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January 31, 2013

Film a Km0. I premiati. Menzione speciale a “Il locale” di Alice Mosanghini

Franz

La motivazione della giuria: per la freschezza del testo e la sapiente ricostruzione di un linguaggio che passa anche attraverso immagini a bassa risoluzione e miscele di caratteri apparentemente casuali e scoordinati che sfidano le convinzioni estetiche prevalenti proponendo con coraggio paradigmi alternativi.

Per conoscere meglio l’autrice:

Chi è nella vita Alice e cosa fa?

Mi chiamo Alice Mosanghini e sono performer e video-maker.

Quanto conta nella tua vita il linguaggio video? È un mestiere, una passione, uno svago?

Sono arrivata al video per sentieri selvaggi e strade acciottolate. Mi piace osservare, mi piace catturare punti di vista. Scatto foto, registro video da una parte per incapsulare un momento, ma anche perché una foto, un video possono essere le porte che aprono nuove storie, nuove prospettive. Il video è per me un istinto e una forma di comunicazione. Oltre che un lavoro: attualmente mi occupo di coordinare la produzione di foto e video per GreenFarmMovement, un’organizzazione internazionale che si occupa di progetti di cooperazione, ricerca e turismo.

Da quale idea, come quando e perché è nato il progetto di questo film?

In realtà il materiale usato per montare questo videoclip fa parte di una ricerca che porto avanti da tempo: registro eventi di danza più o meno spontanei, ma quasi mai professionali, in luoghi pubblici. Fino ad ora ho collezionato immagini molto disparate, da diverse parti del mondo.

Soddisfazioni, problemi, curiosità, aneddoti da raccontare del “making of”?

Quando stavo cominciando a montare tutto il materiale raccolto in Trentino, per confezionare un video compilatorio della zona, uno degli autori della canzone mi disse che aveva la canzone che faceva al caso mio. Una volta entrata in gioco la canzone, si auto-selezionò il materiale filmato in una specifica occasione, in un particolare luogo. Questo sorprendente connubio è stata per me la conferma che è sopratutto l’incontro -tra le arti, i generi, le persone, ecc…-  che permette di generare nuove idee, di creare nuove possibilità.

Quali i sogni e gli obiettivi futuri, del film (su quale schermo vorresti vederlo, ad esempio?) e tuoi (personali e professionali)?

Questo video in particolare vuole essere una prova che con veramente poco si può costruire una storia, dipingere una fotografia di un luogo, di un momento. Usare questo materiale per farne un unico video-clip appartiene a un’idea che seguo: che la gente cominci a fare i suoi video, a raccontare o creare le sua storie. Che, quindi, la funzione della telecamera nella vita delle persone non sia semplicemente ritrarre distrattamente le vacanze, o i piccoli momenti della vita quotidiana, ma  che cominci ad essere uno strumento narrativo. Ormai i bambini non si addormentano con i racconti, ma davanti alla tv… e se un bel giorno la nonna invece di accendere la tv mettesse al nipotino una playlist di YouTube di fiabe da lei girata?

Dato il tema del concorso “Km0”, quanto conta e quanto eventualmente influenza il tuo lavoro creativo (nel bene o nel male) l’essere nato qui e non altrove?

Mi ritengo fortunata ad essere nata in questo Paese, perché è un luogo zeppo di diversità. Pensare alla propria identità a partire dalle differenze è un esercizio che sta cominciando a sparire, ma che sempre mi ha reso innamorata del mio Paese. La possibilità di parlare una lingua che non è l’italiano ed essere comunque italiano. Ballare la tarantella ed essere italiano come chi balla la staiare. E’ una sensazione che mi ha reso forte anche nei lunghi periodi in cui ho vissuto all’estero: da una parte un orgoglio positivo e poliedrico e dall’altra una certa facilità ad assimilare le differenze con l’altro, il nuovo che uno incontra in ogni viaggio.

Cosa ti piace e cosa no, della tua terra, il Trentino?

In Trentino mi piace bere un bicchiere di vino con il signore che me lo offre con amore direttamente dalla sua cantina. Mi piace aspettare il treno con i diversi immigrati che vivono in questa regione e farmi insegnare nuovi modi di amare questo territorio. Non riesco a controllare l’entusiasmo alla vista di una treccia mochena. Devo ammettere che divento un po’ insofferente quando le città e le montagne si sovrappopolano di turisti. Non mi piace che in città come Trento i posti come il Locale siano destinati a far parte della leggenda, perché leggi comunali vietano che dopo le dieci di sera possano suonare gruppi con più di due componenti, rendendo in un certo modo l’espressione artistica un fenomeno marcato dal divismo e dall’invidia. Sembra un brutto piano per renderci più soli e più silenziosi

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