Music

September 4, 2013

Full Tension Festival, la tensione non cala

Andrea Beggio
Marco Bassetti
Grande affermazione di pubblico per la prima edizione di Full Tension, con Deftones e Teatro degli Orrori come headliners. Gli organizzatori si dicono soddisfatti e pensano già all’edizione 2014.

Nel terzo giorno dell’era d.F.T. non possiamo che tornare ad occuparci di Full Tension. L’emozione è ancora vivissima, le immagini scorrono rapide davanti agli occhi, le orecchie fischiano ancora… il Festival ha lasciato i suoi segni, profondi, direttamente nella mente e nel corpo. La tensione stenta a calare, ci ha attraversato come una scossa potentissima e adesso risulta difficile liberarsene, è entrata a far parte di noi.  Quest è l’energia del rock, molto superiore ai 30.000 Volt!

La giornata del Full Tension Festival è iniziata già la mattina del 31 agosto quando Andrea (coautore del pezzo), appena uscito dal conservatorio, viene fermato da due turisti alla ricerca di specialità tirolesi. Dopo averli indirizzati verso il Cavallino Bianco, gli viene in mente che potrebbero essere a Bolzano per il Festival. La sera questa teoria viene confermata, i 2 riminesi erano lì e hanno ringraziato per avergli consigliato il ristorante… pare abbiano molto gradito la nostra cucina.

Ma i due riminesi erano solo una goccia in un oceano, singolare che abbiano trovato Andrea in mezzo alla folla. Da Milano al Centro Italia, da Venezia all’Austria, il pubblico è iniziato ad affluire a partire dalle 17, fino ad arrivare a raggiungere rapidamente e a superare le 3.000 persone! Cifra sbalorditiva da queste parti, probabilmente mai raggiunta nell’ambito di un festival rock. Quindi, anche stando solo ai freddi numeri, una cosa è certa: Full Tension ha fatto centro pieno. Gli organizzatori dicono “siamo soddisfatti e iniziamo a lavorare per la prossima edizione”. Noi diciamo “tanto di cappello”.Full TensionI numeri, del resto, sono stati supportati da un’organizzazione che possiamo definire, senza troppi giri di parole, ottima. Sebbene sia sempre tutto perfettibile, certamente quella dispiegata nel piazzale dell’Autoindustriale (location assolutamente azzeccata, ampia, capiente, sicura, lontana dal centro abitato dove, si sa, la gente dopo le 9 vuole silenzio…) è stata un’organizzazione da grande festival internazionale. Lo si è visto, ad esempio, dal numero di gabinetti chimici che contornavano la manifestazione: piccoli dettagli che, quando scappa, fanno la differenza.

Un’altra nota caratteristica, la birra non era Forst. Da sempre la Forst è una presenza quasi subliminale in tutte le occasioni culturali dell’Alto Adige. Dalle oscure e minacciose sfilate di Schützen armati, ai concerti hardcore più estremi, alle folksfeste di sinistra, il gazebo verde della Forst è sempre lì e non ci puoi fare niente: no Forst, no party. Che sia anche questo un segno del cambiamento?

La programmazione, organizzata su due palchi, è stata serratissima e non ha lasciato respiro: una maratona rock di 7 ore, senza interruzioni, se non quella che ha preceduto l’arrivo dei Deftones… gli headliner si fanno sempre attendere, una brutta tradizione dura a morire. Mentre sul main stage si sono alternate le band più acclamate e rumorose, con un crescendo spaventoso di intensità e partecipazione, le esibizioni sul Red Bull Tourbus si sono dimostrate molto più che dei riempitivi. Menzione speciale per i Mother’s Cake, semplicemente mostruosi. La dimostrazione vivente che il grande rock della tradizione anni ’70 sia una creatura ancora viva e mutante, capace di parlare un linguaggio non solo attualissimo, ma anche di grande freschezza e creatività. Con una credibilità e una presenza pari a quelle dei più blasonati colleghi, pensiamo ad esempio ai Mars Volta o ai Black Keys, i Mother’s Cake sono stati da parte nostra un’autentica rivelazione.Red Bull TourbusC’è stato grande dibattito in redazione franz sulla proposta musicale rappresentata sul palco principale. C’è chi mette gli Architects al primo posto, chi all’ultimo. C’è chi ha preferito i Devotion ai Deftones. C’è chi si è interrogato sul mistero del nu metal, definendolo “una sorta di metal aproblematico, spogliato di qualsiasi spunto stilistico interessante, in cui tutto è giocato sulla potenza degli impianti e sull’alternanza tra parti forti e sospensioni melodiche”… Il dibattito potrebbe continuare all’infinito e incendiare la passione di qualcuno, ma alla fine chissenefrega. La conclusione a cui siamo arrivati ci pare definitiva (citazione della nostra Tessa Moroder, con tutto il suo inconfondibile stile): “l’atmosfera era così figa e forte che, se anche avesse suonato Albano Carrisi, sarebbe stata una figata assoluta”.

Quanto ai Deftones, pare abbiano molto apprezzato l’accoglienza riservata dagli organizzatori. Più di tutto è stata apprezzata la torta preparata per l’occasione dalla nonna di Tobe e divorata nel backstage prima del concerto. Deftones CakeIl gruppo poi, il giorno seguente, ha avuto modo di rilassarsi un attimo dalle tensioni accumulate godendo delle bellezze naturalistiche che costellano il nostro territorio. Nella foto sotto vediamo Chino Moreno mentre riemerge con agilità dal laghetto di Fiè. Dall’espressione del volto si percepiscono chiaramente lo stress e la fatica della vita da rockstar. Chino MorenoAbbandonandoci allo splendore di un’immagine così edificante, non ci resta che aspettare con trepidazione Full Tension 2014, contando sulla presenza di un Albano in splendida forma portato in gloria da una schiera di metallari vecchi e nu… magari dopo l’esibizione dei Queens of the Stone Age, però. E nell’attesa, per chi si fosse perso il concerto o chi volesse riviverlo attraverso i tweet e gli instagram del pubblico, c’è solo una cosa da fare: visitare la nostra franzPlatz!

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