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July 4, 2013

#Buone note (di musica e vino). Campo Base ad Andalo: vineria et cetera…

Stefania Donini

C’erano una volta i caffè letterari di Milano, Firenze, Parigi… dove si incontravano tra fine Ottocento e primi del Novecento scrittori, poeti, artisti e intellettuali. A discutere di politica, d’arte o di letteratura, si, ma anche a bere un bicchiere di vino, o magari d’assenzio come certe donne nei quadri di Toulouse-Lautrec. Luoghi di incontro e di scambio, di produzione e non solo di consumo: quel che secondo me dovrebbe essere un caffè, un ristorante, magari pure un hotel. Del resto, credo, non entriamo in un locale soltanto per soddisfare sete o fame o sonno, ci entriamo soprattutto per condividere quel cibo o quel vino con altre persone (o quella camera da letto). O, se ci entriamo da soli, lo facciamo per respirare una buona atmosfera. A Berlino ci sono le kneipen, quelli che in Irlanda o in Inghilterra sono i pub di quartiere: qui ad Andalo, paese formato da quattordici masi sparsi, non poteva mancare “il bar del maso”.
1Per me che abito al Maso Cadin, si chiama Campo Base. A un minuto di strada dalla porta di casa… ma se fossero quarantacinque li farei lo stesso. E lo consiglio anche a voi. Quando si dice: il locale che non ti aspetti di trovare proprio lì dove si trova. Vi aspettereste di entrare in un baretto di un piccolo paese di montagna e ritrovarvi in concerto “un leggendario chitarrista blues talmente leggendario che si dubita che esista veramente, già insegnante di Eric Clapton che gli deve ancora 850 lire dell’ultima lezione che non ha pagato e che ha inciso anche diversi dischi di Jimi Hendrix con un chiodo”?

Al Campo Base capita, per esempio quando suona il duo Bestetti-Boninsegna. Di concerti ne organizzano molti, sperimentando generi diversi, Stefania e Daniele, le due anime che hanno dato vita a questo vin bar & beers (così si chiama, e non provate a chiamarlo wine bar con la vudoppia!). E anche quando non c’è musica dal vivo, il sottofondo è sempre di qualità: dal jazz al rock-blues passando per i migliori cantautori italiani e non solo… con un oste cui non spunta un enorme punto di domanda sulla testa quando parlate di Django Reinhardt, per dire. Anzi, spesso ne sa più di voi (come nel mio caso).

Andateci, insomma. Per assaggiare uno dei tanti vini (sono ben 70 le etichette presenti in enoteca) di cui Daniele può raccontare anche un po’ di storia, provando a indovinare se quello è il vitigno giusto per voi e per il vostro umore del momento… Per provare una birra seria, di quelle artigianali, come la Route 66 che ha un inconfondibile profumo di un tale frutto, tanto inconfondibile quanto difficile da indovinare (provateci!).2L’aperitivo qui non è in stile milanese, ma nemmeno tipicamente trentino: se chiedete un calice di vino, vi arriverà insieme anche un tagliere e quasi sempre potrete assaggiare qualche nuovo salume o formaggio, di quelli che Stefania e Daniele scelgono con cura, dedicandosi ad una continua ricerca con lunghe sessioni degustative… per esempio, l’avete mai sentito il cados? C’est Français! Fromage au lait cru, affinato con Calvados e cosparso di pane grattugiato. «Perché io non mangio solo puzzone! » disse l’oste. Un suggerimento al volo, anzi due o tre: aperitivate con il pinot nero rosato di Cantrina, che oltre ad essere fresco e fruttato e piacevolissimo, ha un’etichetta illustrata da collezione. Libero esercizio di stile, rosato Pinot Nero 100%, azienda Agricola Cantrina (Bedizzole, Bs).5Poi, prendetevi un Catinaccio (il panino), così fate conoscenza con la carne salada. Infine, se ce la fate passate di qui in una delle prossime serate estive, magari dopo una giornata di trekking sulle montagne del Gruppo di Brenta. Potrebbe capitarvi di ascoltare a mezzanotte un solo jazz con il musicista Tony Rusconi alla batteria.

Campo Base | Vin Bar & Beers
via Crosare, Andalo (Trento)
www.facebook.com/campo.base.10

Foto: Francesca Tenaglia

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