Music

July 5, 2012

Il punk-blues di Tonylamuerte alla Volxsfesta (07/07), l’intervista

Marco Bassetti

Le pulsioni più profonde del blues e l’urgenza più viscerale del punk. Queste sono le forze che muovono e sparano nell’aria la musica di Tonylamuerte Onemanband. Artista attivo nella vivacissima scena underground veneta, già chitarrista del power-trio stoner The Forty Moostachy, Tonylamuerte, al secolo Luca Toniolo, ha dedicato gli ultimi anni a costruirsi una propria identità sonora. E ora, primitivo come un post-moderno Bo Diddley della desolata periferia veneta, calca i palchi di mezza Italia con il suo punk -blues al vetriolo, chitarra-rullante-grancassa. Cantando alla maniera di Bugo (“Se io fossi un aggeggio domestico / Vorrei essere un rasoio elettrico”) e suonando alla maniera di Bob Log III. Sabato, alla Volksfesta, sarà l’occasione giusta per ascoltarlo, collocato nel mezzo tra il delicato folk gardenese di Luca Langgartner e l’intrigante fusione tra dub e sonorità orientali dei Fedayi Pacha (feat Manu Chehab). L’abbiamo intervistato, strappandogli un’importante confessione: “Accetto finalmente di esserlo. È ufficiale, sono un bluesman”.

Descrivi il progetto Tonylamuerte Onemanband in due righe?
Beh, siamo in cinque: due amplificatori, un rullante a pedale, una grancassa ed un essere umano. Suoniamo all’unisono o ci dividiamo in due sottogruppi e diamo dei colpi ritmici alternati e ben coordinati sia all’interno dei sottogruppi sia quando facciamo un coro unico.

Alla base di tutto, il blues. Seppur triturato, destrutturato e poi lanciato alla folle velocità del punk, il blues è la tua primaria matrice. Seppur atipico, viene naturale definirti un bluesman, un bluesman contemporaneo. Come un novello Robert Johnson, hai fatto qualche strano patto col diavolo?
Amo il fatto di essere definito blues, e non di essere blues, perché in realtà non lo sono. Anzi, mi correggo. A questo punto, dopo le innumerevoli volte che qualcuno mi ha definito così, accetto finalmente di esserlo. E’ ufficiale, sono un bluesman. Tutto è nato dal mio amore per lo slide. Un giorno, dopo quasi 15 anni di elettrica, mi sono messo al dito il citato accessorio e da allora non l’ho più abbandonato. Ha trasfigurato completamente quella che era la mia concezione della chitarra. Non ho più suonato un accordo se non in modo veramente saltuario ed ho scoperto che il tutto poteva venire proposto in maniera molto violenta. Non ho venduto nessuna anima a nessuno, anche se cito più volte il diavolo e l’immaginario legato al maligno. Diciamo che lo faccio per ironizzare su alcune credenze che – a mio avviso – sono sempre servite per tenere a bada il cosiddetto “popolino”. Quando mi riferisco al maligno, vorrei che trasparisse l’idea che alludo a quello che ci insidia ogni giorno, ad esempio… sul posto di lavoro o luoghi simili. La mia anima, ammesso che io ne abbia una, non credo qualcuno sarebbe interessato a comprarla, faccio già abbastanza fatica a gestirla io, pur avendo contribuito in prima persona alla sua formazione. Se Tonylamuerte avesse idealmente trovato il suo diavolo del blues, lo avrebbe sicuramente scovato tra le vie del punk e quelle della cultura di strada che formano croci negli assolati luoghi sperduti del Tenesse (almeno quel Tenessee rurale che immagino io) e di un Mississipi che esiste solo nella mia testa. Concludo questa risposta dicendo che il blues è grandioso: se una persona che non lo ha mai ascoltato può fidarsi del proprio istinto e produrlo venendo riconosciuto in quanto tale, abbiamo fatto centro!

Fai tutto da solo, meglio soli che male accompagnati?
In modo molto bonario ti posso dire che ho un ego evidentemente molto palpabile e, in secondo luogo, amo le sfide. Quando ho iniziato, molti credevano che la cosa fosse un gioco o una baraccata messa su per fare cabaret a tempo perso. Dato che a me piace dare fastidio alla gente scettica, ho risposto con una controffensiva suonando e risuonando in lungo ed in largo. Ora, dopo circa 70 date in 21 mesi, certa gente ha capito l’errore e sono giustamente rispettato nel mio intento. Da solo posso divertirmi ad essere pazzo quanto mi pare in quanto sono io a mettere la faccia e non c’è nessuno che dovrà subirne le conseguenze. Posso fare virate improvvise di genere, ritirarmi dalle scene per mesi, creare jam decise sul momento e molte altre cose che non ti sto a descrivere. Ma alla base di tutto c’è un grande senso di libertà.

La tua versione di “1000 doses of love” degli One Dimensional Man è una bomba! Ci sono altre band/artisti di oggi in Italia che apprezzi? E del passato?
Sono felice che tu abbia notato quella cover. Di solito quando la eseguo sento molto trasporto in quanto è una di quelle song che sto iniziando a sentire mia, mi piacerebbe che la gente iniziasse a parlare di “1000 doses of love” nella versione di Tonylamuerte. Apprezzo ODM in quanto hanno saputo darci un’idea del come fare certo rock anche in Italia. Anche se ora è scontato dirlo, ci tengo a precisare che amo anche il Teatro degli Orrori. In Italia apprezzo molte cose della musica nazionale, ma mi affascinano le realtà underground che sono quelle che fanno muovere i fili veramente. La musica è nei palchi e non nei talk show! Io, a d esempio, sono seguito da Black Nutria, che stimo per l’instancabilità di chi la porta avanti e per la fiducia data a me e ad altri progetti di nicchia. Venendo dalla scena stoner non posso non parlare dell’enorme lavoro fatto da etichette come la GoDown Records, della quale conosco bene alcune bands. Per ciò che riguarda artisti contemporanei, a caldo ti dico Paolo Benvegnù e gli incredibili Uochi Toki. Del passato passato, Piero Ciampi e Luigi Tenco. Del passato recente gli Assalti Frontali di Conflitto, i Fluxus, i Marlene de “Il Vile”.

Va bene che fai tutto da solo, ma se potessi scegliere, qual è la collaborazione dei tuoi sogni?
Ok, mi hai dato l’ispirazione: vorrei uscire con una cassa megagigante, almeno da 28″, ed un rullante potenziato da dei trigger, sdoppiare il segnale della mia resofonica su due cassoni Ampeg da 8 coni ciascuno, pompati da testate Mesa Boogie da almeno 200W l’una e farmi accompagnare per tutta la durata del mio brano “Il Diavolò” dai Ministry. Poi io ricambierei il favore e suonerei “Ps Alm 69″ con loro. Credo che questo mi renderebbe felice. Ah, a proposito, mi sto organizzando per andarli a vedere in Germania.

Sintetizza la storia della tua vita in una playlist?
“Veronica verrai” – Celentano
“The right thing” – Simply Red
“Bring the noise” – Public Enemy
“Mary Mary” – Run Dmc
“Time’s Up” – Living Colour
“Them bones” – Alice in chains
“Ps alm 69” – Ministry
“Sabotage” – Beastie Boys
“Ogni singolo giorno” – Casino Royale
“Come ogni volta” – La crus
“Gardenia” – Kyuss
“Heart and soul” – Joy Division
“Il merlo” – Piero Ciampi
“Quello che conta” – Luigi Tenco
Ah, quasi dimenticavo: “Mouth for war” – Pantera

A parte il blues, altre tre cose per cui vale la pena alzarsi la mattina dal letto?
Dare fastidio ai nostri nemici.

www.radiotandem.it

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