensibile ed emotiva, probabilmente anche perché ho sempre sofferto di forti emicranie. Cosa che mi ha procurato non pochi problemi che si sono moltiplicati ovviamente con tutto ciò che comporta l’età adulta. Se ho trovato una via d’uscita? Credo di si.

“Minimo comun denominatore: la necessità di comunicare, i fumetti Marvel e gli shorts”. Mi interessa approfondire questo punto, gli shorts.

T. Hahaha! Esattamente non sappiamo nemmeno noi cosa rappresentino. Diciamo che è quello che ci contraddistingue. Li portiamo in ogni occasione, anche per suonare.

So che è in cantiere il vostro primo album, a che punto siete?

T. Ci stiamo dedicando a definire i nostri pezzi. I brani ci sono, ma vogliamo che la nostra identità venga fuori il più possibile.

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.

Archive > Music