Music

January 30, 2012

Quit the doner non sopporta Brondi

quitthedoner

Ci lasciammo così. Lei era bellissima ma ascoltava solo Manuel Agnelli e Le luci della centrale elettrica, e io non potevo permettermi tutti quegli psicofarmaci. Sotto sotto avevo sempre saputo quanto fosse stupida dal modo che aveva di pretendere che i suoi vizi e le sue fissazioni assurgessero al rango di esigenze esistenziali imponderabili. Così come era rivelatore lo sguardo da mucca davanti ad un passaggio a livello che opponeva alle mie lamentele: “Rispetto pienamente il fatto che tu non voglia fare del sesso anale, sarebbe effettivamente scivolare sul piano inclinato di un’inaccettabile fallocrazia, ma allora compra delle mutande di ghisa per il gatto”

Persino Miciomiao, con il suo muso trasfigurato da autentico terrore, dimostrava una maggiore capacità di comprensione del problema. Quello che avrei dovuto veramente fare a quel punto era descrivere in un disco la vita dei giovani precari italiani in maniera così stereotipata e stupida che se l’avessero sentito a Confindustria avrebbero potuto pensare “Ehi aspetta un minuto, ma siamo sicuri che questi celebrolesi non li stiamo pagando ancora un po’ troppo?”

Avrei incassato cachet a 4 zeri per trascinarmi stancamente sui palchi dei circoli Arci di mezz’Italia con la combattiva faccia del bimbo paffuto arrabbiato con il cìelo grigio e i demoni dei fantasmi intossicati che pisciano amianto mentre piove sulla scenografia ruvida dei tuoi occhi di cemento co.co.co., avrei affastellato banali immagini di quotidianità alternativa intinte nella tristezza che scaturisce dalla segreta ma dolorosa consapevolezza di non valere un cazzo. Certezza che con un super io vascobrondesco sordamente cieco alla propria pochezza avrei sublimato in quella che Gigi Sabani avrebbe definito una poetica tagliente.

Ci sarei riuscito rafforzando l’inconsistenza della mia musica attraverso foto di condomini grigi da pubblicare sul mio blog. Come se la gente là dentro ascoltasse i miei narcisistici sbrodolamenti autocelebrativi e non del Rap monomaniacale su minorenni in minigonna che bevono shot di colori inesistenti in natura mentre si chiedono a quale di quei tizi la giù offrire un pompino per ottenere un po’ di coca mal tagliata (( Il tipico passatempo del weekeend necessario alle teenager per alimentare allusivi riferimenti cifrati nel linguaggio segreto che ogni ragazzina utilizza con la sua migliore amica dal giorno in cui le vengono le mestruazioni fino a quello in cui s’iscrive al Dams )) . Per riuscire a comporre schifezze simili con una certa efficacia la prima cosa da fare era studiare un testo del musicista più sopravvalutato del mondo dopo Giovanni Allevi.


Analisi Döneriana di un testo di Vasco Brondi, il Fabio Volo della gente che almeno una volta nella vita ha indossato un eskimo. Cantante de “Le luci della centrale Elettrica”

L’amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici

(da qui in poi le parti in corsivo sono autenticamente brondiane)

Se qualcuno viene licenziato in qualsiasi parte del mondo Vasco Brondi non riesce ad avere un’erezione. Questo spiega perché a 27 anni sia ancora vergine e vomiti in un microfono sequenze totalmente casuali d’immagini banali ma reputate geniali da laureate al Dams sfuggite grazie al patrimonio familiare al destino di commesse d’Intimissimi che Dio e la genetica aveva preparato per loro.

Se poi chi viene licenziato fa uno di quei lavori che ormai in Italia esistono solo nelle videocopertine di “Servizio pubblico” come il metalmeccanico, allora Vb non solo non riesce a fare l’amore ma ha una reazione paradossa, infila il pisello all’indietro fra le gambe e gira per il camerino tormentando i suoi strumentisti dicendo “Guarda ho la figa!”. Ah ah ah ah. Perché è anche simpatico Vasco Brondi.

Era per questioni condominiali e sentimentali
per disegnarti sulla schiena delle strisce pedonali

Vasco Brondi è in affitto ma ciononostante frequenta le riunioni di condominio perchè sono tristi, arrabbiate e includenti come la sua musica. Alle riunioni luma fantozzianamente Nunzia la grassa bidella 40enne del 3° piano le cui sembianze ricordano vagamente un paracarro, se non fosse che lei è un po’ meno aggraziata. Questo amore nasce dall’esigenza di Vb di congiungersi con quel popolo che con suo grande dolore pare non apprezzare album come Canzoni da spiaggia deturpata, affezionato com’è all’idea passatista e primitiva che le parole abbiano un senso e piuttosto che andare a Roma a salvare le balene sia preferibile andare lavorare.

Nunzia però è orribile e sotto sotto Vb sogna di sbattersi una velina di Mediaset ma vergognandosi di questo sogno da working class più di quanto si vergognerebbe ad aver organizzato personalmente la Shoah, cerca di nasconderlo nella parte più segreta del suo io assieme a gli aironi che abitano vicino al campo nomadi. Ma come diceva sempre Marvin Rosenberg, l’analista di 2Pac Shakur, “non puoi fottere con l’inconscio, perchè poi tutto ritorna fuori, negro” (( Rosenberg sopravvisse all’uso della parola con la n. grazie al suo 16esimo di sangue nero dovuto a una bisnonna a cui piaceva farsi dei giretti ad Harlem)). Così Vb sogna di travolgere la povera Nunzia alla guida di una macchina per fare le strisce pedonali, nel caso improbabile non bastassero le esalazioni di monossido di carbonio del nostro amore.

Nota a margine: alle riunioni condominiali Vb sta anche caldeggiando la “Mozione Brondi metti in lavatrice i cieli neri” per i lavori all’ascensore del palazzo: la nuova cabina non dovrebbe più collegare i piani fra di loro bensì dovrebbe portare al call center, ai temporali inconsolabili, alle transenne fra le costole, alle raffinerie di Ravenna, ai campi di mimose dove andremo ad abortire e al piano di Brondi perché lui di fare le scale non c’ha proprio cazzi.

Per distruggere una fabbrica perché troppo malinconica

Nel mondo di Brondi, le fabbriche non sono posti del cazzo dove vengono sfruttate delle persone, non sono tristi, non sono gerarchiche, non sono violente, non sono luoghi di sopraffazione e di alienazione dove si lavora pur di avere dei soldi per vivere. Sono malinconiche. La Magneti Marelli è un caffè di Montmartre in un giorno di pioggia

Era per i tuoi occhi all’ufficio degli oggetti smarriti

Una delle cose più inquitanti della poetica (ahahahhahahah) Vasco brondiana è il ruolo degli occhi. Certo, come diceva sempre Baudelaire, citare gli occhi magari allegandoci una metafora a cazzo è una di quelle cose che possono piacere alle fighe stupide. Sicuramente però ci deve essere qualcosa di più profondo dietro a questa ossessione trattandosi di un’artista così geniale da mettersi l’eyeliner per andare in guerra.

Su un campione di 20 canzoni del Brondi gli occhi compaiono 12 volte, senza considerare i derivati “occhiaie”e “occhiali”, stupisce invece la totale mancanza di “ Occhiata” parola che nella sua accezione ittica poteva sembrava prefigurare un partner sessuale ideale per il focoso Brondi

tengo i tuoi occhi nella tasca interna del giubbotto

i tuoi occhi nel cellophane, ci hanno fucilati

metteranno in vendita il colore dei tuoi occhi come dati statistici

dai tuoi occhi partivano dei missili

avremo gli occhi lucidi come le mercedes

nelle vetrine deserte dei tuoi occhi

ho abbassato le saracinesche dei negozi sui miei occhi

che se avevi gli occhi lucidi era per la congiuntivite

coi nostri occhi di criptonite.

sugli occhi spenti con gli estintori,

degli occhiali neri di Pasolini
e dei figli degli industriali

E i lavavetri per i miei occhi

Per Vasco Brondi gli occhi si strappano e si tengono da qualche parte per poi usarli per fare riferimenti casuali con universi iconografici apparentemente stridenti, come quelli della politica internazionale, della macro-economia e della vita quotidiana di uno studente fuori corso che fuma ogni giorni 6g di marocchino in tavola alta tagliato con la paraffina.

Lo scopo è mandare segnali di debolezza e identità ideologica alla vittima del giorno, fare in modo che sgrani gli occhioni attraversati da lampi di follia visibile a tutti tranne che a lei stessa e dica “Ohhhhhh non solo sei così triste, ma usi immagini che mi fanno capire che sei contro il capitalismo e il precariato! Sei un progressista depresso che non picchierà mai il mio cagnetto Latouche. Scopami da dietro.Ora.

fare l’amore nei container, tra i file di ricordi
e non poterti raggiungere perchè ci sono le targhe dispari

Come abbiamo visto Brondi ha una casa, ma tieni le foto dei suoi cari in un container appositamente affittato. Gli serve a ricordare dove vivrebbe se la gente in questo paese avesse un cervello. Ogni tanto scende al bar con gli amici e alla ragazza manda messaggi dove accampa scuse patetiche tipo “oggi ci sono le targhe dispari non posso venire” lei ci crede e sussurra “ che poeta” mentre trascrive il prezioso distillato di brondosità su facebook ricevendo un’unisono mi piace da tutto il suo corso di scienze della comunicazione.

e i nostri venerdì neri, i tuoi miracoli economici
e i lunedì difettosi

Classico dualismo Brondiano: polo positivo vs ME/NOI. Egli infatti possiede la grande capacità di trascinare anche altri nella sfiga maxima.

e accompagnami a raccogliere i petardi che non sono esplosi

Finalmente una frase sensata. Quando vuoi Vasco. Quando vuoi.

Posso anche indicarti dei luoghi dove ci sono degli ordigni inesplosi della 2 guerra mondiale. Mi raccomando la spoletta, disattivarla è semplice: basta sbatterci fortissimo la testa contro.

il nostro scambio d’organi ha imbrattato le pareti, dobbiamo ridipingerle

Passaggio molto controverso questo, numerose le ipotesi attualmente allo studio dei maggiori commentatori. Qui citeremo l’opinione contrastante dei due principali esegeti di Vasco Brondi: Mondo Marcio e Giancarlo Magalli. Secondo Mondo Marcio i due si amano tanto da essersi scambiati gli organi.Lo scopo di una simile operazone è quello di essere sicuri che se uno avesse avuto una malattia, diciamo per comodità esplicativa l’Aids, l’altro se la sarebbe presa. Si noti che in ottica Brondesca è colui che precedentemente era sano ad avere un vantaggio da questa operazione perchè con il contagio acquisisce maggiore diritto per lamentarsi di quanto faccia schifo il mondo, di scriverlo sui muri delle passeggiate e sbraitarlo in canzoni pretenziose .

Secondo Giancarlo Magalli si tratta invece di una sottile metafora per dire che hanno fatto sesso mentre la donna (o Brondi) erano mestruati e quindi il sangue è schizzato da tutte le parti. Che poi secondo indiscrezioni sarebbe anche la storia che Vb riprederà più approfonditamente nel pezzo ancora inedito “Ovaia Gaia”

e andremo a prendere freddo da qualche parte
e andremo a prendere freddo da qualche parte

Cosa c’è al mondo di peggio di Vasco Brondi che vuole fare quattro chiacchere con te al bar? Solo Vasco Brondi che alle due di notte del 17 dicembre con -7° ti porta a camminare tra le fabbriche lunghe come l’orizzonte per una constatazione amichevole del nostro niente.

era per questioni condominiali e sentimentali
per gli scontri tra gli interregionali e i treni merci

Oh si c’era proprio bisogno di strumentalizzare una tragedia per fare un verso in una canzone. Bravo Vasco Brondi. Neppure Walter Veltroni sarebbe riuscito a fare una cosa del genere. Ma se Brondi fosse Veltroni? Pensateci.

per i diluvi universali dei tuoi pianti
era per l’alta marea nei nostri sguardi

Ok lei è un’isterica dalla lacrima facile.Chissà perché non riesco ad esserne stupito. Brondi con un’isterica: un colpo di scena d’intensità pari a quello di una puntata di “Una signora in giallo”. Vasco Brondi, la Jessica Fletcher della musica italiana

per i cieli dipinti con i pennarelli scarichi
e altri cieli coperti dai copertoni bruciati e dai tuoi sbattimenti

Vasco fidati, lei non ha nessuno sbattimento, è solo che non c’ha un cazzo di voglia di passare del tempo con te. La minaccia di sentirsi anticipare in esclusiva le strofe dell’inedita canzone “Quercia solitaria in cassa integrazione” è qualcosa di troppo grande perchè quando legga il tuo nome sul display del telefono non ruoti gli occhi al cielo, tolga la suoneria e si senta un po’ scema per quella volta che ti ha dato il suo numero.

dai nostri martedì magri
dai tuoi voli aerei economici
da altri lunedì difettosi

Vb è uno di noi, cita i voli low cost! Se parla anche di mobili Ikea potremmo invitarlo in vacanza in Salento quest’estate!

dei processi di tre anni sui letti dell’Ikea distrutti (Da: Una guerra fredda)

Fantastico! Ci vediamo a Frassanito, io porto il freesbee tu porta il diablo.

e accompagnami a raccogliere i petardi che non sono esplosi
il nostro scambio d’organi ha imbrattato le pareti, dobbiamo ridipingerle

ripetizioni a beneficio di quelle persone che potrebbero non aver fatto caso a quanto queste frasi fossero insensate la prima volta

è l’amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici
è l’amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici

Questo è il momento in cui Vb si rende conto che se vuole finire sulla copertina di Xl di Repubblica deve essere in grado di mischiare le sue paranoie personali con un piano sociale superiore. Un livello politico che però si guarda bene dall’analizzare in un qualsiasi modo la realtà, preferendo evocare quasi magicamente parole d’ordine vaghe e al tempo stesso monolitiche che galleggiano in un substrato di implicazioni e pre-comprensioni date per scontate il cui messaggio principale è un conservatore e auto-assolutorio “Così va il mondo” a mala pena ammantato di colori progressisti comprati in offerta al mercato delle speranze infrante degli elettori del Pd.

In parole povere il messaggio sottotraccia della sua musica è “Siamo tutti delle pippe e non valiamo un cazzo, ma in fondo non è colpa nostra dato che viviamo in un mondo dove vengono licenziati i metalmeccanici”. Un discorso così carico di speranze e strategie di vittoria che potrebbe essere il prossimo slogan elettorale di Bersani.

p.s.

Al pezzo in stile Brondi ci sto lavorando, stay tuned!

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