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February 13, 2013

I mercoledì da leoni della nuova edizione di Docu.emme

Verena Spechtenhauser

Quando passeggio per Merano e mi imbatto negli inconfondibili flyer di Docu.emme – la rassegna dedicata al cinema documentario contemporaneo – non posso fare altro che guardare subito quali nuovi documentari il team abbia in serbo per noi spettatori. E devo dire che non rimango mai delusa. Anche se poi non sempre riesco a vedere tutti i film, per me, e non solo per me, Docu.emme è un importante punto di riferimento nel paesaggio culturale della città. E per noi meranesi, è una vera e propria fortuna: trovare un posto nel quale vedere questo genere di film – e per di più, gratis!! – non è cosa scontata. Sopratutto in provincia. Per questo motivo, e per il fatto che stasera parte l’ottava edizione, ho incontrato Daniel Mazza e Giuseppe Tedeschi, che insieme a Giorgio Loner, Stefania Borin e Giovanna Podavini fanno parte del giovane e sempre attivo team di Docu.emme.

Cos’è esattamente Docu.emme, da quando esiste e quali le motivazioni che vi hanno spinto a partire con il progetto?
Docu.emme è iniziata nel 2008 con l’intento di mostrare il cinema documentario nella città di Merano. Assieme a Giorgio Loner del Centro per la Cultura abbiamo sentito la necessità e il desiderio di mostrare il genere del cinema documentario contemporaneo che è spesso nascosto dai circuiti tradizionali. Arriviamo dalla scuola di cinema documentario Zelig di Bolzano, questo sicuramente  influenza il nostro percorso. Docu.emme si è proposta inizialmente con pochi appuntamenti, un test per capire se questo tipo di iniziativa potesse sopravvivere. Con il tempo e l’esperienza accumulata siamo arrivati all’ottava edizione, abbiamo consolidato un pubblico che vive con sincero interesse la programmazione. Docu.emme si sviluppa in due sessioni, una autunnale ed una primaverile.

Con quali criteri scegliete i film da proiettare? Come li raggiungete/ottenete?
La chiave della nostra ricerca è frequentare i festival di cinema, curiosare in rete, il network che si crea tra appassionati e filmmaker, e tanta buona volonta per contattare i distributori o gli autori dei film. La programmazione della rassegna non è mai stata vincolata ad una scelta tematica ma cerca ed ha cercato sempre di coinvolgere realtà documentarie internazionali e locali, affiancando film di distribuzione internazionale con film di autori altoatesini spesso ospiti durante la proiezione. La mescolanza e l’eterogeneità sono la meraviglia della rassegna. I film sono proiettati in lingua originale, sottotitolati. L’Alto Adige è una terra che vanta la possibilità di conoscere due lingue e questo ci permette di avere una programmazione mista, anche internazionale. In un futuro prossimo, proporre film con il sottotitolo inglese, ci permetterebbe di avere una scelta molto più ampia.

Quali sono gli higlights dell’ottava edizione?
Per Docu.emme ogni mercoledì è un highlight … (scherziamo). L’ottava edizione, rispetto alle altre si caratterizza appunto da una diversità dove è difficile scegliere un highligt. Siamo molto contenti di aver avuto la possibilità di proiettare “Below the sea level” di Gianfranco Rosi che abbiamo inseguito da anni, “Le Libraire de Belfast” di Alessandra Celesia, vincitore del Festival dei Popoli di Firenze 2012, “Bombay beach” di Alma Har’el vincitore del Tribeca Film Festival 2011.

Dal 2009 Merano non ha più un cinema. Da “filmmaker” come vivete la situazione? Si tratta di un triste segnale lanciato dalla vita culturale di una città o il cinema come istituzione è un concetto sopravvalutato?
La moria delle sale cinematografiche è una realtà che non si può negare. L’avvento del digitale, la possibilità di guardare i film attraverso la rete o altri mezzi hanno contribuito alla chiusura di molte sale, ovunque. Crediamo fortemente nell’importanza di una sala cinematografica, la concentrazione e l’attenzione che un grande schermo regala non può essere paragonato alla solitudine di un monitor. Nelle proposte culturali altoatesine ci sembrava che questo genere di appuntamento mancasse, soprattutto nella città di Merano, attivarci ci è sembrato una risposta dovuta alla mancanza di un cinema. Docu.emme come altre realtà sono segno di volontà, per avere un luogo dedicato alle proiezioni. Ma non basta solo la volontà c’è bisogno di una risposta da parte dell’amministrazione pubblica per realizzare un cinema. La rassegna Docu.emme vive grazie alla collaborazione con mairania 857 che gestisce il Centro per la cultura di Merano. Giorgio Loner, Stefania Borin e Giovanna Podavini fanno parte del team Docu.emme occupandosi della coordinazione e delle pubbliche relazioni.

La nuova edizione di Docu.emme parte stasera alle 20.30 presso il Centro per la Cultura con il Docu-dramma Der Kapitän und sein Pirat di Andy Wolff in lingua originale con sottotitoli in tedesco. E la rassegna continua ogni mercoledì fino al 17 aprile. Per il programma completo, clicca qui.

Nella foto, l’immagine “di copertina” del film Never Sorry di Ai Wei Wei, da vedere durante la rassegna Docu.emme.

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