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June 1, 2013

IFFI 2013: Ad Innsbruck il cinema scalda i cuori e supera le barriere razziali

Francesca Di Giovanni

Penultimo giorno di proiezioni per l’IFFI, ieri, sempre più partecipazione da parte degli austriaci amanti del buon cinema e dell’ottima compagnia che una calda sala cinematografica può offrire.

La mattina il terzo cine-brunch presso il Cinematograph, con Michaela Kezele e Ines Tanoviḉ. Molta più gente rispetto ai due giorni precedenti, spinti dal tempo autunnale che persevera, dalla curiosità e dalla possibilità di confrontarsi con i molti registi accorsi da ogni parte del mondo. Michaela prende la parola per prima, rivelando la sua difficoltà nel girare il documentario, soprattutto per l’aspetto economico. Ines conferma, aggiungendo che per i paesi da cui provengono (per lei Bosnia, mentre la sua collega è nativa serba) è pressoché impossibile ottenere fondi per i registi locali: Michaela, vivendo da anni a Monaco, è riuscita a farsi finanziare, ma di somme non molto rilevanti ottenute dopo molto tempo passato ad avanzare richieste alle personalità locali. In seguito giungono in sala anche Claude Haffner e Rusudan Chkonia, accorse per ripararsi dal tempaccio e condividere un brunch in compagnia, che si inseriscono nella discussione narrando la loro personale difficoltà economica.

Sempre più visibile l’entusiasmo degli organizzatori, che si aggirano per le 3 sale cinematografiche soddisfatti dei risultati. Helmut, stanco ma felice, mi racconta di come ogni anno sia difficile portare avanti questa iniziativa, e, secondo lui, questa sarà la migliore. I risultati dipendono molto dal team con cui si lavora, non solo per il feeling che si instaura ma anche per il modo di lavorare di ognuno di essi. Nel 2013 c’è una novità: molti più fondi, derivanti dalla prima partecipazione del sindaco, e un gran finanziamento proveniente della Provincia, che hanno reso possibile una miglior realizzazione. Da buon direttore dichiara che i film sono stati scelti da lui (anche se supportato da Evelin e gli altri del team), in base ai suoi gusti personali e non in base alla moda cinematografica; presi da Cannes, Venezia e da esperienze personali della vita quotidiana, sono dei film di nicchia per i veri amanti del cinema. Per concludere aggiunge che è la prima volta che si presentano film classici in 70 mm e bisogna spiegare bene ai novizi di che si tratta.

La co-direttrice Evelin Stark si trova alla sua settima edizione ed è molto felice di questa così come delle precedenti. C’è tanto lavoro e professionalità dietro, anche se da fuori risulta tutto molto informale ed amichevole. Ormai si è creata una vera e propria famiglia: diversi mondi fusi insieme, personalità da ogni parte del globo inserite in un unico contesto senza confini. Ha conosciuto Helmut una decina di anni fa, durante una lezione tenuta da lui alla sua classe universitaria, e da allora hanno cominciato a conoscersi e scambiare idee e pareri sul cinema. Dopo un periodo come volontaria è entrata nel team e divenuta in breve tempo la sua spalla destra. Tutti i film scelti per il festival hanno un gran lavoro dietro, toccano tematiche importanti, tra cui prevalentemente problematiche politiche e sociali di paesi in difficoltà come l’Africa. Il motivo principale di tale scelta è che in pochi conoscono la realtà dei fatti e, a suo parere, gli europei devono sapere cosa accade in alcune piccole realtà sia vicine che lontane. Per lei una soddisfazione in più: l’IFFI Campus. La sua creazione è nata in autunno, spinta dal fatto che l’area tirolese è ricca di giovani registi talentuosi ma priva di scuole di cinematografia; con questa iniziativa si da loro la possibilità di studiare, di confrontarsi con esperti del settore, di conoscere realtà differenti e di far conoscere i propri lavori. Di conseguenza le è sorta l’idea di creare un network (ed una piattaforma per lo scambio dei contenuti), prima europeo e poi mondiale, che colleghi i giovani registi validi ancora nell’ombra delle quinte di tutto il mondo.

Per ultimo il giovane Stefan, sempre molto impegnato ma di poche parole. Felice come un bambino in un negozio di caramelle, passa da una sala all’altra per dare il suo supporto a registi e moderatori degli spettacoli. Per lui è solo il secondo anno, ma si è già inserito molto bene nel team-famiglia. E’ incredulo nel vedere così tanta gente; tra gli spettatori molti volti nuovi, cosa che da molta soddisfazione e ripaga del gran lavoro svolto.

C’è chi si rende visibile e chi rimane in disparte, ma sono tante le persone che hanno reso possibile la XXII edizione dell’IFFI e continuano a condurla per mano affinché si giunga alla celebrazione conclusiva di un altro anno ricco di opportunità cinematografiche.

Im Bild oben: The IFFI Team 2013: Stefan Kuen, Laura Schmidt, Helmut Groschup, Evelin Stark. Photo: simonrainer.com

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