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November 22, 2011

A Bolzano, Mariapia Veladiano e la sua vita accanto

Reinhard Christanell

Scrive Maripia Veladiano: “Una donna brutta non ha a disposizione nessun punto di vista superiore da cui poter raccontare la propria storia. Non c’è prospettiva d’insieme. Non c’è oggettività. La si racconta dall’angolo in cui la vita ci ha strette, attraverso la fessura che la paura e la vergogna ci lasciano aperta giusto per respirare, giusto per non morire. Una donna brutta non sa dire i propri desideri. Conosce solo quelli che può permettersi.”

Insomma, in una società, in un’epoca come le nostre, in cui l’apparenza, pur conservando il suo carattere ingannevole e transitorio, la fa da padrone in ogni campo e respinge nelle retrovie della vita quotidiana l’essere, la realtà, la verità, chi non è all’altezza dei canoni dominanti spesso è convinto di non avere lo stesso diritto a una vita piena, gioiosa di coloro che invece incarnano perfettamente l’inganno, la bugia – la fatua bellezza.

Il romanzo d’esordio dell’autrice vicentina Mariapia Veladiano, La vita accanto (Einaudi 2011, pp. 172) raccoglie questa sfida: la protagonista, Rebecca, è nata brutta e fa di questa sua non certo singolare peculiarità la sua “ragion d’essere”. Nella sua famiglia, i rapporti sono dominati in modo perverso dal fattore B (bellezza, bruttezza). Rebecca, allora, cerca la salvezza, la vera vita in un luogo diverso.

L’autrice del libro, finalista del Premio Strega, sarà a Bolzano il prossimo venerdì 25 novembre (18.30 – 20.00) ospite della rassegna Il cantiere delle parole, un progetto di Arciragazzi che mira a promuovere la lettura tra i giovani. L’incontro avrà luogo al Nadamas. FREE ENTRY! 

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