Culture + Arts > Cinema

May 4, 2013

Visto al Trento Film Festival: “Watchtower” e i destini dei viaggiatori

Margherita Bettoni

Pelin Esmer, classe 1972, ha già sul curriculum due documentari e due film, presentati e premiati in diversi film festival internazionali, da quello di Trieste a quello di Montpellier, passando per Istanbul e Norinberga.

Proprio il suo lavoro la porta a spostarsi molto all’interno della sua terra natale, la Turchia. Pelin copre spesso in autobus le lunghe distanze che separano le diverse città. E’ costantemente accompagnata dalla voce delle hostess di viaggio, che coccolano i passeggeri con bicchierini di tè nero ed annunciano ad ogni fermata il nome del paese ed il tempo di attesa del mezzo di trasporto.

Proprio ascoltando queste voci stereotipate, tutte uguali, Pelin si interroga sulla vita di queste donne  il cui destino si incrocia per un attimo a quello dei viaggiatori.

Che cosa succederebbe se questo annuncio fosse l’ultimo nella vita di questa hostess? – si chiede un giorno la regista. Ed ecco che in lei si insinua il primo germoglio che porterà alla nascita di “Gözeltme Kulesi / Watchtower”, l’ultima pellicola di Pelin che ha visto la luce nel 2012.

Una lunga riflessione sul tema del senso di colpa che vede in un primo tempo scorrere parallele le vite di Nihat (Olgun Şimşek), uomo di mezza età che lavora in una torre di avvistamento nelle montagne turche e di Seher (Nilay Erdönmez), giovane hostess su autobus a lunga percorrenza.

I due cercano a loro modo rifugio in due realtà alienanti, la torretta nel bosco e una camera spoglia in una stazione degli autobus nel mezzo del nulla.

La battaglia contro i propri sensi di colpa diventa improvvisamente una lotta comune quando le vite dei due si scontrano portandoli a condividere pur non volendo delle ferite universali.

Il film, presentato in anteprima mondiale al Film Festival di Toronto e già insignito al Golden Boll Film Festival di Adana nelle categorie miglior regia, migliore attrice, miglior attore e attrice non protagonisti e miglior fotografia approda al Film Festival della Montagna di Trento.

Ad accompagnare la sua creatura  è proprio Pelin Esmer, che quest’anno fa parte della prestigiosa giuria del concorso.

Il film, facente parte della sezione “Eventi”, cattura la sala purtroppo non piena ed il pubblico approfitta della presenza in sala della regista per soddisfare le proprie curiosità.

Si viene così a scoprire ciò che ha dato origine al film: una voce, quella delle hostess degli autobus turchi, e la riflessione su un fenomeno universale: il senso di colpa.

La magistrale interpretazione della giovane Nilay Erdönmez, già nota attrice di teatro, alla sua prima esperienza sul grande schermo aggiunge valore ad una trama ben riuscita.

Il film è un alternarsi di sequenze lunghe e pigre, dalle giornate sempre uguali di Nihat nella sua torretta di avvistamento agli annunci di Seher ai passeggeri in sosta.

L’incontro-scontro tra i due protagonisti porta alla rottura di quella routine nella quale i due hanno cercato rifugio dai propri sensi di colpa e di inadeguatezza.

All’orizzonte del finale aperto si intravede la possibilità di dare un senso nuovo alle due esistenze arrivando forse a dare un senso anche al male.

Un finale che, proprio come il destino dell’uomo, non poteva che restare indefinito.

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.