Culture + Arts > Cinema

February 9, 2013

Film a Km0. I premiati. Premio del pubblico a “Wunderkammer” di Tommaso Rosi

Franz

Chi è nella vita Tommaso e cosa fa?

Sono un fisico amante dell’arte/un artista che indaga il mondo attraverso la fisica. Gran parte della mia ricerca riguarda l’interazione diretta tra corpo e hardware/software da me ideati e realizzati: i risultati di queste sperimentazioni vengono quindi concentrati nelle performance audiovisive in cui mi esibisco sotto lo pseudonimo di Hyper!Ion.

Quanto conta nella tua vita il linguaggio video? È un mestiere, una passione, uno svago?

La mia attività di videomaking è strettamente connessa a quella delle performance audiovisive. Normalmente quindi concepisco i video come un materiale che deve nascere con una potenziale dimensione in più: come il normale video si distingue dalla fotografia per la sua dimensione temporale, così i video su cui lavoro nascono con una potenziale dimensione di interazione, forse classificabile come una seconda dimensione temporale, dipendente dalla specifica performance in cui il materiale verrà usato. Naturalmente esistono casi in cui lavoro su di un video anche in senso convenzionale, come nel caso di Wunderkammer.

Da quale idea, come quando e perché è nato il progetto di questo film?

Wunderkammer è stato concepito per la prima edizione di “History Lab 3×3”, un concorso bandito dalla Fondazione Museo Storico di Trento con tema “Il diario. Uno sguardo personale”. In genere lavoro da solo, ma in questo caso leggendo il bando ho pensato di chiedere ai miei amici Filippo Gratton ed Eugenio De Bernardis se avessero voluto lavorare al progetto, ed hanno accettato. Ho subito pensato a loro per le loro conoscenze in ambito storico e cinematografico, e sono contento della collaborazione.

Soddisfazioni, problemi, curiosità, aneddoti da raccontare del “making of”?

Sicuramente una grande soddisfazione è stata vincere il primo premio del concorso per cui Wunderkammer è stato realizzato, oltre al più attuale premio del pubblico di “Km0”.
Per quanto riguarda i problemi basti pensare al fatto che obiettivo del concorso era la realizzazione di un video in 3 giorni (preceduti da una settimana di preparazione) e che noi abbiamo scelto la tecnica dello Stop-Motion. In questo (breve) arco di tempo abbiamo scattato più di 10.000 fotografie da cui ne abbiamo selezionate oltre 2.000: per il passaggio più complicato ci sono volute 6 ore di lavoro per ottenere all’incirca 4 secondi di risultato.
Un momento di grande felicità è stato certamente trovare il pezzo musicale giusto al video, tessera assolutamente fondamentale del puzzle: di questo ringrazio il fantastico compositore, Nicola Segatta.
Per concludere con una curiosità: alla fine delle riprese ho riadattato la stanza del video affinché potesse essere la mia stanza personale per qualche settimana. In quel periodo ho quindi vissuto in un sottotetto di cartone al 3° piano di un palazzo di 5.

Quali i sogni e gli obiettivi futuri, del film (su quale schermo vorresti vederlo, ad esempio?) e tuoi (personali e professionali)?

Wunderkammer fa ormai parte del mio bacino di immagini/video che richiamo e stravolgo a piacere durante le mie performance live, per cui il suo futuro è strettamente legato a queste ultime, almeno per ora. Per quanto riguarda i miei obiettivi prossimi sto lavorando ad un’unità didattica su Arte e Scienza per le ITI (di cui mi occuperò nelle prossime settimane), allo sviluppo di alcuni software per la visualizzazione di fenomeni quantistici e ad alcuni esperimenti visivi basati sulla “Chronotopic Anamorphosis”. Non vedo però l’ora di dedicarmi allo sviluppo di un progetto hardware che ho in mente per stravolgere le performance live.

Dato il tema del concorso “Km0”, quanto conta e quanto eventualmente influenza il tuo lavoro creativo (nel bene o nel male) l’essere nato qui e non altrove?

Mi è difficile rispondere a questa domanda. Ho sempre viaggiato molto e spero di riuscire a farlo sempre: l’arricchimento che il viaggio porta con sé è di un valore incommensurabile ovunque si nasca e si cresca. Se a questo si aggiunge il fatto che internet è certamente il mio pane quotidiano, mi risulta estremamente complicato discernere quanto del mio bagaglio creativo provenga da luoghi lontani o a “Km0”.

Cosa ti piace e cosa no, della tua terra?

Trento è una città con un altissimo potenziale: ci sono le risorse, le persone e la volontà di realizzare una moltitudine di progetti ed idee. Purtroppo però ancora troppo spesso ci si scontra con una mentalità legata a logiche vecchie e vecchi illogici che si manifesta ad esempio in una legge che limita il numero di componenti di un gruppo di musicisti che voglia suonare, per citare un semplice caso. Ad ogni modo i pregi rimangono molti e vincono di certo sui difetti, e non a caso mi trovo ancora in questa città.

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.